DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Superbonus per Dagospia
Ma come!? Non era tutto sotto controllo? I conti pubblici non erano a posto e non ci sarebbe stato bisogno di una manovra finanziaria? Lettanipote oggi promette che non sforeremo il rapporto deficit/pil del 3% dopo che il commissario europeo ha sbugiardato Saccomanni sbeffeggiando il suo ottimismo.
E' la fotografia di una classe dirigente che ha costruito le sue fortune sul falso in bilancio. A partire dal primo e mastodontico falso in bilancio fatto con i derivati sottoscritti dal Tesoro Italiano con a capo Mario Draghi per entrare in Europa (si aspettano ancora la tanto annunciata trasparenza su quei numeri), e poi via via con la non contabilizzazione di 80 miliardi di debiti verso i fornitori, la chiusura di tutti e due gli occhi su Monte dei Paschi, Carige, Banca di Roma, Unipol Fonsai, Telecom, per arrivare ai continui e ripetuti annunci menzogneri sui conti pubblici.
Dalle trovate funanboliche di Tremonti per non alzare le tasse alla strategia dello struzzo di Saccomanni, gli italiani assistono allo spettacolo di amministratori pubblici spendaccioni e bugiardi. Uno spettacolo che si tinge di squallido quando il signor 20 mila euro al mese Giuliano Amato chiama il suo compagno di merende Mussari per avere una sponsorizzazione di 150 mila euro per il torneo dei tennis di Orbetello.
Di mecenati, con i soldi degli altri, abbonda il paese cosi' che le fondazioni bancarie hanno elargito a destra e manca senza curarsi di come venivano gestiti gli istituti di credito di cui erano e sono azioniste.
Lettanipote sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ai tempi di Prodi se ne guardava bene di intervenire su Bassolino e i suoi sprechi e i suoi derivati mentre a Napoli bruciava la monnezza, il suo silenzio di bravo ragazzo politically correct gli e' valso l'appoggio della nomenclatura spendacciona e tassarola di destra e di sinistra fino ad incoronarlo Presidente del Consiglio come espressione del nulla perfetto, dell'inazione assoluta sulla finanza pubblica.
Al suo fianco uno dei maggiori responsabili morali del caso MPS che in Bankitalia ha preferito voltarsi dall'altra parte pur di non intervenire sugli amici di Orbetello e commissariare la banca prima del disastro.
Ma entro gennaio dovranno mettere mano ai conti e trovare almeno 20 miliardi per mantenere l'Italia sopra la linea di galleggiamento; quindi diranno che e' tutta colpa di Berlusconi quando lo spread tornera' in zona 300 e ci serviranno l'ennesima manovra fatta di nuove tasse.
Ma mentre si attrezzano per galleggiare ancora una volta alle spalle dello sprovveduto sindaco di Firenze l'impresa italiana ha deciso di emigrare, di non assistere piu' allo spettacolo stucchevole dell'ennesima promessa "ripresina".
Senza la possibilita' di svalutare la propria moneta l'Italia non e' piu' competitiva, troppe tasse e pochi servizi ci collocano agli ultimi posti al mondo dei luoghi dove fare business. Ma loro, gli inossidabili della menzogna sui conti pubblici sono sempre li', sempre a dire che tutto va bene per poi tartassare di nuovo i propri concittadini e garantire la loro casta di tennisti di Orbetello.
2. SACCOMANNI NON ESCLUDE LA MANOVRA CORRETTIVA: STABILIZZARE I PRECARI CI FAREBBE SFORARE IL 3% - GIALLO SUL SECONDO DECRETO DEL FARE: RINVIATO, NORME TROPPO COSTOSE
Roberto Petrini per La Repubblica
Tuttavia la tensione sui conti pubblici, attestati nelle stime del governo per questâanno a quota 2,9 per cento, può innescarsi da un momento allâaltro. Lo testimoniano lâallarme della Bce, le preoccupazioni di Bruxelles ma anche il continuo braccio di ferro, sul quale devono vigilare i tecnici della Ragioneria generale dello Stato, e che può dar corso da un momento allâaltro ad un preoccupante sforamento del deficit. SACCOMANNI PINOCCHIO
Eâ il caso del cosiddetto decreto del «fare 2», circolato in bozze ieri abbondantemente, ma decisamente smentito dal ministero per lo Sviluppo economico. Al di là del merito il «giallo» sul decreto riguarda proprio i conti pubblici: una norma prevede infatti la stabilizzazione dei 350 mila precari della pubblica amministrazione (già prorogati fino a giugno e dunque fino al 31 dicembre) il cui costo (circa 30 mila euro ciascuno) raggiungerebbe i 3 miliardi. Si tratta in termini di Pil di circa lo 0,2, cifra in grado di portare il rapporto di questâanno oltre la fatidica soglia del 3 per cento fissato a Maastricht. Il rischio manovra che avrebbe generato la norma, ha procurato il rinvio del decreto. Ma il pericolo è sempre in agguato.
