
DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA…
1. SUICIDI
Jena per "La Stampa" - La sinistra italiana non ha avuto bisogno di andare in Svizzera.
2. CGIL, IPOTESI INACCETTABILI,NO BLOCCO PEREQUAZIONE
(ANSA) - La Cgil considera "inaccettabili" le ipotesi circolate sugli interventi che il Governo sta mettendo a punto in materia di pensioni. "Senza interventi sulla crescita e senza una vera svolta sull'equità - dice il segretario confederale Vera Lamonica - il Paese non esce dalla condizione difficile che si è determinata. Il ventilato blocco dell'adeguamento all'inflazione delle pensioni in essere è esattamente il contrario dell'equità perché colpisce le fasce più deboli, già impoverite dalla caduta del potere d'acquisto di salari e pensioni, e non in grado di reggere ulteriori colpi".
"Se sono vere le anticipazioni - dice ancora Vera Lamonica - l'approccio ai temi più generali della previdenza sarebbe ancora una volta basato sulla volontà di fare esclusivamente cassa con le pensioni, e sarebbe anche la dimostrazione che il tema giovani viene usato solo strumentalmente, e non per dare risposte effettive".
La Cgil conferma la sua netta opposizione a cancellare il tetto dei 40 anni, peraltro già oltre 41 con la finestra mobile, e a ulteriori anticipazioni dell'innalzamento dell'età per le donne del settore privato. Il sindacato chiede di affrontare i privilegi e le disparita che "non sono legati al lavoro dipendente e vanno affrontati sul serio" a partire dalla parificazione delle aliquote tra dipendenti e autonomi. Infine la Cgil chiede che in materia previdenziale ci sia un confronto e, auspica Lamonica, " il consenso, delle parti sociali". "Se le misure alla fine fossero davvero quelle che oggi sono sulle prime pagine - conclude - non saremmo neanche di fronte a ipotesi di riforma ma a puri e semplici interventi di cassa, senza alcun profilo di discontinuità rispetto a quanto avvenuto nel recente passato".
3. REGUZZONI,PREOCCUPATI E OFFESI DA SILENZIO SU MISURE
(ANSA) - "Siamo un po' sconcertati, come tutti i cittadini di questo Paese, perché nessuno di noi sa nulla" delle misure che il governo varerà la prossima settimana. Lo dice il capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni. "Sarebbe stato più opportuno e utile che come chiesto da noi il governo riferisse in Aula. Ora siamo preoccupati e anche un po' offesi", sottolinea. Quanto all'ipotesi di un intervento sulle pensioni, il capogruppo della Lega ribadisce la posizione contraria del suo partito, considerato anche che "il nostro sistema pensionistico é in equilibrio".
4. COLLOQUIO FINI-CICCHITTO-REGUZZONI IN TRANSATLANTICO
(ANSA) - Un breve colloquio, di una decina di minuti, si è svolto questa mattina nel Transatlantico di Montecitorio tra il presidente della Camera Gianfranco Fini, il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto e il presidente dei deputati della Lega Marco Reguzzoni. Al centro della conversazione ci sarebbe stata tra l'altro la questione sollevata dal Carroccio della presidenza della commissioni che sono affidate all'opposizione e che la Lega ora reclama per sé. Il tema era stato al centro di un intervento di Fini nella riunione della conferenza dei presidenti di gruppo del 22 novembre. "Nella capigruppo di domani replicherò alle sue osservazioni", ha anticipato Reguzzoni ai giornalisti.
5. SENATO: MANCATO NUMERO LEGALE AD AVVIO LAVORI
(ANSA) - All'avvio dei lavori dell'aula del Senato sul ddl di riforma dei Conservatori è mancato il numero legale. La richiesta di verificare la presenza dei senatori in aula è venuta dal senatore del Carroccio Roberto Mura che, viste le assenze, ha sottolineato come, "nonostante la maggioranza così schiacciante" che appoggia ora il governo Monti al Senato, mancava il numero legale. I lavori sono ripresi dopo le 10 e sono cominciate le dichiarazioni di voto sulla riforma dei Conservatori.
6. «LABOCCETTA PRESE IL PC DI CORALLO»...
