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Andrea Galli per il "Corriere della Sera"
Loro hanno parlato tanto. Ma lui di più. Se è vero che era pur sempre un casting di nomi emergenti per il partito, l'occasione e soprattutto la platea debbono aver ingolosito, inorgoglito e spronato Silvio Berlusconi, al di là del fatto che era il padrone di casa. Sicché alla fine, delle quattro ore di durata della selezione a Villa Gernetto oltre la metà le ha occupate con un assolo proprio l'ex premier.
Accompagnato da Marcello Dell'Utri, Berlusconi ha parlato dell'Italia e del centrodestra, non ha attaccato Alfano - anzi gli avrebbe regalato frasi di tenerezza, da padre - e davvero molto, molto il Cavaliere ha insistito su Forza Italia. Il futuro, la sfida. Che certamente non può non partire da questi 120 trenta e quarantenni i quali, arrivati a Lesmo nascosti su macchine e pullmini dai vetri oscurati, l'hanno ascoltato e applaudito. Consegnandosi al silenzio sia prima sia poi. O almeno provandoci.
Le tre del pomeriggio l'orario d'inizio della convention. Un ritardo lieve, giusto cinque minuti, per il trasferimento di Berlusconi da Arcore. Il cancellone della Villa che a tarda mattinata s'era aperto per far entrare (in abbondanza) quelli del catering, aveva confermato in paese che l'incontro non sarebbe stato breve. I fedelissimi di Villa Gernetto, che di solito si radunano nella trattoria a un passo dalla dimora di Berlusconi per chiacchiericcio di gossip e intensi dibattiti sui mali del Paese, hanno raccontato che qualcuno degli invitati ha sbagliato e si è presentato con largo anticipo.
Da fare nei paraggi per passare il tempo, in verità non c'è niente, specie quando piove. Esiste soltanto la trattoria e allora si sono piantati lì per pranzo. Negando i motivi della presenza perfino all'oste quando si chinava per poggiare il piatto di pastasciutta. Più tardi un uomo del servizio d'ordine del Cavaliere, assistito da una guardia giurata dell'Ivri, con una pattuglia dei carabinieri a sorvegliare le operazioni, s'è messo a esaminare un taccuino zeppo di fogli formato A4.
Sopra i fogli c'erano le coordinate degli invitati, raccolti dai circoli fondati da Dell'Utri. L'uomo del servizio d'ordine sbirciava le targhe, annotava e lasciava proseguire. Ora, poiché le regioni rappresentate nel casting sono state 13, per coprire la restante parte di territorio nazionale ci sarà a breve un'altra edizione. E sarà di nuovo un successo, c'è da giurarci. Non per altro: nel commentare la giornata, il senatore Dell'Utri porta con insistenza il discorso sulla «gran forma» di Berlusconi. Motivato. Grintoso.
Tonico. Il Cavaliere ha raccontato barzellette su barzellette, e a proposito di ragazzi - però in sala i quarantenni superavano i trentenni - ha fatto notare come anche dall'altra parte abbondino i giovani, per esempio un Formigoni, per esempio un, testuale, «giovanotto come Cicchitto».
Ancora applausi convinti. Le sette di sera la chiusura della giornata, l'uscita da Villa Gernetto schizzata via a velocità supersonica come l'entrata, tanto per cambiare silenzi opposti dai partecipanti, blindato l'entourage di Dell'Utri protetto dietro improvvisi vuoti di memoria. Anzi, cercando voci e pareri nella tradizionale squadra che dalla nascita dei circoli segue il senatore e dalla quale in parecchi si sono nel tempo via via staccati, un commento diffuso e forse polemico è che la vecchia guardia di Dell'Utri sia stata sostituita dai nuovi protagonisti. Cioè quelli di ieri. E chi sono mai? Il senatore non concede particolari: «No, io i nomi non glieli faccio. Che differenza fa? Sono donne e uomini, con anche esperienze politiche da consiglieri comunali».
Per la cronaca le donne erano in netta minoranza: raggiungerebbero a fatica quota dieci unità . Pare nessun parlamentare nei 120. C'era Federico Romani, il figlio di Paolo. Intenso il momento dedicato da Berlusconi e Dell'Utri al racconto della nascita di Forza Italia e dei primi anni dell'avventura. Della selezione a Villa Gernetto al Cavaliere è rimasto un album che contiene nomi, cognomi, foto e curriculum dei 120. Forse, dicono, si farà risentire lui in persona.
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