DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
LA PREMIER VUOLE SOLO FEDELISSIMI
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
stefano cavedagna galeazzo bignami
[…] è sul nuovo capogruppo che si intravede ancora di più la volontà di arruolare il cerchio magico in vista dei prossimi mesi. Il nome di Bignami significa proprio questo: lanciare un profilo “meloniano”, protetto e sostenuto da Meloni. Salta così un ballottaggio capace di agitare il partito, con il rischio di generare malcontento nel gruppo: quello tra Augusta Montaruli e Francesco Filini. Bignami è infatti forse l’unico nome in grado di evitare che la scelta diventasse proiezione dei pesi dentro FdI: non vince un uomo di Giovanni Donzelli, Ignazio La Russa o Giovanbattista Fazzolari. Semplicemente, prevale un dirigente che risponde solo a “Giorgia”.
Il nuovo capogruppo, d’altra parte, scontenta anche gli alleati: dopo la rottura del Pdl, ha militato in Forza Italia, per poi dire addio senza troppi complimenti. Non è insomma tra i dirigenti più amati dall’alleato berlusconiano. E anche Matteo Salvini non lo ama: era stato incaricato di “marcare” politicamente il segretario leghista, ma non era riuscito nel compito a causa delle resistenze del vicepremier. Meloni non se ne cura.
E si blinda, derubricando le tensioni delle ultime settimane: «Litighiamo tutti i giorni, litighiamo la mattina e beviamo un bicchiere di vino insieme la sera. Qualche inciampo è fisiologico, ma sappiamo che cosa gli italiani sperano e si aspettano. Il governo non cadrà»’.
Anche l’investitura di Foti, d’altra parte, ha smosso equilibri, senza però provocare troppi traumi. Certo, non è stato scelto per il dicastero Fabio Rampelli, nome storico della destra romana nella quale è cresciuta Meloni: il suo profilo è stato tra quelli vagliati — anche per il ruolo di capogruppo — ma alla fine è stato accantonato (potrebbe però rientrare in campo per la candidatura a sindaco di Roma).
galeazzo bignami ai funerali della moglie di romano prodi flavia franzoni
IL LUOGOTENENTE FDI CHE SI FECE LA FOTO VESTITO DA NAZISTA
Estratto dell’articolo di Silvia Bignami per “la Repubblica”
Galeazzo Bignami, enfant prodige della destra bolognese lascia l’incarico da viceministro ai Trasporti e sostituisce Tommaso Foti, che ha firmato da ministro del Pnrr, come capogruppo di FdI alla Camera. Così Bignami, unico esponente della destra capace di raccogliere migliaia di preferenze (furono 13.300 in Regione nel 2009) nella rossa Emilia-Romagna, passa dal governo alla guida politica di FdI a Montecitorio.
fedez con la foto di galeazzo bignami
Tutto nonostante gli inciampi personali (famosa la foto in divisa da nazista del 2005, al suo addio al celibato) e le polemiche locali (dal rapporto difficilissimo con gli amministratori di sinistra alle polemiche con la Lega che gli ha rimproverato la scelta di Elena Ugolini per le Regionali in Emilia Romagna, perse malamente dalla destra).
Figlio d’arte, il padre di Bignami, Marcello, fu uno storico esponente missino di Bologna, anche lui a lungo consigliere regionale Msi, vittima, negli anni di piombo, 1974, di un agguato: «Fu gambizzato, a Castenaso», ha raccontato l’ex viceministro. Bignami jr. cresce nella generazione Meloni: Fuan, azione universitaria, collaborazioni con Il Secolo d’Italia. È lui a sponsorizzare l’ascesa dell’amica Giorgia a leader di Azione Giovani al congresso di Viterbo.
galeazzo bignami giorgia meloni
Nel 1999 Bignami ha 24 anni, e diventa consigliere comunale a Bologna con sindaco Giorgio Guazzaloca. Negli anni del Pdl entra in Forza Italia. Poi il ritorno alla casa madre.
È del 2016 però l’episodio che per un po’ sembra mettere seriamente a rischio la sua carriera politica. Diventa pubblica una immagine di Bignami in divisa nazista — fascia con la svastica e sorriso — scattata nel 2005, al suo addio al celibato. È un’onta difficile da lavar via e che anzi torna virale a intervalli regolari.
L’ultima al Sanremo, quando Fedez la strappa in diretta tv, in un rap divenuto celebre. Bignami, per quell’immagine, si è scusato subito dopo la nomina a ministro: «Quella foto è grave, sento una profonda umiliazione. Il nazismo è il male assoluto». […] Dal 2018 è deputato di FdI, anche se più volte inciampa in feroci polemiche. Nel 2019 si fa riprendere in un video mentre indica sui campanelli i nomi degli stranieri che risiedono in una casa popolare. Finisce con una denuncia al Garante della privacy. E sua fu pure l’idea, alle politiche 2022, di accompagnare Meloni ad acquistare i “meloni” che poi furono protagonisti di una delle clip più chiacchierate e discutibili di tutta la campagna elettorale.
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