RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
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ELISABETTA BELLONI - G7 DI BORGO EGNAZIA
“Il Foglio” è stato il primo quotidiano a incoronarla “Lady G7”, squadernando l’11 giugno una sontuosa e informatissima paginata firmata da Marianna Rizzini:
“A sapere ieri che sarebbe diventata oggi quello che è diventata, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni – direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (numero uno dei servizi segreti) e “sherpa” di Giorgia Meloni al G7 che si apre domani a Borgo Egnazia – avrebbe forse benedetto il vezzo e la passione che l’hanno portata, negli anni, a praticare saltuariamente il tiro con l’arco, attività che non può essere definita uno sport, da quanto abbia a che fare non tanto con la forza fisica, quanto con la capacità di osservazione, l’attitudine al silenzio, la resistenza di fronte all’ostacolo, la resilienza davanti alle sconfitte, tutte doti che costituiscono il nucleo caratteriale di ferro di Belloni…”.
ELISABETTA BELLONI - FABRIZIO ALFANO - G7 BORGO EGNAZIA
Altro giro. Domenica 15 giugno tocca a Fabrizio Roncone, ritrattista principe del “Corriere della Sera”, celebrare con un’altra spettacolare paginata vita, opere e miracoli di “Lady G7”:
“Nessuno a sinistra può considerarla di destra e nessuno a destra può considerarla di sinistra... I capelli biondi phonati come un’attrice di Hitchcock, diafana, l’altro giorno indossava una giacca a fiori tipo certi divani delle pensioni di Rimini anni Sessanta”.
Elisabetta Belloni incontra il premier croato Andrej Plenkovic
Lunedì 16, il reportage di Roncone da Borgo Egnazia scatena il sarcasmo de “Il Fatto” di Travaglio: “È merito suo, pare, se tutto sia andato a meraviglia e perciò il Corriere ne elogia le infinite qualità: non solo è brava, ma anche “a sorpresa, molto spiritosa”; dotata di “eleganza antica e distante”, ma in grado di “decidere e controllare tutto”. Trattasi di “autentica servitrice dello Stato”, perciò incriticabile. Una specie di Mario Draghi donna, si direbbe”.
elisabetta belloni foto di bacco
Il corsivo chiude così: “Attenzione: “qualcuno sostiene che, in certe foto, assomigli a Grace Kelly”. Altro? “Perfetta conoscenza di cinque lingue” (ma nessuna lunga quanto quella del Corriere). Un curriculum per cui “servirebbero un paio di pagine”.
E poi “ha solo 65 anni”, quindi il futuro è aperto a ogni ambizione, tipo Commissario Ue per la politica estera oppure presidente della Repubblica. O magari un bel remake della ‘’Finestra sul cortile’’.
Non è finita: la saga di ‘’Belloni, me cojoni” dilaga anche su “Repubblica”, il quotidiano più odiato dalla “psiconana Meloni”(copy Grillo). “Sta costruendo una "terza vita", scrivono Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini. “Dopo quella da diplomatica che l'ha condotta al vertice della Farnesina e l'esperienza nell'intelligence alla guida del Dis, il G7 di Borgo Egnazia potrebbe regalare una nuova vita ad Elisabetta Belloni. Investita della guida dei lavori davanti e dietro le quinte, e a un passo dalla pensione nel suo ruolo ai Servizi, potrebbe approdare presto nell'arena politica… La premier pensa a lei per Bruxelles. Belloni attende, Non parla. E prepara la "terza vita''.
Al terzo peana in gloria di “Lady G7”, pare che gli otoliti della “Regina Giorgia” avrebbero iniziato a volteggiare minacciosi come falchi. “’Ahò, ‘sta Belloni se sta ad allarga’ un troppo…”. E non è un caso che i giornali di Angelucci (“Il Giornale”, “Libero”, “Il Tempo”), per non parlare de “La Verità” di Belpietro, non abbiamo dedicato un inno alla gioia per il ruolo rivestito al G7 dalla Grace Kelly dell’Intelligence de’ noantri.
