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Cristiana Lodi per "Libero"
«Non me ne frega niente, non ce la faccio più a stare zitto...»
Senta signor Lavitola, la questione è un'altra. Che lei stia zitto o parli non serve a cambiare le cose. Il punto è che c'è una richiesta d'arresto spiccata nei suoi confronti dai magistrati di Napoli da circa una settimana, e lei lo sa bene. Anzi, pare lo sapesse già prima che l'ordinanza stessa venisse firmata dal gip. Dunque perché non si decide a tornare in Italia e a rispondere alle accuse, se è vero che non ha nulla di cui temere?
«Certo che non ho nulla di cui temere e presto rientrerò a casa e mi farò arrestare».
Presto quando?
«Presto».
Perché non subito?
«Ascolti, gliel'ho già detto: non mi importa di ciò che mi viene contestato dai magistrati di Napoli. Ciò che mi sta distruggendo davvero è perdere la mia famiglia: mio figlio e mia moglie, a causa di questa indagine e delle accuse infondate a me contestate».
Infondate? I pm ritengono che lei e Tarantini abbiate estorto denaro al Presidente del consiglio.
«Ma mi scusi, provi a pensarci...».
Ci penso...
«Le pare che, dati i mie rapporti con Silvio Berlusconi (e dalle intercettazioni non mi pare si evinca il contrario) sarebbe stato mio interesse mettere insieme una truffa del genere, ovvero spillargli 500 mila euro per poi dividerli con Tarantini? Le pare che il gioco valesse la candela? Se avessi avuto bisogno di denaro lo avrei chiesto direttamente al Cavaliere. Nessun bisogno e nessun interesse a truffarlo, per poi dimezzare il bottino. Oltretutto».
Infatti l'accusa sostiene che lei se ne sia intascati 400 mila di euro.
Molto più della metà del bottino.
«Non è così».
E com'è?
«Basta andare a vedere, scusi. A Tarantini ne ho dati 350 mila, più altri 100 mila. Ne ho ricevuti 400, veda un po'».
Vuol dire che ci ha rimesso?
«Ce ne ho rimessi per l'esattezza 173 mila. Sono pronto a documentare tutto. Ci sono le prove: io di soldi non ne ho intascati».
Ma perché lei consegnava denaro a questi signori? Che rapporti c'erano e ci sono fra lei, l'imprenditore pugliese finito sotto inchiesta e la consorte di questi? La consorte anzi, si può anche capire... ma lui? Lui cosa c'entra?
«Io mi sono lasciato inspiegabilmente prendere da sti due».
In che senso, prendere?
«Nel senso che si tratta di due giovani coniugi di 35 anni, perfino più immaturi della loro età . Erano nei guai. Guai veri e un tenore di vita non certo rispondente alle loro possibilità . Spendevano l'impossibile, senza criterio».
Capisco.
«Lei, Angela veniva a casa mia».
Sì, lo scrive anche il gip. Veniva a prendere i soldi di Silvio Berlusconi nel suo ufficio di via Del Corso a Roma.
«à una ragazza sommersa dai problemi. Devastata dai guai giudiziari del marito. Mi faceva tenerezza, mi abbracciava e piangeva. Veniva a casa mia e io le cucinavo coniglio e verdure... insomma era come l'avessi adottata. Poi è nata una relazione. Ma è assurdo e grave che questa circostanza sia stata resa pubblica e che mia moglie lo abbia saputo in questo modo. Io ho un figlio di sette anni. Colpire le persone nella vita privata è inaccettabile. Una cosa sono le questioni aventi risvolto penale, altro è invece la privacy che non c'entra nulla con le vicende giudiziarie».
Lei è stato radiato dall'Ordine dei giornalisti.
«Questo, insieme con la distruzione della mia famiglia è un altro fatto deleterio. à come avere spazzato via venti anni di lavoro».
Scusi ma perché Tarantini, in una intercettazione le dice che l'intervista fatta dalla sottoscritta a Patrizia D'Addario era strumentale all'inchiesta sul favoreggiamento della prostituzione e finalizzata a riaprire il caso e impedire così la pubblicazione degli atti che inguaierebbero Berlusconi?
«Non sapevo nemmeno l'avesse fatta lei».
Questo non c'entra. Ã l'infondatezza della cosa, il vero punto.
«Ma quello là , dico Tarantini, non sa quel che va dicendo».
I magistrati sostengono che una talpa l'abbia informata dell'inchiesta in corso nei suoi confronti, inducendola così alla latitanza.
«Lei dovrebbe saperlo, io ho saputo dell'inchiesta quando proprio lei mi ha chiamato il 24 agosto scorso, per intervistarmi, anticipandomi in quella sede che Panorama stava pubblicando la notizia».
Ma i pm dicono lo sapesse già . Tant'è che il suo rientro dal Brasile in Italia, previsto per il 2 agosto, è saltato per questa ragione.
«Avevo lavori da sbrigare in Brasile. Per questo non sono rientrato».
Cioè, che tipo di lavori?
«Dovevo vendere due barche. Sono già stato dal notaio, già da un anno ho consegnato la documentazione. Ma è un affare che sto tutt'ora chiudendo. Forse qualcuno non si rende conto che io ho una famiglia da mantenere. So perfettamente che quando metterò piede in Italia, il primo passo lo muoverò dentro una cella. E a quel punto cosa farò? Come vivranno mia moglie e mio figlio? Sono sicuro dell'esito positivo di questo processo, perché sono innocente. Ma intanto, chi pensa a loro?»
Scusi, ma lei dove si trova?
«A Panama».
Panama.
«Ma tornerò presto».
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