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LA7 INTRAVAGLIATA – STEFANO FOLLI DÀ UNA BOTTARELLA ALLA TV DI CAIRO, CHE ORMAI SEMBRA L'ESTENSIONE SU SCHERMO DEL "FATTO QUOTIDIANO": “LO SFORZO DI GIUSEPPE CONTE INCONTRA IL FAVORE DI UN PAIO DI RETI TELEVISIVE CHE OFFRONO SPAZIO AI CINQUE STELLE PER CREARE DIFFICOLTÀ AL PD DI ELLY SCHLEIN” – “’CONTE È ATTENTO SEMPRE A NON FINIRE NEL CONO D’OMBRA DEL PD, CIOÈ A ESSERE SEMPRE UN PO’ DIVERSO E IMPREVEDIBILE. PER CUI SE ELLY SCHLEIN VA AL PRIDE DI BUDAPEST, LUI SI GUARDA BENE DAL CONDIVIDERE IL VIAGGIO. E SI CAPISCE: LA MISSIONE DI CONTE CONSISTE NEL FARE IL PIENO DEI CONSENSI ALL’ESTREMA SINISTRA, MA SENZA MAI PRECLUDERSI UNA PORZIONE DI ‘SOVRANISMO’”…
Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”
[...] Giuseppe Conte […] non è uno di passaggio. In primo luogo ha imparato a esprimersi con l’accortezza e, quando serve, con l’astuzia di un vecchio oratore.
Poi ha individuato un paio di spunti ricorrenti, nei quali si rifugia abilmente quando le circostanze glielo suggeriscono. Il primo è il riarmo europeo, con la variante della “corsa” al riarmo a cui tendono solo i paesi della Nato.
Sono loro, gli occidentali, i veri nemici della stabilità internazionale; quanto alle imprese di Mosca in Ucraina, egli rammenta di tanto in tanto una remota condanna, pronunciata nella notte dei tempi. Il fatto che pochi la ricordino è irrilevante, tant’è che il nostro si considera esentato dalla responsabilità di reiterarla.
Il secondo tema è la povertà di una fascia consistente della popolazione, calcolata in almeno quattro milioni. Anche qui Conte è abile.
Non si ferma a un paio di “slogan”: pur restando nel vago circa le soluzioni, egli argomenta, s’infervora, dà l’idea di credere in quello che dice.
Del resto, chi meglio di lui? In passato è stato l’inventore del “reddito di cittadinanza” e in un certo senso si finisce sempre per adombrare quella soluzione o qualcosa che le assomiglia.
Il punto tuttavia non sono i temi di Conte […]. La questione di fondo investe invece l’efficienza instancabile con cui l’ex premier si presta a interviste televisive e cartacee, confronti a due, a tre, a quattro.
Con il passare degli anni ha raggiunto un livello di notevole professionalità. Tende a essere pacato […], resiste alle provocazioni, conosce le tecniche oratorie. Dimostra di essere a suo agio in uno studio televisivo, a tu per tu con un giornalista della carta o in una piazza ad arringare la folla sul dramma di Gaza.
Attento sempre a non finire nel cono d’ombra del Pd, cioè a essere sempre un po’ diverso e imprevedibile. Per cui se Elly Schlein va al Pride di Budapest a cantare Bella ciao, lui si guarda bene dal condividere il viaggio.
E si capisce: la missione di Conte consiste nel fare il pieno dei consensi all’estrema sinistra, ma senza mai precludersi una porzione di “sovranismo”. […]
Tutto questo sforzo incontra il favore di un paio di reti televisive che offrono spazio ai 5S per creare difficoltà al Pd di Elly Schlein. E i sondaggi stanno in parte dando ragione a Conte, capace di rosicchiare qualche punto al suo rivale/alleato.
Non c’è da stupirsi. Dopo un’estate di lavoro, il centrosinistra dovrà decidere i candidati per le regionali. I 5S giocheranno le loro carte consolidate dal dinamismo del leader e si vedrà.
La guerra è contro Giorgia Meloni, ma c’è tempo. Prima il conflitto riguarda i due personaggi che sappiamo. Uno dei due, Conte, preferisce definirsi “progressista” anziché di sinistra
giuseppe conte vota per i referendum
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