DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Estratto dell’articolo di Carlo Macrì per il “Corriere della Sera”
«Una mafia calabrese di serie A — come l’ha definita il procuratore Nicola Gratteri — aveva a sua completa disposizione una classe politica di serie C». È questo il quadro sconcertante che emerge dall’operazione del Ros dell’Arma scattata ieri all’alba in Calabria, coordinata dalla procura distrettuale di Catanzaro.
In manette sono finite 43 persone (due ai domiciliari), 123 gli indagati. Spiccano su tutti i nomi dell’ex presidente della Regione Mario Oliverio, degli ex consiglieri regionali Vincenzo Sculco, già segretario della Cisl Calabria, e della figlia Flora, dell’ex capogruppo del Pd in Regione Seby Romeo e di Nicola Adamo, esponente del Pd ed ex vicepresidente della giunta regionale.
mario oliverio con matteo renzi
Ma anche di Alfonso Dattolo, ex consigliere e assessore regionale per l’Udc. Guai giudiziari pure per i fratelli e imprenditori crotonesi Gianni e Raffaele Vrenna, ex patron del Crotone calcio, all’epoca dei fatti contestati titolari delle società Ekko Scarl e Sovreco spa (aziende leader nel trattamento dei rifiuti).
L’inchiesta è arrivata in Emilia dove è stato arrestato Stefano Strini, ex genero di Calisto Tanzi (Parmalat). E si è spinta anche in Germania e Austria, dove sono stati eseguiti altri arresti: in manette è finito Franco Aracri, considerato «il padrino» di Muenster, specialista in riciclaggio di denaro sporco per traffici di droga.
mario oliverio sergio mattarella
Per i politici le accuse sono: associazione a delinquere, aggravata dall’agevolazione mafiosa. Nel qualificare i gravi indizi di colpevolezza alla base dei provvedimenti cautelari, il gip che ha firmato l’ordinanza, Antonio Battaglia, non ha esitato ad affermare che i fatti contestati «consentono di ravvisare l’operatività di un gruppo criminale scientemente dedito alla commissione di reati in danno della pubblica amministrazione, e rappresentano il tipico meccanismo clientelare diffusissimo nel nostro sistema politico, indicativo di un modo degenerato di intendere la gestione della cosa pubblica».
[…] Le microspie del Ros hanno registrato la stipulazione di un «patto criminale», siglato tra la cosca dei «papaniciari» guidata da Domenico Megna, detto «zio Mico», e da un imprenditore genovese per accaparrarsi la gestione di tre ristoranti a Milano. […]
Sul piano amministrativo, «l’abbraccio» politico-mafioso gestiva nomine, incarichi, concorsi, assunzioni e appalti pubblici. C’era, insomma, un controllo ferreo e capillare della cosa pubblica che disegnava a tavolino organigrammi e incarichi, soprattutto a fini elettorali. Tanto che, tra i reati contestati, c’è il voto di scambio.
NICOLA GRATTERIGRATTERI NORDIOnicola gratteri 1mario oliverio
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