DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Ilario Lombardo per la Stampa
Uno gli dirà: «Ora è tempo di abbassare seriamente le tasse». E l' altro preciserà: «Ma dobbiamo fare anche il reddito di cittadinanza». La prova della politica del professore alieno che guida il ministero del Tesoro sarà questa mattina alle 11, quando si inizieranno a fissare le fondamenta della legge di Stabilità, la prima dei sovranisti. A Palazzo Chigi si ritroveranno il premier Giuseppe Conte, il ministro dell' Economia Giovanni Tria, il titolare degli Affari europei Paolo Savona, il vicepremier e ministro di Sviluppo economico e Lavoro Luigi Di Maio e il sottosegretario della Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti: sarà lui e solo lui a portare le richieste della Lega sul tavolo, perché l' altro vicepremier, Matteo Salvini, non è a Roma.
LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE
Il ruolo di Giorgetti C' è un senso di urgenza che vibra negli ambienti del governo gialloverde. «A settembre ci giochiamo tutto», confida Giorgetti, il più realista, ma anche il più preoccupato delle nubi che si addensano nel cielo d' autunno. A settembre si esprimeranno sull' Italia le agenzie di rating e scadranno 24 miliardi di titoli di Stato.
Meglio che a questo appuntamento il governo si faccia trovare con le idee pronte, più solido e rassicurante nelle sue direttive politiche in vista della manovra. La laurea in Bocconi e la lunga esperienza parlamentare alla guida della commissione Bilancio hanno reso Giorgetti un osservatore vigile e cauto, sempre all' erta sulle insidie dei mercati. Per questo, supportato dal premier-avvocato Conte, oggi cercherà una mediazione tra le ragioni della politica, cioè le pretese di Di Maio e di Salvini, e la trincea dei conti del tecnico Tria, finito nel mirino dei leader per le prudenze manifestate in tutte le sue dichiarazioni pubbliche.
Tria è convinto, e lo ribadirà, che «fare il reddito di cittadinanza e la flat tax senza adeguate coperture» significherebbe esporre l' Italia a un baratro finanziario. Ma è una tesi a cui Di Maio è già pronto a controbattere così: «Le coperture si trovano». Da settimane tra Palazzo Chigi e il Mise gira e rigira una frase attribuita a Gianroberto Casaleggio. Di Maio la ricorda bene e la cita di continuo, e forse lo farà anche oggi: «Gianroberto ci diceva sempre: Se vi diranno che non ci sono le coperture, rispondete che prima usiamo le coperture per fare il reddito di cittadinanza, poi troviamo una soluzione per il resto». Insomma, per il leader del M5S bisogna capovolgere le priorità.
Di Maio scalpita Il vertice di questa mattina sarà un test per il governo, per valutare se è in grado di trovare una sintesi tra le ambiziose misure promesse in campagna elettorale e la realtà dei bilanci. Tra Di Maio e Salvini, è sicuramente il grillino il più deciso a piegare le difese di Tria. Con il decreto Dignità ormai in tasca, al leader pentastellato è tornato il sorriso, convinto che la competizione con il leghista sia ormai alla pari. Ma in vista delle elezioni Europee, Di Maio vuole ottenere un risultato in più e gettare le basi per il reddito di cittadinanza già in questa legge di Stabilità, avviando i centri per l' impiego e cominciando a disegnare una prima formulazione. Allo stesso modo, Salvini chiede di partire con un abbassamento radicale delle tasse, un assaggio di flat tax. Sono tutti «segnali», «abbozzi», «primi passi» (così li chiamano) che i leader chiederanno a Tria di garantire nella manovra, in modo da essere spendibili nella lunga sfida elettorale che partirà a gennaio.
L' elenco delle richieste I partecipanti al tavolo porteranno un elenco di cose da fare, consapevoli che i tempi potranno essere diversi. Salvini ha annunciato «l' autunno della rivoluzione fiscale» che si tradurrà in un assaggio di tassa piatta, 15% per le piccole imprese sotto i 100 mila euro di fatturato, in modo da recuperare le simpatie di chi è rimasto schiacciato dalla riforma dei contratti a tempo targata Di Maio. Ma i leghisti vogliono anche mettere in sicurezza la revisione della Fornero, il condono delle tasse arretrate, cioè la tanto desiderata "pace fiscale", e il quoziente familiare sul modello francese che tanto piace anche al leader del M5S. Ma in generale leghisti e grillini sembrano intenzionati a muoversi compatti sulla Stabilità, in totale sintonia sulla direzione da dare alle misure economiche.
Il ministro Savona darà una mano, indicando le priorità sugli investimenti per incentivare la crescita. Tria teme un' abbuffata e continua a ripetere che «non è possibile fare tutto e subito». Giorgetti tenterà di metterlo al riparo dagli assalti dei due leader, ricordando a tutti e a se stesso che a settembre, quando torneranno dalle vacanze, ci saranno le sentenze delle agenzie Moody' s e di Fitch ad attenderli.
gianni letta giovanni triaDRAGHI TRIA LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTEGIOVANNI TRIAGIOVANNI TRIA CON NAPOLITANOgiovanni triagiovanni tria e claudio borghigiuseppe conte giovanni triagiovanni tria e signoraGIOVANNI TRIAgiovanni tria GIOVANNI TRIA
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