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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
CONTE AVVISATO, MEZZO SALVATO! “LE SANZIONI A MOSCA DEVONO RESTARE”, L'ALT DELLA NATO ALL' ITALIA - ANCHE LA MERKEL METTE IL CARICO CONTRO PUTIN: "L' ANNESSIONE DELLA CRIMEA È UNA LAMPANTE VIOLAZIONE DEL DIRITTO INTERNAZIONALE CHE GIUSTIFICA L' ESCLUSIONE DI MOSCA DAL G8” – E A WASHINGTON C’E’ CHI DIFFIDA DI SALVINI TROPPO FILORUSSO…
luigi di maio giuseppe conte matteo salvini
Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera
Subito un avviso al governo Conte: le sanzioni contro la Russia non si toccano. Nel suo discorso al Senato il neopresidente del Consiglio italiano aveva aperto a una revisione delle misure restrittive adottate dagli Stati Uniti e dall' Unione Europea contro Mosca, subito dopo l' occupazione della Crimea, nel 2014. Il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg è stato netto: «Le sanzioni sono importanti per inviare un messaggio chiaro alla Russia per ciò che ha fatto in Ucraina».
Bailey Hutchinson, ambasciatrice Usa nel quartier generale dell' Alleanza atlantica a Bruxelles, rafforza il concetto: «Le sanzioni vanno mantenute, almeno fino a quando Mosca non cambierà il suo comportamento, perché altrimenti invieremmo un pessimo segnale». Infine ecco anche la cancelliera della Germania, Angela Merkel: «L' annessione della Crimea è una lampante violazione del diritto internazionale che giustifica l' esclusione di Mosca dal G8».
Certo sia Stoltenberg, la diplomatica americana Hutchinson e la leader tedesca si dichiarano «favorevoli» al dialogo con Vladimir Putin e tutti sottolineano «l' importanza dell' Italia nell' Alleanza Atlantica». Ma la sostanza non cambia: l' uscita di Giuseppe Conte non trova sponde nel blocco portante della comunità occidentale.
I rapporti tra Stati Uniti e Ue sono molto tesi. Da una parte e dall' altra dell' Oceano si litiga, ormai, su troppe cose: dazi commerciali, Iran, clima. Sulla Russia, però, c' è un' intesa largamente condivisa.
Vero, Donald Trump, continua a mantenere un atteggiamento ambiguo nei confronti di Putin e i consiglieri della Casa Bianca stanno lavorando con il Cremlino per combinare un vertice tra i due leader.
luigi di maio e giuseppe conte
Ma le relazioni tra i due Paesi sono al minimo storico, dopo la fine della Guerra Fredda. A Washington tutte le agenzie dei servizi segreti, il Congresso al completo, democratici e repubblicani, i ministeri principali considerano la Russia «una minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti e degli alleati europei». Il Segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, ha già colpito con due round di sanzioni società, funzionari e oligarchi vicini a Putin. Il Segretario alla Difesa, James Mattis, che oggi parteciperà alla riunione ministeriale della Nato a Bruxelles, su questo punto non ammette deroghe.
Il nuovo governo italiano è stato accolto da un' apertura di credito nella capitale americana. Il Segretario di Stato Mike Pompeo sostiene che si può lavorare per «rafforzare l' alleanza» con Roma. Al Corriere, però, risulta che all' interno dell' amministrazione ci sia anche chi voglia prima vedere alla prova la coalizione giallo-verde. Due sono i dossier chiave: la Russia e l' Iran.
Non tutti sono così ottimisti come Pompeo. Il Segretario al Commercio, Wilbur Ross, per esempio, diffida delle posizioni del ministro dell' Interno Matteo Salvini, considerato troppo filorusso. E Ross, amico personale di Trump prima ancora che ministro del Commercio, è una figura importante: nella gerarchia reale occupa il terzo o quarto posto, dopo Pompeo, Mattis, e più o meno sullo stesso livello di Mnuchin.
L' impressione è che Trump e gli Stati Uniti vogliano condurre in prima persona il dialogo con Putin, mantenendo alta e, anzi, se possibile accentuando la pressione economica su Mosca. Negli ultimi mesi la Casa Bianca si è trovata in perfetta sintonia con la premier britannica Theresa May. Vorrebbe qualcosa di più dalla Germania (pesa la polemica sul gasdotto Nord Stream che collega il Paese direttamente alla Russia) e dalla Francia. Ora anche l' Italia rischia di trovarsi allo scoperto, sulla linea di tiro degli americani.
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