LETTERA DI ALMUNIA A SACCOMANNI PAGINA UNO
Il cronoprogramma delle prossime settimane ci dirà molto di più. Lo stesso Saccomanni ieri ha ricordato che il 20 settembre sarà presentata la «nota di aggiornamento» del Documento di economia e finanza: cioè il primo aggiornamento dei conti pubblici (giacché lâultimo Def era di Monti-Grilli) e che il 15 ottobre la legge di Stabilità finanziaria dovrà arrivare in Parlamento e, per la «bollinatura», a Bruxelles. «Il ministro dellâEconomia, con la presentazione del Def deve dire la verità al paese: non possiamo disinteressarci dellâandamento dei conti in corso dâanno», ha dichiarato ieri a Repubblica, Marco Causi, economista e capogruppo del Pd in Commissione Finanze della Camera.
Sul tavolo ballano una serie di cifre. Per questâanno sono necessari circa 4 miliardi: le risorse per lâIva (1 miliardo entro fine mese), per lâImu (2 miliardi entro dicembre), per la cassa integrazione in deroga circa 550 milioni e altri 400 per le missioni militari. Il buon andamento dello spread e il maggior gettito Iva per lâoperazione «crediti-imprese », potranno essere di aiuto, ma non potranno chiudere la partita per la quale sono necessarie nuove coperture. Altre risorse potranno venire dalla spending review e dalla cessione del patrimonio immobiliare. Tutto verrà tuttavia giocato sul pericoloso filo del 3 per cento.
Il quadro del prossimo anno è altrettanto denso: la manovra destinata a trovare risorse potrebbe raggiungere i 10-15 miliardi (dopo i 4 miliardi della Finanziaria 2013). Ebbene il problema Imu-service tax si riproporrà e costerà intorno ai 3 miliardi (insieme al patto di stabilità per i Comuni), se non si vorrà lâaumento dellâIva bisognerà mettere sul tavolo 3,8 miliardi, per evitare lâaumento dei ticket ci vogliono altri 2 miliardi. Poi câè la questione del cuneo fiscale: la Confindustria chiede 5 miliardi per lâIrap e i sindacati altri cinque per lâIrpef: magari ci si fermerà a metà strada, ma le risorse necessarie si gonfiano e si raggiungono i 10-15 miliardi per la legge di Stabilità del prossimo anno. Facendo sempre attenzione a non mettere un piede in fallo.
FABRIZIO SACCOMANNI GIULIANO AMATO SACCOMANNI E CARLO DE BENEDETTI
Ultimo snodo sul piano economico, prima della Finanziaria, resta il «fare 2» che rischia così di essere il veicolo di micromisure in quanto con tutta probabilità finirà «collegato» alla legge di Stabilità . Per ora si annunciano 80 milioni per la circonvallazione di Lucca, il bando per una centrale a carbone nel Sulcis (Sardegna), lâistituzione di una anagrafe dei benzinai (misura anche prevederebbe la chiusura di 3 mila distributori non in regola entro il prossimo anno).
MUSSARI DRAGHI E LETTA
MARIO DRAGHI ED ENRICO LETTA FOTO INFOPHOTOenrico_letta_vacanze_moglie_figliLETTA CON ELMETTO bonino amato enrico letta interna nuova vignetta letta enricoENRICO LETTA E BERLUSCONI fabrizio saccomanni direttore big x
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