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ALLA LISTA DEI PIAGNISTEI DI HILLARY MANCAVA SOLO OBAMA: ‘SE AVESSE DENUNCIATO LE INGERENZE RUSSE, IL RISULTATO SAREBBE CAMBIATO’ - IL LIVELLO DI RIDICOLO DEL MEMOIR-SCARICABARILE DELLA CLINTON È TALE CHE PURE IL LIBERAL ‘VANITY FAIR’ LA SBERTUCCIA CON UNA RUBRICA IN AGGIORNAMENTO: ‘LA LISTA DELLE PERSONE A CUI LA CLINTON ADDEBITA LA SUA SCONFITTA, PARTE III’

1. PURE ‘VANITY FAIR USA’, PRO-HILLARY, PRENDE PER IL CULO LA CLINTON. AGGIORNANDO DI VOLTA IN VOLTA LA LISTA DELLE PERSONE CHE LEI RITIENE RESPONSABILI PER LA SUA SCONFITTA, PARTE TERZA

 

https://www.vanityfair.com/news/2017/09/people-clinton-blames-for-her-election-loss

 

 

2. "HO SBAGLIATO, MA NON DA SOLA" LE FRECCIATE DI HILLARY CONTRO OBAMA

Federico Rampini per La Repubblica

hillary e obamahillary e obama

 

"Io ho condotto una campagna tradizionale, mentre Donald Trump faceva un reality-tv show che aizzava la rabbia e il risentimento degli americani». Hillary Clinton vuota il sacco. Parla della sconfitta, analizza i suoi errori, nel libro più atteso dell' anno: il diario personale della folle elezione del 2016. "What Happened": cosa è successo, la promessa del titolo non viene tradita, certo è una versione di parte, ma il contenuto è piccante. «È stata la mia campagna, ho preso io le decisioni, mi assumo le responsabilità».

 

obama e hillaryobama e hillary

Forse per la prima volta nella sua vita Hillary azzecca il tono della sincerità, lei che è sempre stata percepita - lo riconosce - come troppo controllata, fredda, calcolatrice. (Un tocco ulteriore di realismo nella versione audiolibro: è lei a leggerlo). C' è dell' autocritica ma anche uno sfogo e qualche regolamento di conti, che non risparmia il suo rivale in campo democratico Bernie Sanders accusato di averla danneggiata.

 

Ce l' ha soprattutto con l' allora capo dell' Fbi James Comey che 11 giorni prima del voto le riservò un tiro mancino rilanciando a sorpresa lo scandalo delle sue email "segrete". (In seguito lo stesso Comey ha fatto un voltafaccia ed è diventato uno dei grandi accusatori di Trump nel Russiagate).

hillary libia obamahillary libia obama

 

Il diario di Hillary trasuda disprezzo verso Trump, ma gli dà atto di avere intuito qualcosa che a lei è sfuggito. «Non ho capito l' atmosfera del momento e non ho capito la natura dell' avversario ». Ammissioni gravi se pronunciate da una politica di professione, che aveva "studiato" per un vita come dare la scalata alla Casa Bianca, e poi ha fatto la campagna sbagliata, senza percepire l' emorragia finale di consensi in alcuni Stati-chiave: «Non mi sono resa conto che il terreno si stava muovendo sotto i nostri piedi».

 

L' autocritica ha i suoi limiti.

bernie sanders hillary clintonbernie sanders hillary clinton

Un pizzico di supponenza o di alterigia affiora quando evoca i 675.000 dollari ricevuti dalla Goldman Sachs per un paio di discorsi tenuti davanti ai banchieri di Wall Street. Lo definisce «un errore di ottica», quasi che si trattasse di un fatto estetico, mentre invece Trump capì benissimo cos' era: la conferma di un antico connubio tra la leader democratica e l' establishment. Si pente di avere detto davanti ai minatori del carbone che la loro industria doveva chiudere (e quelli ovviamente hanno votato repubblicano).

 

Il suo rimpianto più cocente riguarda Vladimir Putin. «Non vedevo l' ora di essere presidente degli Stati Uniti per affrontarlo faccia a faccia e dimostrargli che erano falliti i suoi sforzi per influenzare l' elezione e installare alla Casa Bianca un burattino amichevole». Ora lei è convinta che «Putin si sta godendo tutto quello che è avvenuto, ma non è detta l' ultima parola, ride bene chi ride ultimo». Non risparmia un velato rimprovero a Barack Obama, chiedendosi se una denuncia più vigorosa delle ingerenze russe da parte del presidente allora in carica non avrebbe cambiato il risultato.

 

L' attenuante più forte che invoca: «Perché sono diventata il parafulmine di tanta rabbia? In parte è perché sono una donna».

 

joe biden hillary clintonjoe biden hillary clinton

C' è anche una difesa del matrimonio con Bill, l' uomo senza il quale forse non sarebbe arrivata così in alto, ma che l' ha anche ripetutamente ferita e danneggiata. «Ci sono stati momenti in cui mi sono chiesta se il nostro matrimonio poteva sopravvivere. Lo amo ancora? La risposta è sempre sì». A chi si augura che si tolga finalmente di torno risponde con tono di sfida: «Io sono sempre qui». E questa per i democratici forse suona come una minaccia.