LADY MATACENA SCARICA SCIABOLETTA: “SCAJOLA? MAI CHIESTO FAVORI, ERA SEMPRE LUI A CERCARMI” - MA L’EX MINISTRO ASPETTAVA IN MACCHINA MENTRE LEI FIRMAVA UN CONTRATTO DA 200MILA EURO

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Giuseppe Baldessarro e Conchita Sannino per “la Repubblica”

È sicura di riottenere «al più presto» la libertà e comincia a prendere le distanze da Claudio Scajola. Eccola Chiara Rizzo. «Io non ho chiesto favori né una fuga per mio marito, all’onorevole Scajola. Non so perché c’è questa immagine di una moglie che gli chiedeva aiuto ». 

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Prove di distacco dal potente ex ministro berlusconiano: l’uomo che la faceva pedinare e le mandava fiori sulle navi da crociera, che la aspettava in auto anche per tre ore, nell’umida Brianza di gennaio, mentre lei aveva un incontro d’affari. E che sembrava ossessionato dai presunti tradimenti di lady champagne, specie col rivale che veniva chiamato “l’orco”, Francesco Bellavista Caltagirone.

Carcere di Arghillà, Reggio Calabria: è il 29 maggio, quando la detenuta Rizzo - moglie di Amedeo Matacena, ex deputato pdl attualmente latitante a Dubai dopo la condanna in via definitiva per il concorso esterno con la ‘ndrangheta, travolto dall’inchiesta di Reggio Calabria insieme con l’ex ministro Scajola - comincia a rispondere ai pm antimafia Giuseppe Lombardo e Francesco Curcio. Ora filtrano le indiscrezioni sugli atti secretati. 

CHIARA RIZZO MATACENA SULL AEREO FOTO DI MATTEO INDICE CHIARA RIZZO MATACENA SULL AEREO FOTO DI MATTEO INDICE

«Era lui che mi cercava», dice in sintesi la signora. Così lady Montecarlo prova ad allontanare da sé ogni legame d’affari con Scajola, tuttora detenuto a Regina Coeli. Tenta di cancellare ogni traccia da quella rete comune che, secondo la tesi della Procura guidata da Federico Cafiero de Raho, puntava a mascherare conti e società riconducibili ai Matacena e a trasferire “il latitante d’oro” dall’emirato arabo fino alla più sicura Beirut: dove lo avrebbero condotto i buoni uffici di Amin Gemayel, ex presidente libanese in contatto con Scajola, e il calabrese Vincenzo Speziali, faccendiere già travolto anni fa da un’inchiesta per concussione a Crotone.

È l’unica via di fuga? Il tentativo di spogliare della rilevanza penale e colorare di rosa il patto d’acciaio tra Scajola e i Matacena? La Rizzo comunque sembra ridurre tutto a una ricerca un po’ ansiosa di lui. «Era lui che mi cercava. Basta rileggersi le intercettazioni », fa spallucce. I difensori, Candido Bonaventura e Carlo Biondi, alzano le mani. «Un commento su queste frasi riportate? Non smentisco e non confermo», commenta Bonaventura. 

CHIARA RIZZO MATACENA CONSEGNATA ALLA POLIZIA ITALIANA AL CONFINE CON LA FRANCIA CHIARA RIZZO MATACENA CONSEGNATA ALLA POLIZIA ITALIANA AL CONFINE CON LA FRANCIA

E spuntano altre spinose questioni. Il trasferimento di circa 300mila euro da parte della signora De Carolis, madre di Matacena, in favore della Rizzo. E l’altro clamoroso contratto per la Rizzo, depositato dai difensori: valore 200mila euro all’anno - all’esito della «costruzione di strutture abitative prefabbricate in Etiopia » - stipulato dalla società Tecnofin, il cui ad è Gabriele Sabatini, in affari con Paolo Berlusconi, e con i Dal Lago. Tutto nasce dal noto incontro in una società a Bernareggio, in Brianza, proprio con i Dal Lago e Sabatini. 

È il 16 gennaio: lei sale su, Scajola aspetta in auto per tre ore, e ne parla al telefono: «Lì è una iniziativa con suo marito, che l'ha portata avanti lui...». Spiega la difesa: «Invece non c’era nulla di losco in quell’incontro. Ne scaturisce infatti il rapporto di consulenza di Tecnofin, ecco il contratto». Piccolo particolare: lei uscendo all’incontro dice al telefono a un amico: «Meno male che c’eri, io sono proprio ignorante totale». Altro dettaglio: il contratto è firmato a Dubai, dov’è latitante Matacena, e poi autenticato a Montecarlo. Un caso?

CAMILLO CALTAGIRONE BELLAVISTA E FANCIULLA CAMILLO CALTAGIRONE BELLAVISTA E FANCIULLA

Intanto, entro stasera, il gip è chiamato a decidere sull’istanza di revoca del carcere per la Rizzo. Gli avvocati sono ottimisti. Spiega Bonaventura: «Il Riesame ha notevolmente ridimensionato l’impostazione dell’accusa e scarcerato gli indagati Martino Politi, Antonio Chillemi e la De Carolis, madre di Matacena». Intanto dopodomani, a Montecarlo, c’è anche l’udienza per il divorzio tra i Matacena. Strana storia quella di una coppia che sta per dividersi ma muove politica e finanza da un continente all’altro per salvare se stessi e i propri conti.