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1. AUDIO - L'INTERVISTA DI ANTONIO MANZO DEL "MATTINO" AD ANTONIO ESPOSITO, GIUDICE DI CASSAZIONE CHE HA CONFERMATO LA CONDANNA DI BERLUSCONI
2. DIRITTI TV: SUL SITO DEL 'MATTINO' L'AUDIO DELL'INTERVISTA A ESPOSITO
(Adnkronos) - E' on line sul sito de 'Il Mattino' la registrazione audio della dichiarazione rilasciata al giornalista Antonio Manzo dal presidente della sezione feriale della Corte di Cassazione, Antonio Esposito, sulla condanna di Silvio Berlusconi.
In particolare sul sito del quotidiano napoletano si puo' ascoltare il passaggio dell'intervista in cui il giudice spiega: ''Noi non andremo a dire 'quello non poteva non sapere', potremmo dire, nella motivazione, eventualmente, 'tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva'. E non che non potevi non sapere perche eri il capo, perche' pure il capo potrebbe non sapere, o no? E' sempre una valutazione in fatto - chiarisce ancora Esposito - Tu non potevi non sapere perche' Tizio, Caio e Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito, scusa. Allora e' un po' diverso''.
3. DIRITTI TV: DIRETTORE 'MATTINO', VERITA' AMARA E DOVERE DI RACCONTARLA
(Adnkronos) - ''L'intervista di Antonio Manzo al presidente della Cassazione feriale Antonio Esposito pubblicata ieri dal Mattino trascrive in modo integrale il contenuto delle sue dichiarazioni, nella forma letterale e logico-sintattica con cui sono state pronunciate. Senza alcuna aggiunta interpretativa''. Cosi' il direttore del Mattino, Alessandro Barbano, questa mattina sul quotidiano in un intervento indirizzato ''ai lettori'' e intitolato ''Verita' amara e dovere di raccontarla''.
''Per uno spirito di sobrieta' abbiamo atteso prima di pubblicare l'audio'', aggiunge Barbano, spiegando che la decisione e' stata presa dopo il comunicato in cui Esposito ''sosteneva che il testo e' stata oggetto di una 'gravissima manipolazione'''.
''Chiarito questo, in primo luogo a beneficio dei nostri lettori a cui dobbiamo innanzitutto verita' - aggiunge -, sentiamo il dovere di rispondere anche a una domanda di contenuto etico che ci siamo posti da subito, la sera dell'intervista, prima di deciderne la pubblicazione'': la ''correttezza deontologica ci libera dalla responsabilita' morale delle conseguenze di cio' che pubblichiamo? Con un certo beneficio del dubbio ci siamo risposti di si''' e ''abbiamo deciso che un'autocensura avrebbe rappresentato un torto al lettore e una indebita supplenza di ruoli che non possono competere alla stampa. In un paese che di supplenze ne ha gia' troppe''.
4. DIRITTI TV: BONDI, IN INTERVISTA ESPOSITO DEGRADO VERTICI MAGISTRATURA
(Adnkronos) - "L'ascolto della registrazione dell'intervista rilasciata dal giudice Esposito e' impressionante. Il tono e il linguaggio, non solo il contenuto, fanno capire piu' di qualunque altra cosa il degrado in cui e' precipitata l'Italia, che non risparmia i piu' alti vertici della magistratura". Lo dice Sandro Bondi, del Pdl.
5. BERLUSCONI: ESPOSITO (PDL), GIUDICE COME SCHETTINO
(AGI) - "La telefonata del giudice Esposito ricorda la drammatica intercettazione del capitano Schettino. Malafede, bugie e incompetenza simili. E il Paese va a sbattere per vergognosa incapacita'. Noi meridionali con queste persone ai posti comando non ci facciamo di certo una gran figura". Lo ha scritto su twitter il vicepresidente dei senatori del Pdl, Giuseppe Esposito, vicepresidente del Copasir.
6. COPPI: "UN FATTO INAUDITO E NON PARLAVA IN ASTRATTO"
Paolo Colonnello per "La Stampa"
Il Professore non sa se essere avvilito o divertito. Al mare, Franco Coppi, dice che in fondo si annoia se non fosse che ogni giorno ne salta fuori una. Come l'intervista rilasciata al «Mattino» di Napoli da Antonio Esposito, il presidente della Cassazione che ha condannato il suo illustre cliente Silvio Berlusconi.
«Non è tanto per Berlusconi, ma quanto in generale per il principio che la motivazione di una sentenza non si può anticipare per intervista. à un fatto inaudito, non è mai successo, è inopportuno, inusuale, è la prima volta che mi capita in tanti anni di Cassazione».
Leggendo l'intervista però, Esposito sembra parlare in astratto...
«A me non sembra proprio. Quello che fa Esposito non è un discorso astratto. Lui dice: lo abbiamo condannato perché sapeva. E allora, visto che ormai la frittata è fatta, ci dica il presidente Esposito anche chi sono i "Tizio", "Caio" e "Sempronio" che cita e che avrebbero informato Berlusconi, ci dica nomi e cognomi e gli atti del processo da cui risultano queste dichiarazioni.
Dato che, sia io che Ghedini, abbiamo sostenuto proprio che "Tizio", "Caio" e "Sempronio" non c'erano. Da dove abbia tirato fuori queste informazioni Esposito, non ne ho la più pallida idea. Forse abbiamo visto un altro processo».
Lei ha dichiarato di essere «pieno di perplessità ». In che senso?
«La perplessità di noi difensori non è tanto sull'esternazione che comunque è al di fuori di ogni prassi istituzionale e del processo, quanto sul contenuto che non ci risulta. A questo punto, visto che la motivazione è stata anticipata, il presidente Esposito potrebbe dirci tutto».
Brucia ancora la sconfitta, Professore?
«Io ero convintissimo che la sentenza dovesse essere annullata. Avevo anche offerto una via d'uscita dignitosa. Avremo anche sbagliato la difesa ma quando sento dire da Esposito che hanno condannato Berlusconi per questo motivo allora mi sembra pazzesco».
La sentenza ormai è fatta. Come la frittata. Conseguenze?
«Nessuna, ovviamente. Dal punto di vista giuridico queste dichiarazioni non hanno alcuna incidenza. Se non un aumento delle perplessità di noi difensori che ci preoccupiamo ancora di più di come si sia potuto formare un convincimento del genere. Comunque la sentenza ormai è quella e non si può cambiare».
Lei ha sostenuto che è stata una grande evasione fiscale ma che non c'era reato. E tutte quelle società off-shore che corrispondevano a dei box-office?
«Guardi, se dovessi fare adesso una lezione all'Università su questo tema, ripeterei le stesse cose che ho detto in udienza: questa è stata una grandissima evasione fiscale ma non c'è reato. Ma se proprio si vuole, prenderò atto che c'erano Tizio, Caio e Sempronio...».
Perché il presidente Esposito secondo lei ha rilasciato questa intervista?
«Dovreste chiederlo a lui. Non voglio credere al dolo ma temo ignoranza, superficialità e il pregiudizio che opera anche inconsapevolmente sulla psicologia del giudice».
Davvero pensate di rivolgervi alla Corte Europea dei diritti dell'Uomo?
«Guardi, qui ognuno dice la sua. Noi non abbiamo ancora deciso nulla, prima di ogni decisione gradiremmo leggere le motivazioni... complete».
Ma se le dovesse capitare un altro processo con il presidente Esposito, come si regolerebbe?
«Non avrei nessun problema, bisognerebbe vedere se i problemi li ha lui».
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