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IL M5S GUARDA A PUTIN E APRE AL RITORNO DEL GAS RUSSO. E IL PD FA MURO! I RIFORMISTI DEM CONVINCONO SCHLEIN A VOTARE CONTRO: “SAREBBE PARADOSSALE CHE LA CRISI IN IRAN FINISSE PER FAVORIRE L’ECONOMIA RUSSA” - UN NO TIRA L’ALTRO: IL PRESSING DELLA MINORANZA DEM PORTA LA MAGGIORANZA DEL PD A VOTARE CONTRO ANCHE SUL PUNTO DELLA MOZIONE M5S IN CUI SI CHIEDE LO STOP DELL’INVIO DELLE ARMI ALL’UCRAINA. ANCHE SU QUESTO PASSAGGIO SI SAREBBE RISCHIATA L’UNITÀ DEL PD, PERCHÉ I RIFORMISTI NON AVREBBERO MAI VOTATO SÌ…
Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera" - Estratti
In mattinata il Pd decide di astenersi sulle mozioni dei futuribili alleati: un atto di cortesia, come è già accaduto in passato. Del resto, riuscire a stilare un testo unitario su argomenti in cui 5 Stelle e Avs hanno posizioni ben diverse da quelle dei dem è proprio impossibile.
Ma c’è un passaggio della risoluzione M5S che fa rizzare i capelli ai riformisti del Partito democratico. Quello in cui si indica la possibilità di stipulare accordi di approvvigionamento energetico con la Russia.
Nella mozione, infatti, i 5 stelle chiedono al governo, «nell’ambito del raggiungimento di una soluzione pacifica duratura e permanente del conflitto non più rinviabile», di «intensificare gli sforzi a livello europeo per trovare una soluzione efficace alla questione del transito e approvvigionamento del gas che non escluda a priori e pro futuro una possibile collaborazione con la Russia».
Il presidente del Copasir Lorenzo Guerini si attiva subito: il Pd non può votare un passaggio del genere. Con lui si muovono Filippo Sensi, Lia Quartapelle, Marianna Madia.
Parlano con Peppe Provenzano, responsabile Esteri e con la segretaria Elly Schlein. E, per la verità, non devono faticare troppo. Provenzano si dice d’accordo quasi subito. La leader non oppone nessuna resistenza. D’altra parte, i vertici del Pd non hanno nessuna intenzione di rimandare all’esterno, per l’ennesima volta, l’immagine di un partito spaccato sulla politica estera.
Già, perché comunque i riformisti avrebbero votato contro, anche se la linea ufficiale fosse rimasta quella di astenersi pure su quel punto.
Perciò, dopo qualche conciliabolo, si decide che su quel passaggio i dem voteranno no. Quartapelle apprezza e lancia una frecciata al M5S: «Sarebbe paradossale che la crisi in Iran finisse per favorire l’economia russa». Soddisfatta Madia: «Il Pd non può che votare contro per la posizione che ha da quando è iniziata la guerra in Ucraina». Un no tira l’altro. E i riformisti dem riescono a convincere la maggioranza del Pd a votare contro il punto della mozione M5S in cui si chiede lo stop dell’invio delle armi all’Ucraina. Anche su questo passaggio si sarebbe rischiata l’unità del Pd, perché i riformisti non avrebbero mai votato sì. Invece il partito è compatto.
giorgio gori lorenzo guerini filippo sensi marianna madia pina picierno lia quartapelle
Quella dei vertici dem è una scelta che soddisfa persino Pina Picierno. La vicepresidente del Parlamento Ue è una che parla pane al pane e vino al vino e non è solita risparmiare critiche al Nazareno, ma questa volta approva la linea: «Conte come al solito è incommentabile, detto questo registro con favore che quello dell’Ucraina per il Pd è un discrimine, il Pd è chiaro nel giudicare inaccettabile questa posizione dei 5 Stelle».
VLADIMIR PUTIN E GIUSEPPE CONTE
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