FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
LA LETTERA DI GIUSEPPE CONTE AL CORRIERE DELLA SERA
1 - CONTE NON È A MISURA DUOMO LETTERA-PIPPONE DI PEPPINIELLO AL “CORRIERE” CON SUPER CAZZATA. SCRIVE: ‘’RENDERE MILANO AUTOSUFFICIENTE, A LIVELLO ALIMENTARE, PER IL 2050, DANDO PRIORITÀ A QUEI DUECENTOMILA BAMBINI CHE VIVONO IN POVERTÀ NELLA METROPOLI” – PECCATO PER IL NOVELLO LEADER DEI 5STELLE CHE L’ISTAT ABBIA REGISTRATO NEL 2020 UN TOTALE DI 176.683 PUPI MENEGHINI (0-14) – ‘’IL SUO LUOGOTENENTE BUFFAGNI PROVA A METTERE UNA PEZZA PARLANDO DI ERRORE DI BATTITURA DEL GIORNALE, SALVO POI SCOPRIRE CHE ANCHE LUI AD APRILE AVEVA CITATO LA STESSA CIFRA DEI 200MILA. FORSE È UN OBIETTIVO DEL M5S: AVERE PIÙ POVERI A MILANO PER POTER DIRE CHE LA SOLUZIONE È IL REDDITO DI CITTADINANZA"
2 - NOIO VOLEVÀN SAVUAR
Luciano Capone per “il Foglio”
La campagna del nord di Giuseppe Conte parte da Milano, ma col piede sbagliato. Con una missiva affidata al Corriere della Sera, Conte tenta di riconnettere il suo partito col ceto produttivo lombardo, ma la sua lunga lettera seppure piena di parole è vuota di contenuti.
stefano buffagni giuseppe conte
Al di là di qualche riferimento vago non si vede una proposta concreta e l'unica cifra menzionata, quella sul numero di bambini poveri in città, è clamorosamente errata. A parte l'annuncio di un tour a settembre, un po' come fanno le band quando lanciano un nuovo disco, in cui "il nord avrà un peso determinante", non c'è molto altro.
Perché alla base manca una visione chiara della questione settentrionale e, soprattutto, non si capisce come Conte intenda conciliarla con quella meridionale. Come ammette egli stesso, il M5s appare "una forza politica prevalentemente concentrata a recuperare il divario che il meridione soffre rispetto al resto dell'italia".
GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA
E infatti, la narrazione del suo secondo governo era che il nord, e in particolare Milano, dovesse "restituire" risorse depredate. In quell'ottica, che riprende le analisi Svimez, il ritardo del sud era un prodotto della crescita bulimica del nord e della sua città più rappresentativa.
Ora Conte afferma che Milano deve "tornare a essere la locomotiva" che "traina tutto il paese". Un ribaltamento totale. Il problema è che le due narrazioni, tra di loro inconciliabili, vengono offerte contemporaneamente sul mercato elettorale del sud e del nord nella speranza che nessuno se ne accorga. E così, come ha già fatto prima a Roma e poi a Napoli, Conte dice che "sarà necessario adottare una legge speciale" per Milano.
E poi, chissà, per ogni altro comune che andrà al voto nei prossimi mesi. Le cose non migliorano quando si passa dai concetti vaghi di "sviluppo sostenibile" e di "economia eco- sociale di mercato" alla loro declinazione, anzi.
La parte più surreale del manifesto contiano per la conquista di Milano è la proposta delle fattorie verticali di periferia per sfamare "quei duecentomila bambini che vivono in povertà nella metropoli". La cifra di 200 mila bambini poveri, l'unica citata nell'intervento, è un errore macroscopico ( anche perché a Milano tutta la popolazione under 15 arriva a 170 mila unità).
Si tratta di un dato peraltro già citato in passato dall'ex viceministro Stefano Buffagni, che nel M5s è l'esperto di numeri nonché luogotenente lombardo. Conte si è successivamente corretto, precisando che si è trattato di "un errore di battitura": la cifra esatta è "ventimila".
Il refuso ha però distolto l'attenzione dall'assurdità dell'idea di "pianificare" delle "vertical farm" per sfamare i bambini poveri e rendere autosufficiente Milano dal punto di vista alimentare. Come se la città dovesse prepararsi a un assedio o a interrompere gli scambi commerciali con l'esterno.
E come se la povertà nelle città italiane dipendesse dalla scarsità della produzione agricola urbana. La formula "vertical farm" pare moderna perché evoca il "Bosco verticale", il complesso architettonico di Stefano Boeri che ha rinnovato l'immagine di Milano, ma dal punto di vista economico ricorda il modello produttivo dei sovchoz e kolchoz di epoca sovietica. Se Conte voleva smentire lo "stereotipo di un Movimento poco attento alle necessità del tessuto imprenditoriale e produttivo" del nord, con la sua lettera non ha fatto altro che confermarlo.
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