
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
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I senatori di Sciolta Civica salgano sul carro del vincitore Renzi, ma per “la Repubblica” di Ezio Mauro e di Sorgenio De Benedetti l’arlecchinata politica non fa notizia né stavolta sembra provocare scandalo questo cambio in massa di casacca.
Di che si tratta?
Forse nella redazione di largo Fochetti hanno perso la memoria o hanno finito d’indignarsi?
Sembra proprio di sì.
Quando il senatore dipietrista, Domenico Scilipoti, abbandonò l’Idv per andare a soccorrere il governo Berlusconi, i titoli sul “traditore e corrotto” si sprecarono (a ragione) nel quotidiano fondato da sommo Scalfari.
E nacque subito lo “scipolitismo”, l’ultima malattia letale del trasformismo all’italiana.
Ecco, allora, resuscitato il vecchio e caro “doppiopesismo” dei giornali dei Poteri marciti.
Fa eccezione per una volta il “Corriere della Sera” di Flebuccio de Bortoli che a firma Giovanni Belardinelli denuncia questo deprecabile andazzo (a sinistra): “Di fronte al passaggio dei parlamentari da un partito all’altro si applica un metro diverso a seconda che l’azione la compia un amico o un avversario”.
MARIO MONTI CON GABRIELE ALBERTINI PIETRO ICHINO MARIO MAURO
E sullo stesso giornale un’efficace vignetta di Giannelli provoca le risentite proteste del senatore civico, Pietro Ichino.
Il giuslavorista, con un incredibile tuffo carpiato “alla Scilipoti” giustifica il suo passaggio nelle fila renziane con il pretesto che non è stato lui ad abbandonare Monti&Tramonti, ma sono stati gli elettori a dileguarsi alle ultime lezioni europee.
E che fanno, di solito, i poveri orfanelli della politica? Anche loro cercano di essere adottati, magari potendosi scegliere – come nel caso di Pietro Inchino - un nuovo padre ricco e generoso di futuri incarichi governativi.
Del resto era già accaduto (e perdonato) con l’uscita da Sciolta Civica del “Fregoli” del nuovo circo Barnum parlamentare, il giovane rampante Andrea Romano. Nel giro di pochi anni, il nostro spericolato trapezista era saltato da Massimo D’Alema all’anello rutelliano. Per esibirsi poi in un doppio salto mortale: braccio destro di Montezemolo in Italia Futura e onorevole (si fa per dire) di Scelta Civica.
Benvenuti nella cosiddetta seconda Repubblica.
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