DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Adriana Logroscino per corriere.it
Cinque giovani, tra i 25 e i 33 anni, rappresentativi di correnti diverse, tutti impegnati sui territori: Caterina Cerroni, Marco Sarracino, Paolo Furia, Rachele Scarpa, Paolo Romano. È una delle carte che il segretario del Pd Enrico Letta vorrebbe giocarsialle elezioni. Dovrebbero tutti essere in posizione eleggibile, anche se nelle ultime ore è partito l’assalto di quanti rischiano l’esclusione e mettono sotto accusa la strategia di Letta. La direzione che licenzierà le liste al proporzionale è in programma per oggi.
Il segretario dem
LA BORRACCIA DI ENRICO LETTA CON SCRITTA BELLA CIAO
Un’altra scelta strategica è la candidatura a Vicenza del segretario Enrico Letta come capolista nel proporzionale della Camera. La logica è quella di «un’incursione nel mondo leghista che ha affondato Draghi», come la definisce Letta stesso. Misurandosi in una città di provincia popolosa ed economicamente vivace in cui — questa è la scommessa dei dem — la Lega potrebbe venire ridimensionata non solo dalla concorrenza a a destra di Giorgia Meloni, ma appunto dalla scelta di Matteo Salvini di contribuire a far cadere il governo. Una scelta che ha disorientato proprio quella parte produttiva e operosa che vota Lega da quando il simbolo è sulla scheda. Letta valuterà oggi dove altro candidarsi, oltre che in Veneto.
Il nodo a Bologna
Tra i tasselli che trovano la loro collocazione in casa Pd, anche la candidatura di Pier Ferdinando Casini nel collegio di Bologna. Il partito locale tenta di mettersi di traverso da giorni: sia per ragioni ideologiche sia per difendere i posti considerati tra i più sicuri in Italia per la classe dirigente emiliano-romagnola. Il nome dell’ex presidente della Camera, però, è irrinunciabile per il segretario: rappresenta un contrappeso efficace all’«attacco presidenzialista» del centrodestra.
Esclusi e strappi
Ma nel giorno della vigilia, saltano fuori anche clamorose esclusioni. Come quella (certa fino a ieri sera) di Tommaso Nannicini, senatore uscente, anima socialista del Pd. O del costituzionalista Stefano Ceccanti costretto a cedere il posto, a Pisa, a Nicola Fratoianni di Si.
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