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STATE BONI, ANZI, BONACCINI! “LA DESTRA È DIVISA E AL PALO, SI PUÒ BATTERE” – IL PRESIDENTE DEL PD, DOPO LA FINE DELLE SOAP SULLE CANDIDATURE DI DECARO E FICO, INVITA IL CAMPO LARGO A COMPATTARSI DI FRONTE ALLO STALLO DI MELONI & CO SULLE REGIONALI: “NON POSSONO PIÙ NASCONDERE LE LORO DIFFICOLTÀ, CERCANO UNA SPARTIZIONE A TAVOLINO DEI PROTETTI DEI LEADER NAZIONALI” – PER BONACCINI CON L'AUTUNNO I NODI ECONOMICI ARRIVERANNO AL PETTINE: “LE CONDIZIONI DEGLI ITALIANI PURTROPPO PEGGIORERANNO: IL CARO BOLLETTE E I DAZI SONO UNA MAZZATA. SERVE UN’ALTERNATIVA CREDIBILE” – LA POLEMICA SU “CACICCHI” E “CAPIBASTONE” E LE SFERZATE DI ROMANO PRODI...
Estratto dell’articolo di Daniela Preziosi per “Domani”
stefano bonaccini bacia elly schlein
Ci ha messo parecchio del suo, a convincere Antonio Decaro a candidarsi in Puglia. Ma non è tipo da vantarsi di aver dato una mano «alla Ditta». Perché Stefano Bonaccini, presidente del Pd, leader della corrente riformista ed ex candidato alle primarie – il più votato dagli iscritti, cosa che in qualsiasi altro partito significherebbe che è il segretario – rema «per l’unità del Pd, per l’alleanza di centrosinistra, per il paese e dunque per mandare a casa la destra quanto prima».
Presidente, Decaro è ufficialmente candidato in Puglia. Ma il travaglio per arrivare a questo finale, è sembrato incomprensibile. Perché ci è voluto tanto?
«L’importante è che si sia arrivati alla soluzione migliore: Antonio Decaro è il candidato migliore per unire il centrosinistra e porta di suo un valore aggiunto straordinario di consenso, come sì è visto un anno fa alle europee, quando ha raccolto la cifra stratosferica di 500mila preferenze.
Con tutte le forze politiche e il civismo attorno a lui, rappresenta davvero un progetto credibile di buongoverno per il futuro della Puglia e del Mezzogiorno, come ha dimostrato da sindaco della sua Bari e come presidente nazionale Anci (l’associazione dei comuni d’Italia, ndr). Faccio presente che la destra è in difficoltà, divisa sulle candidature, non solo in Puglia. Il centrosinistra sta dando invece una grande prova di coesione, come da anni non avveniva».
Stavolta stringere le coalizioni è stato più facile che affrontare i problemi interni del Pd, in Puglia, Campania e Toscana. Perché?
«Non è così. I problemi non mancano mai, ma il gruppo dirigente nazionale del Pd ha dato in questi passaggi prova di compattezza rispetto alle inevitabili contraddizioni che possono sempre esserci sul territorio. Con Elly Schlein abbiamo condiviso i passaggi e questo ha tolto qualsiasi alibi. Questo spirito unitario sta maturando finalmente anche nel centrosinistra: uniti si può provare a vincere ovunque o quasi, divisi si perde».
Alla fine nel Pd hanno vinto i “cacicchi e i capibastone”?
«Sono espressioni che non mi piacciono. E in ogni caso è avvenuto il contrario: guideranno la coalizione di centrosinistra personalità che hanno dimostrato di avere consenso personale, radicamento, e di saper unire la coalizione per vincere».
roberto fico candidato in campania - il post del pd
La destra in molte regioni, tranne Marche e Toscana, non ha ancora scelto i suoi candidati. Le rocambolesche vicende interne al Pd non forniscono l’alibi per oscurare lo stato teso dei rapporti nella destra?
«Oscurare le difficoltà del centrodestra a questo punto è impossibile: sono in stallo su diverse candidature e non mi pare prevalgano i criteri che abbiamo usato noi: consenso, radicamento e capacità di unire.
Quello che fanno loro, piuttosto, è una spartizione a tavolino dei protetti dei leader nazionali. Per carità, ognuno ha il suo metodo e non compete a me entrare nelle loro scelte, ma registro che noi adesso siamo in campo in tutte le regioni con personalità autorevoli, mentre la destra in alcune regioni è ferma al palo. È un dato di fatto».
Dopo questa tornata di regionali, cosa mancherà ancora per cominciare a parlare dell’alleanza di centrosinistra a livello nazionale, in vista delle prossime politiche?
«Dopo le tornate amministrative dello scorso anno, in cui il Pd e il centrosinistra sono cresciuti nei consensi e nelle vittorie sia nei comuni che nelle regioni, le regionali di quest’autunno rappresentano un giro di boa: si vota in sette regioni e, fatte salve le peculiarità e specificità di ogni contesto, nell’insieme sarà un test nazionale, perché coinvolge un terzo degli italiani [...]»
ELLY SCHLEIN E VINCENZO DE LUCA
Romano Prodi però dice: al centrosinistra basterebbe esistere. Il centrosinistra «non esiste»?
«Stiamo provando a dimostrare il contrario. È evidente che se le regionali andranno bene ci sarà il primo vero campanello d’allarme per la destra. Dire che vogliamo battere la destra è importante, ma non basta. E non basta criticarli: bisogna unirsi su un progetto credibile per offrire agli elettori un’alternativa migliore della destra. Credo che Prodi ci stia giustamente incalzando su questo».
Nel frattempo però nonostante i dazi, il carovita, le vacanze a cui molti italiani hanno dovuto rinunciare, Giorgia Meloni ha ancora il vento in poppa nei sondaggi. Cosa sperate che cambi di qui al voto politico?
«Anzitutto le condizioni del paese e degli italiani stanno peggiorando e purtroppo peggioreranno ulteriormente: il caro bollette e i dazi sono una mazzata per la crescita dell’economia e per la competitività delle nostre imprese, i servizi si stanno sgretolando, penso alla sanità e ai trasporti; il potere d’acquisto di molte famiglie si sta riducendo e il governo non sta offrendo nessuna soluzione e nessuna protezione.
Perché questo bilancio negativo possa penalizzare Meloni e il governo serve ora un centrosinistra alternativo, unito e credibile, con una ricetta diversa e migliore. Per questo il test delle regionali sarà molto importante» […]
LA GALASSIA DELLE CORRENTI DEL PD
ANTONIO DECARO ELLY SCHLEIN
elly schlein - stefano bonaccini
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