Dal "Corriere della Sera" - «à fondato ritenere» che il pc che il deputato pdl Amedeo Laboccetta ha portato via durante una perquisizione a Francesco Corallo, titolare della società Atlantis, nell'inchiesta della Procura di Milano su un presunto finanziamento irregolare da parte di Bpm, «appartenga allo stesso Corallo». à quanto si legge nella richiesta dei pm a eseguire il sequestro del pc, giunta alla Camera.
7. DE BENEDETTI: "SÃ A UNA PATRIMONIALE SOFT"
Da "la Repubblica" - Una patrimoniale soft, modello Svizzera, che permetta di abbassare la tassazione sul lavoro e favorisca la crescita. Carlo De Benedetti, presidente del gruppo Espresso, non crede che l´austerità sia la via giusta per portarci fuori dalla crisi: usare troppo rigore nel momento sbagliato può essere, al contrario, molto «pericoloso». All´Italia serve invece un tassa sul patrimonio, lo ha detto in un´intervista a «Otto e mezzo» in onda su La 7.
Quello a cui pensa è «una imposta su tutto il patrimonio, con una tassazione inferiore all´1 per cento e una soglia d´ingresso di un milione». Non provvedimento «fatto apposta per punire i ricchi» ha precisato: la misura deve essere volta «a ridurre le imposte sul lavoro» perché «la crescita viene creata da chi lavora e da chi intraprende».
De Benedetti si è detto «sollevato» per le dimissioni di Berlusconi: «ne sono da sempre un oppositore - ha affermato - al contrario di altri imprenditori che lo sono da poco perché hanno fatto affari con il suo governo».
La Marcegaglia, per esempio, «ha affittato ad un prezzo risibile le attrezzature per il vertice della Maddalena che poi non si è fatto». Ora Monti è l´uomo giusto, «ma la Merkel deve convincersi che un´Europa germanizzata non va bene». Anche per la cancelliera «è suonata la campanella: deve buttarsi». L´euro non può fallire, ha ribadito: «Si aprirebbe uno scenario che sconvolgerebbe il mondo intero».
Quanto alle sue mosse da imprenditore, De Benedetti - in merito al lodo Mondadori - ha annunciato che intenterà «una causa per danni d´immagine» chiedendo un risarcimento importante, ma inferiore a quanto già ottenuto dalla Fininvest per i danni materiali. Comprerà una tivù? gli è stato chiesto: «Mi piacerebbe La 7 - ha ammesso - ma Bernabè non ha alcuna intenzione di vendere».
8. IL PD FASSINA SI VANTA: «IO CONTRO IL PROF QUANDO LO SCONFISSI DA STUDENTE»
Da "il Giornale" - Finito nella bufera per il suo approccio critico al governo di Mario Monti, Stefano Fassina ha rivelato che quella con il premier è una contesa che data al 1989. Era«l'anno del crollo del muro Berlino, della Pantera e di Mario Monti nuovo rettore della Bocconi», ha ricordato il responsabile Economia del Pd in un'intervista al settimanale «A» in edicola oggi. Il consiglio di amministrazione dell'università decise di abolire il corso di laurea cui era iscritto Fassina che riuscì però a «piegare» Monti.
«Ci mobilitammo, pacificamente sì, ma sa cosa vuol dire una occupazione alla Bocconi, con le lezioni interrotte in aula magna?», ha confessato. Il neorettore convocò i contestatori. «Andai solo io,come rappresentante degli studenti. Avevo 23 anni. Mario Monti mi accolse con una certa freddezza, ma alla fine il corso venne salvato», ha riferito Fassina.
9. «SONO COME SAN TOMMASO PRIMA TOCCO, POI GIUDICO»...
Da "la Stampa" - Antonio Di Pietro ribadisce, intervenendo a «La Crisi» il programma condotto da Lucia Annunziata su Raitre, le prime misure che, secondo l'Italia dei valori, il premier Mario Monti dovrebbe realizzare: una patrimoniale sui grandi patrimoni, la reintroduzione dell'Ici «ma non per tutte le abitazioni» e «un accordo con la Svizzera» per recuperare i fondi portati in nero dagli italiani nelle banche elvetiche. «L'Idv - ricorda Di Pietro - ha votato la fiducia al governo Monti perchè ci fosse finalmente un governo capace. Ora noi lo metteremo alla prova dei fatti. Attendiamo: io sono come san Tommaso - sottolinea - prima tocco e poi darò il mio giudizio».
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