IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO…
Dario Del Porto e Conchita Sannino per “la Repubblica”
«Giudice, ho letto le carte, ma trovatemi un atto, una mia azione amministrativa a favore di questa gente, mai! La convenzione stipulata dalla Concordia con l’hotel di famiglia? Fatta a mia insaputa. La consulenza data a mio fratello Massimo? A mia insaputa. Anzi, se lui ha detto qualcosa, ne risponda».
Giuseppe Ferrandino, sindaco pd dimissionario di Ischia, risponde ai magistrati. In carcere da due settimane nell’inchiesta per corruzione che coinvolge la Cpl Concordia, difeso da Alfonso Furgiuele e Gennaro Tortora, nega su tutta la linea. Un interrogatorio a tratti aspro, quello che emerge dai verbali depositati al Riesame. Ferrandino smentisce di essere mai stato in Tunisia a spese o in compagnia dei vertici della società: «Mai stato lì in vita mia».
Rivendica di aver accettato l’offerta dell’ex capo delle relazioni istituzionali di Cpl, Francesco Simone, di sostegno alle Europee: «Mica è reato fare la campagna elettorale». E cita altri politici che «ben più di me», sostiene, si sono occupati della metanizzazione dell’isola: dall’ex ministro Antonio Marzano, all’attuale senatore Fi Domenico De Siano al sindaco di Lacco Ameno Francesco Del Deo. I pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto lo incalzano: «Quella convenzione era inutile».
Pm Woodcock: «Comprenderà come sia poco credibile che la convenzione a favore della famiglia del sindaco da una parte, la consulenza a favore del fratello del sindaco dall’altra, sfuggano in qualche modo alla ricostruzione in chiave di caso, di fatto».
Ferrandino: «No, non credo che sia un caso. Sinceramente penso, a questo punto, anche leggendo tutte le intercettazioni, che forse il presidente di questa società, per ingraziarsi o per... non si sa mai. Come il vino che ha comprato a D’Alema. Però non perché io lo abbia chiesto, non mi sarei mai sognato», aggiunge riferendosi alle 2 mila bottiglie di vino prodotto dall’azienda di famiglia dell’ex premier acquistate da Concordia.
Ferrandino esclude inoltre qualsiasi intervento diretto a far effettuare lavori presso un albergo della famiglia di un suo assessore da parte dell’imprenditore Di Tella, subappaltatore di Cpl a Ischia e nel Casertano, citato anche dal pentito del clan dei Casalesi Antonio Iovine nell’inchiesta sulle opere conferite da Concordia a imprese vicine alla camorra.
Ferrandino: «Io non ho chiesto niente». Pm: «Lei è sicuro?» Ferrandino: «Non lo ricordo» Pm: «E Di Tella, il quale è un imprenditore casalese, che viene da San Cipriano di Aversa, ed è subappaltatore... improvvisamente si è svegliato una mattina e ha detto: “Quasi quasi, voglio fare 40-50 mila euro di lavori gratis».
Ferrandino: «Di queste cose veramente non so niente». Oggi udienza davanti al Riesame. Si parte con il ricorso di Simone, difeso dall’avvocato Maria Teresa Napolitano, che ha cominciato a collaborare con i pm. L’inchiesta intanto si allarga. A Foggia sono state trasmesse le intercettazioni sul progetto di gara per l’illuminazione cittadina di Rodi Garganico e sui collegamenti in catamarano con la Croazia.
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