COMPAGNI DI LOTTA E DI LETTO - L’ETERNO PERDENTE DELLA SINISTRA TEDESCA, OSKAR LAFONTAINE, UFFICIALIZZA IL SEGRETO DI PULCINELLA: LA SUA STORIA D’AMORE E DI LENZUOLO CON LA COLLEGA DI PARTITO SAHRA WAGENKNECHT, DI 26 ANNI PIÙ GIOVANE - IL PADRE NOBILE DELLA ‘LINKE’ TRESCA CON LA GNOCCHISSIMA PASIONARIA COMUNISTA GIÀ DA DUE ANNI MA FINO AD OGGI AVEVA SMENTITO PER NON DARE L’IMPRESSIONE (MA VA’?!) CHE DIETRO L’ASCESA POLITICA DI SAHRA CI FOSSE LUI…

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Paolo Lepri per il "Corriere della Sera"

«Sciocchezze della stampa borghese» era stato il commento dei suoi collaboratori quando Der Spiegel aveva scritto nel 2009 che la vera ragione delle dimissioni di Oskar Lafontaine da co-presidente del gruppo parlamentare della Linke e della decisione di tornare a fare politica nel Saarland era il tentativo di salvare un matrimonio in crisi e di lasciarsi alle spalle la relazione extraconiugale con la collega di partito Sahra Wagenknecht.

Un mese dopo, un altro annuncio inaspettato («Ho il cancro e mi sottoporrò ad un intervento chirurgico») aveva aggiunto un risvolto drammatico alla vicenda. Intanto Christa Müller, la moglie di Lafontaine socialdemocratica poco amata dalle femministe, lo aspettava a casa. In questi anni si è fatta vedere qualche volta al suo fianco, interpretando senza molta convinzione un copione a cui quasi tutti non credevano. Ieri, il colpo di scena finale. «Sono separato da un po' di tempo, e Sahra è la mia partner», ha detto lui al termine di una conferenza della Linke a Saarbrucken. Lei era lì, a pochi passi, e non ha aggiunto altro. «E' stato detto tutto», sono state le sue uniche parole.

Non è sbagliato dire, senza ironia, che Oskar e Sahra sono una coppia notevole. Lui, 68 anni, è uno dei personaggi più battaglieri della sinistra tedesca, un uomo che ha sempre saputo perdere, come quando, candidato cancelliere per la Spd, venne sonoramente sconfitto nel 1990 da Helmut Kohl. Una delle sue passioni è quella di andar via sbattendo la porta. La volta più clamorosa fu quando nel 1999 lasciò il governo Schröder, del quale era ministro delle Finanze, perché non ne condivideva le politiche economiche.

Poi l'uscita anche dal partito, la scissione, la fusione del suo gruppo con i postcomunisti della Pds e la nascita della Linke. Sahra, che ha 42 anni, un figlio e un matrimonio fallito con il regista e produttore Ralph Niemeyer, viene da un'altra storia. Nata in Germania Est, di padre iraniano (che non ha mai conosciuto), si è laureata in letteratura tedesca e filosofia a Jena (tesi su «Hegel e il giovane Marx»), ha aderito nell'ultima fase alla Sed, il partito di Honecker, e dopo la caduta del Muro si è subito impegnata nella Pds, di cui ha guidato la corrente più legata agli ideali del marxismo. Nemmeno la super-intellettuale Die Zeit ha resistito alla tentazione di intitolare un articolo su di lei «la bella comunista». I capelli tirati all'indietro, le lunghe gonne da austera ricercatrice universitaria e nessuno che resiste al suo fascino.

Come spesso accade, nemici e avversari (la Linke è tradizionalmente dilaniata da odi terribili) hanno spesso insinuato che dietro alla ascesa politica della Wagenknecht ci sia sempre stato Lafontaine. In realtà Sahra ha dimostrato in questi ultimi tempi una determinazione ferrea, che l'ha portata ad essere eletta nei giorni scorsi, dopo una lunga campagna, vice capo del gruppo parlamentare. C'è chi dice che punti alla poltrona di Gesine Lötzsch, copresidente del partito. Nel frattempo il suo dogmatismo si è attenuato, la sua linea («tutte le banche vanno nazionalizzate») si è notevolmente spostata su posizioni meno oltranziste. Il partito, che naviga in una inutile opposizione, va svecchiato. E questo, per capirlo, non c'è bisogno di farselo dire da Oskar.

 

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