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SCAPPA DALLA NAJA, CAMBIA GENDER! – “LA VERITÀ” CONTRO LA LEGGE SVIZZERA CHE HA PERMESSO A UN PISCHELLO SVIZZERO DI EVITARE IL SERVIZIO MILITARE OBBLIGATORIO CAMBIANDO SESSO: “MA SE IL SIGNOR LUCAS, ORA DIVENUTO MADEMOISELLE, DOVESSE AVERE DEI FIGLI, NE SAREBBE IL PADRE O LA MADRE? E IN QUALE SPOGLIATOIO E BAGNO DOVRÀ RECARSI, IN QUELLO MASCHILE O FEMMINILE? IN FUTURO, DOVRÀ AVERE IL CONGEDO DI MATERNITÀ O DI PATERNITÀ?”
Estratto dell’articolo di Fabrizio Cannone per “la Verità”
Pochi sanno che la Svizzera è uno dei pochi Paesi dove è rimasta è la leva obbligatoria maschile, mentre «le svizzere possono essere ingaggiate a servire su base volontaria». Per protestare contro questa presunta ingiustizia, un baldo giovane di 27 anni, nato e cresciuto con il nome di Lucas Bänteli, ha ottenuto dall’ufficio anagrafico il cambiamento di sesso. E, quindi, non dovrà servire nell’esercito regolare elvetico, neppure in caso di guerra.
[…] Ma mettiamo un attimo da parte le ragioni, vere o dichiarate, di Bänteli e chiediamoci come sia possibile una cosa del genere in un Paese che, forse più di ogni altro in Europa, viene ritenuto un esempio di società ordinata e civile. Ebbene, ciò è stato possibile grazie a una nuova legge, entrata in vigore il primo gennaio del 2022, che permette il cambiamento di sesso, senza altra disposizione che non sia l’autodichiarazione del soggetto interessato alla «trasformazione».
La nuova legge, fortemente voluta dalle sinistre e osteggiata dai conservatori e dalle chiese, ha allargato le maglie di quella precedentemente in vigore, favorendo così ogni abuso oppure scherzo di cattivo gusto. La Côte scrive che «il giovane transgender ha modificato l’iscrizione del sesso sullo stato civile» e questo «senza cambiare né apparenza, né nome». […]
L’addetto alla questione del cambiamento di sesso manda una convocazione per un unico appuntamento. E la cosa finisce lì. Nel caso del nostro «transgender», come rivela lui stesso, il tempo di attesa è stato di «10 minuti, per un costo di 75 franchi».
Dopo il (modico) prezzo fissato per la transizione cartacea, il ragazzo svizzero si è ufficialmente potuto fregiare del suo nuovo sesso, ovvero quel sesso di cui non ha né gli attributi, né le caratteristiche, né la psicologia. La carta dice «donna» mentre lui è rimasto un uomo. E dice bene La Côte: «Sulla carta di identità di Lucas, la “M” è diventata “F”».
UN COPPIA DI GENITORI GAY CON LA FIGLIA
E basta. Perché neppure la foto del documento è cambiata. Facciamo solo delle banali domande alla Svizzera, al suo presidente del consiglio Martin Candinas e al presidente della confederazione Alain Berset. Ma se il signor Lucas, ora divenuto mademoiselle, dovesse avere dei figli, ne sarebbe il padre o la madre? E in quale spogliatoio e bagno dovrà recarsi, in quello maschile o femminile? In futuro, dovrà avere il congedo di maternità o di paternità?
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