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“BENVENUTO OGNI PASSO PER LA PACE” – LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE UE VON DER LEYEN INCASSA IL COLPO DEL POSSIBILE INCONTRO TRA PUTIN E TRUMP IN EUROPA NEL SALOTTO DEL “GUASTAFESTE” VIKTOR ORBAN E USA LA LINGUA DI LEGNO PUR DI NON PASSARE PER QUELLA CHE VUOLE SABOTARE L’ACCORDO - UN’ALTA FONTE DIPLOMATICA EUROPEA AVVERTE: “L’IMPORTANTE È CHE NON CI SIANO NEGOZIATI DI PACE SENZA L’UCRAINA E SENZA TENER CONTO DELLE ESIGENZE DI SICUREZZA DELL’UNIONE EUROPEA” - SI VALUTA UN “CORRIDOIO AEREO” PER PERMETTERE ALLO ZAR DI VOLARE IN UNGHERIA - MA LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE CHIEDE L'ARRESTO DI PUTIN...
donald trump e ursula von der leyen
Marco Bresolin per lastampa.it - Estratti
Pur presa in contropiede e imbarazzata dall’annuncio di un possibile incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump all’interno dei confini Ue, nel salotto del suo “guastafeste” Viktor Orban, l’Unione europea non ha alcuna intenzione di mettersi di traverso. «Non intendiamo certo passare per quelli che vogliono sabotare un accordo... » spiega una fonte diplomatica.
La prima a uscire allo scoperto - tramite un portavoce - è stata Ursula von der Leyen: «La presidente accoglie ogni passo per una pace duratura in Ucraina –. Qualsiasi incontro che muove su un processo di pace giusta e duratura per l’Ucraina è il benvenuto. Se l’incontro si terrà e andrà in questa direzione, sarà certamente il benvenuto».
Una linea che sembra essere condivisa anche dai principali governi, come confermato ieri da diverse fonti diplomatiche, impegnate a preparare la riunione dei ministri degli Esteri in programma lunedì a Lussemburgo.
Tanto che alcuni Stati membri, in deroga alle sanzioni Ue in vigore, potrebbero consentire la creazione di un “corridoio aereo” per permettere a Putin di raggiungere l’Ungheria. «L’importante - avverte un’alta fonte diplomatica europea - è che non ci siano negoziati di pace senza l’Ucraina e senza tener conto delle esigenze di sicurezza dell’Unione europea. In questo senso, la visita di Zelensky a Washington è un segnale positivo».
URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY
Chi certamente non fa salti di gioia per questo scenario è l’Alto Rappresentante Kaja Kallas, sempre molto scettica sulle mosse di Putin. Ieri l’ex premier estone è rimasta in silenzio, ma la sua posizione era emersa molto chiaramente dopo il vertice in Alaska, bollato come un «bluff».
Ironia della sorte, la notizia del possibile incontro a Budapest è arrivata proprio nei giorni in cui i governi degli Stati membri hanno trovato un’intesa per inserire nel prossimo pacchetto di sanzioni (ancora bloccato dal veto slovacco) una serie di limitazioni alla libertà di circolazione dei diplomatici russi nell’area Schengen. L’eventuale viaggio di Putin in Ungheria richiederà invece un’azione in una direzione diametralmente opposta da parte di alcuni Stati che dovranno in qualche modo applicare una deroga alle sanzioni attualmente in vigore.
Come ha spiegato ieri la Commissione europea, il presidente russo e il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, sono sulla lista nera Ue, ma soltanto per quanto riguarda il congelamento dei beni. Il divieto di viaggio non si applica nel loro caso
(...)
Ci sono però due problemi: il primo riguarda la chiusura dello spazio aereo Ue ai velivoli registrati in Russia, a quelli di proprietà russa e ai voli operati da compagnie di Mosca; il secondo è invece legato al mandato d’arresto della Corte penale internazionale che pende sulla testa di Putin.
Per arrivare in Ungheria dalla Russia, bypassando ovviamente l’Ucraina, è praticamente impossibile evitare lo spazio aereo Ue. Se anche Putin dovesse passare dalla Serbia, Paese amico, dovrebbe comunque volare sopra Romania o Bulgaria visto che entrare nei Balcani dall’Adriatico richiederebbe un percorso molto tortuoso.
È quindi necessaria una sospensione delle sanzioni da parte dei Paesi attraversati, oltre che della stessa Ungheria. Nel caso della Corte Penale, per quanto Orban abbia deciso di uscirne, è vincolato al rispetto dei mandati d’arresto almeno fino a giugno. «Se non lo arrestasse, verrebbe meno ai suoi obblighi – nota un altro diplomatico europei – ma nessuno di noi si aspetta che lo faccia».
rutte ursula von der leyen
URSULA VON DER LEYEN DONALD TRUMP A NEW YORK
il piano di difesa integrata di ursula von der leyen - la stampa
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