L’EX SPIA RUSSA CHIEDE LA MANO DI SNOWDEN - STRASBURGO CHIEDE CARCERE PER I CYBERCRIMINALI

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Da "La Stampa.it"

1 - SUL WEB L'EX SPIA ANNA "LA ROSSA" PROPONE A SNOWDEN DI SPOSARLA

Glielo ha chiesto in un tweet, secondo The Daily Mail. Anna "la rossa" Chapman, forse colpita dalle doti di spione di Ed Snowden, gli chiesto la mano: "Mi vuoi sposare". Così la talpa del Datagate, anche se ancora non ha ricevuto asilo politico da nessuno dei 21 Paesi a cui l'ha chiesto, perlomeno ha avuto una proposta di matrimonio dall'ex ufficiale dell'Fsb (erede del Kgb).

Dalla Russia con amore: "Snowden, mi vuoi sposare?" ha twittato la Chapman. Poi sardonica ha aggiunto: "@ Nsa ti prenderai tu cura dei nostri figli?".

Il profilo su Twitter della Chapman rimanda direttamente al suo sito ufficiale. Ma potrebbe essere un falso. La 31enne femme fatale, ancora più bella dal vivo che in foto, era salita agli onori della cronaca quando nel 2010 faceva l'agente immobiliare a New York City: una copertura per le sue attività di spionaggio per la Russia. Fu mandata a casa con altri nove suoi colleghi (spie) in uno scambio di prigionieri tra Usa e Mosca, che ricordava molto da vicino i tempi della guerra fredda.


2 - STRASBURGO, GIRO DI VITE SUGLI HACKER: CARCERE PER I CYBERCRIMINALI

Prigione per i cybercriminali: almeno tre anni per chi costruisce una `botnet´, cinque per chi attacca sistemi informatici vitali come quelli delle centrali energetiche o le reti governative. La plenaria del Parlamento Ue ha approvato (541 sì, 91 no 9 astenuti) la nuova legge Ue che fissa pene per i reati informatici. Sul testo, che sostituisce la vecchia direttiva del 2005, c'è già l' accordo col Consiglio che dovrebbe adottarlo a breve. I singoli paesi avranno due anni per adeguare le legislazioni nazionali.

Le cosiddette `botnet´ sono le reti di computer che, all'insaputa degli utenti, sono stati infettati con software maligni. Possono essere composte da milioni di pc `zombie´ che vengono messi sotto controllo da chi ha creato la rete `botnet´, spesso criminalità organizzata, e possono essere usate per scatenare attacchi.

La nuova direttiva punta a rafforzare il coordinamento tra gli stati membri e le agenzie europee come Eurojust, il Centro europeo per la criminalità informatica di Europol e l'agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (Enisa). I singoli paesi dovranno rispondere antro non più di otto ore alle richieste urgenti di aiuto.

Sul piano delle pene, i codici penali dovranno prevedere non meno di due anni per i reati commessi con accesso illegale ai sistemi informatici, per l'intercettazione illegale dei dati nonché per la creazione e diffusione del `malware´. Sale ad un minimo di tre anni la pena per la creazione dei `botnet´ e ad almeno cinque quella per gli attacchi di portata maggiore.

È prevista anche la responsabilità delle società che assumano o incaricano hacker per lo spionaggio industriale. In questo caso è prevista l'esclusione dai contributi o dagli appalti pubblici o la chiusura coatta della società nei casi più gravi. Regno Unito e Irlanda, che avrebbero potuto godere del cosiddetto `opt out´, hanno già deciso di adottare la direttiva europea.

 

 

ANNA CHAPMANanna chapman maxim EDWARD SNOWDEN Anna Chapman SNOWDEN europarlamento-