Niente, manco un rigo. Forse perché conoscono bene il carattere egolatrico della Ducetta, sbarcato a Palazzo Chigi a miracoleggiare: ‘’Io, io, qui comando io!”. Il culto di se stessa, decisamente il suo orgasmo preferito: "L'Etat, c'est moi". La sua pelle. Il suo champagne. Tra photoshop e filtri, smorfie e boccucce, ci sono solo Io, con la Scurti dietro che mi regge la borsetta: "Après moi, le deluge!".
elisabetta belloni foto di bacco (3)
Ecco un esempio recente della fragilità politica che fa da volano all’egolatria erga omnes della premier. Appena terminata la scampagnata a Borgo Egnazia, Las Vegas pugliese più finta di un “Truman show”, la Melona si è scapicollata a Lucerna al summit per la pace in Ucraina, dove la sua presenza non era per nulla necessaria in quanto l’Italia era rappresentata dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Che ovviamente è stato subito messo da parte.
Ma Giorgia è fatta così: l’insicurezza psico-politica cotona l’ego della Melona. Alla costante ricerca dei riflettori, perché è sempre interessante sentir parlare e leggere di sé. Come l’altro famigerato M, che teneva accesa nottetempo la luce del suo studio a Palazzo Venezia, anche lei vuole accreditarsi come l’Uomo della Provvidenza che lavora 24 ore su 24 per la “Nazione”.
FRANCO FRATTINI - ELISABETTA BELLONI
Ecco perché “detta Giorgia” non ha per nulla gradito l’invasione di campo di “Lady G7”. Non piace quel “dinamismo di potere” di Elisabetta Belloni, dilagato sui media grazie all’opera del suo capo della comunicazione al Dis, Lucrezia Pagano, che fa ronzare nella testolina della “Regina Giorgia” una fastidiosa domanda: “Ma ‘sta Belloni lavora per lo Stato, cioè per me, o per se stessa?”.
2 - LA DISINVOLTURA CON CUI OGGI SVOLAZZA A DESTRA NON DEVE SORPRENDERE. DA COSSIGA A BERLUSCONI, DA GENTILONI A RENZI, DA DI MAIO A DRAGHI, LA VISPA ELISABETTA È SEMPRE STATA ABILE A DESTREGGIARSI NEL MARE AGITATO DELLA POLITICA ITALIANA, ATTIRANDOSI MOLTE MALELINGUE: TRA CHI LA CHIAMA “ZARINA” E CHI RICORDA LE SCARSE CONOSCENZE GEOPOLITICHE (DEL RESTO, È AMBASCIATRICE MA NON HA MAI LAVORATO COME TALE)…
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L’irresistibile ascesa di Elisabetta Belloni al fianco di Giorgia Meloni, che l’ha voluta come Sherpa per il G7 (per farle posto, è stato silurato di punto in bianco Luca Ferrari, ora in viaggio verso Israele), ha indispettito perfino il mite Paolo Gentiloni.
Il commissario europeo all’Economia, che scelse nel 2015 la Belloni come capo di Gabinetto al ministero degli Esteri, è rimasto basito dalla disinvoltura con cui la diplomatica oggi è diventata la valchiria del melonismo senza limitismo.
luigi di maio - elisabetta belloni
Del resto, fu "Saponetta" Gentiloni a promuoverla nel 2016 segretario generale della Farnesina, fu po il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a “eleggerla” come badante-pigmalione ai tempi del secondo Governo Conte, furono i 5 stelle a sognare di spedirla al Quirinale come nuovo Presidente della Repubblica (“Benvenuta Signora Italia”, Grillo dixit).
Cambia il primo inquilino di Palazzo Chigi, arriva Mario Draghi ma la musica suona sempre per lei: incassa il delicatissimo incarico di direttore del Dis, il dipartimento che coordina i servizi segreti Aisi e Aise.
