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Giovanna Casadio per la Repubblica
LOGO TROLLEY PER IL LINGOTTO DEL PD RENZIANO
«Useremo il noi, l' idea da dare al Lingotto è la squadra, la pluralità, le grandi responsabilità che il Pd ha». Maurizio Martina, l' altra metà di Matteo Renzi nel ticket per la segreteria del Pd parla del nuovo passo. Addio alla personalizzazione, all' uomo solo al comando: sarà la cifra della ricandidatura di Renzi alla guida dei Democratici.
«Sergio Chiamparino è di casa al Lingotto, e sarà con noi», elenca il ministro dell' Agricoltura Martina che traduce nello slogan «la sfida che ci attende», l' invito del governatore del Piemonte, Chiamparino e del sindaco di Milano Beppe Sala, affidato a una lettera aperta ieri su Repubblica. Sala e Chiamparino chiedono all' ex premier di cambiare mare e rotta se vuole restare ancora capitano. E intendono capo del partito, non automaticamente candidato premier. Prevedono cioè la separazione dei due ruoli, su cui invece Renzi e i renziani non transigono: il leader sarà anche premier. E sarà un bello scontro da venerdì a domenica prossimi al Lingotto di Torino, luogo simbolo per il Pd che lì fu battezzato da Veltroni dieci anni fa.
A 48 ore dall' avvio della kermesse, che segnerà il countdown per le primarie del 30 aprile, Renzi fa circolare in rete la sintesi della mozione con lo slogan - "Tornare a casa per ripartire insieme" - e il simbolo: un trolley, come quello con cui fu fotografato arrivando da segretario nel 2013 al Nazareno, la sede del partito. Questa volta il trolley - spiega - è il simbolo del viaggio per l' Italia e dell' ascolto: «La mozione sarà scritta dal basso». Al Lingotto solo una traccia.
Molta attenzione all' Europa, contro i populismi ma analizzando le ragioni delle paure; le cose buone fatte nei mille giorni di governo ma «facendo le pulci» anche a quello che proprio non è andato. Via all' operazione simpatia e affidabilità. Un ticket alla guida. Con Martina appunto che, a chi gli chiede se sarà la sponda a sinistra della coppia, spiega: «La sinistra è la mia provenienza certo, ma noi siamo il Pd».
E poi gli ospiti al Lingotto, a cominciare dal premier Paolo Gentiloni. Ci sarà Emma Bonino. La leader radicale fa sapere: «Vado dove posso parlare dei temi che mi stanno a cuore, come l' immigrazione ». Al Lingotto renziano affronterà la questione del Mediterraneo. Uno dei temi dei 12 tavoli, dal partito che verrà al potere del sapere, a welfare e salute. Ci sarà il premier maltese Joseph Muscat, presente lo psicanalista Massimo Recalcati, il sociologo Mauro Magatti, il ministro dell' Economia Padoan, il filosofo Biagio De Giovanni. Mentre impegnati pancia a terra per ultimare i preparativi del Lingotto renziano sono Tommaso Nannicini e Filippo Taddei, mentre all' agenzia barese Proforma, che curò la campagna delle primarie di Nichi Vendola, è affidata grafica e comunicazione.
«Saranno tre giorni di discussione piena e franca al Lingotto, io sostengo Matteo Renzi», rimarca Maria Elena Boschi, sottosegretario di Gentiloni, ex ministra delle Riforme nel governo Renzi. Molta attenzione ai temi economici. L' ex premier mette le mani avanti già nella e-news di lunedì: «Non voglio dire che vi annoieremo, ma non sarà lo stile scanzonato e gioioso della Leopolda di Firenze, che sarà in autunno come sempre: al Lingotto si parla di programma, sarà più un momento di riflessione, di approfondimento». Attese centinaia di persone, di osservatori e supporter, di amministratori.
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