BENVENUTA SIGNORA ITALIA - IL TWEET DI GRILLO PER ELISABETTA BELLONI AL QUIRINALE
Della serie: con quale facilità un’alta funzionaria, sempre sostenuta e promossa da personalità riconducibili al centrosinistra, è diventata improvvisamente valchiria del melonismo senza limitismo.
Belloni interloquirà per conto della Ducetta con tutte le cancellerie che contano, nonostante sia colei che coordina i servizi segreti (una anomalia tutta italiana già evidenziata da chi l’avrebbe spinta al Colle senza alcuna esitazione)
La vicinanza tra la premier e la diplomatica è tale che il nome di Elisabetta Belloni potrebbe essere un asso da giocare nel futuro rimpasto di Governo: se Alfredo Mantovano andasse a sostituire Carlo Nordio come ministro della Giustizia, la bionda ambasciatrice potrebbe diventare sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
elisabetta belloni durante i funerali di stato di arnaldo forlani
Certo, le nuove fortune della Belloni hanno infastidito molti osservatori. Il primo a subire la sua scalata è Fabrizio Saggio: nominato consigliere diplomatico di Palazzo Chigi dopo l’uscita forzata di Francesco Maria Talò (capro espiatorio per lo scherzo telefonico dei comici russi alla Meloni), oggi si ritrova semi-esautorato dal ruolo. La stella di Elisabetta brilla così forte da oscurarlo.
Poi ci sono le tante malelingue che amano infiocchettare cattiverie sulla super-funzionaria: c’è chi sottolinea che le sue conoscenze geopolitiche siano molte sopravvalutate, avendo compiuto gran parte della sua carriera in ambito amministrativo (è ambasciatrice ma non ha mai lavorato come tale all’estero, dove ha svolto solo il ruolo di primo segretario).
Il suo carattere duro ha lasciato ricordi indelebili tra i corridoi della Farnesina, dove i detrattori più feroci la chiamavano “la Zarina”.
elisabetta belloni foto di bacco (1)
Ma chi è davvero Elisabetta Belloni? Nata a Roma nel settembre 1958, frequenta il prestigioso Istituto Massimo di Roma, come Mario Draghi. E proprio come Supermario, nei momenti difficili si rifugia nella sua casa in campagna tra i cani e gli amici più cari.
Si laurea in Scienze politiche presso l’Università LUISS di Roma, scrivendo una tesi in tecnica del negoziato internazionale, e intraprende una carriera diplomatica folgorante, senza essere quasi mai stata all’estero.
Entra in carriera diplomatica nel 1985 e comincia il servizio giovanissima presso la Direzione generale degli affari politici, la più importante della Farnesina. Poi Vienna, dove tornerà dal 1993 al 1996 nella veste di Primo Segretario e nei tre anni successivi Bratislava. Rientrata a Roma nel 1999, non si muove più dalla Capitale. Venticinque anni di network e relazioni nei palazzi romani.
elisabetta belloni foto di bacco
Con la politica comincia ad accreditarsi nel 2002 e assume l’incarico di capo della segreteria del sottosegretario di Stato agli esteri, Roberto Antonione. È lì che si guadagna la fiducia dell’allora ministro Franco Frattini (governo Berlusconi), che due anni più tardi la nomina a capo dell’unità di Crisi, dove diventerà celebre, nel 2004, con lo tsunami in Indonesia e il coordinamento dei soccorsi con migliaia di turisti italiani nell’area.
Ma il vero salto arriva con Matteo Renzi a Palazzo Chigi e Paolo Gentiloni al ministero degli Esteri, dal quale la Belloni viene prima promossa ambasciatrice di grado ricoprendo l’incarico di capo di gabinetto, poi nominata ai vertici della Farnesina nel ruolo di Segretario Generale, prima donna a ricopre tale incarico.
elisabetta belloni luigi di maio
E’ in quegli anni che Elisabetta diventa “la Belloni” che tutti conosciamo. I legami con il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti, la stima trasversale del panorama politico, i nemici della corrente opposta alla Farnesina, capitanata da Piero Benassi, scelto come consigliere diplomatico, non a caso, da Giuseppe Conte, nel lungo scontro con Luigi Di Maio (pro-Belloni).
Nessuno dimentica che nel 2018 sedeva in prima fila alla Link Campus University, per ascoltare le posizioni dell’allora candidato premier grillino. Impeccabile a fiutare il nuovo vento politico, di volta in volta si posiziona senza nascondere le proprie ambizioni.
Ed è proprio Luigino, dopo Berlusconi e Matteo Renzi, ad attribuirle un potere smisurato, fino a concordare con Draghi la nomina dell’ambasciatrice a capo del Dis. “Sono una persona libera”, va ribadendo lei con un certo orgoglio a chi le chiede come fa a piacere a tutti. O quasi a tutti.
Ma il climax della Belloni arriva quando Giggino, lo scolaretto della Farnesina, sogna di portarla al Quirinale come nuovo Presidente della Repubblica (“Benvenuta Signora Italia”, Grillo dixit), con il sostegno affettuoso di Salvini e Meloni.
Non solo: Giggino si spara su Facebook una foto che li vede come due fidanzatini seduti al tavolo di un bar, con contorno di cip e ciop. "Con il Ministro Di Maio – fa sapere la Belloni - c’è un’amicizia sempre più solida. Di Maio è sempre leale’.
E Di Maio, svenuto, restituisce i complimenti: "Con Elisabetta Belloni mi legano una profonda stima e una grande amicizia. Una professionista straordinaria, con un immenso attaccamento alle Istituzioni. Oggi a pranzo ho fatto una piacevole chiacchierata con lei. Grazie Elisabetta, condivido pienamente quello che pensi del nostro rapporto".
Ma la sua candidatura fa incazzare tutti. Intanto perché la Belloni è sempre stata sostenuta e promossa da personalità riconducibili al centrosinistra. Secondo: perché sarebbe stata il frutto di una maggioranza diversa da quella che sosteneva il governo Draghi, correndo il rischio poi di spaccare i grillini e il Pd al loro interno.
antonella polimeni elisabetta belloni foto di bacco (2)
Ad esempio non raccoglie le simpatie del piddino Lorenzo Guerini, che la impallinò nel gennaio 2022 mentre stava per essere nominata capo dello Stato dopo l’accordo raggiunto tra Conte e Salvini. E lo stesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Intelligence, Alfredo Mantovano, con un certo sforzo le riconosce attitudini più politiche che tecniche.
Incassato senza un plissé il flop quirinalizio, la Belloni non si è persa d'animo. Con lo sbarco del Governo Ducioni è riuscita ad apparecchiare a piazza Dante ottimi rapporti prima con Chiara Colosino e poi con Arianna Meloni. Trafitte da un colpo di fulmine, Elisabetta e Giorgia strinsero un patto di ferro, al punto da spingere la premier a proporre alla diplomatica l’incarico di consigliere personale a Palazzo Chigi.
La proposta finì in un buco nell’acqua guarda caso dopo essere stata svelata dai giornali. Ora guiderà la macchina organizzativa della presidenza italiana del G7, mantenendo il ruolo di capo dei servizi. Un tempo, questa concentrazione di potere avrebbe destato scalpore. Oggi invece passa sotto silenzio.
Ps. Dopo la disdetta degli accordi commerciali noti come “Via della Seta”, la Cina ha rimesso l’Italia nel mirino.
I funzionari di Pechino si stanno dando da fare per attivare contatti, canali di comunicazione e opportunità di business.
In questo contesto, come scrive Giulia Pompili sul “Foglio”, la scorsa settimana, Elisabetta Belloni ha incontrato l’ambasciatore cinese in Italia, Jia Guide. Di cosa avranno parlato, visto che la Cina non è nel gruppo G7? Ah, saperlo…
Elisabetta Belloni Elisabetta Belloni elisabetta belloni gianfranco fini
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