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MACRON SBATTE ANCORA LE CORNA SU LECORNU? IL "TOY BOY DELL’ELISEO" CONVOCA I PARTITI (TRANNE QUELLI DI LE PEN E MELENCHON) PER SCEGLIERE IL NUOVO PREMIER. SI PARLA DEL SOLITO LECORNU O DEL GOLLISTA JEAN-LOUIS BORLOO. POCHI SCOMMETTONO SU UN'APERTURA A SINISTRA, RESISTE L’IPOTESI DI UN TECNOCRATE NEUTRALE E L'IPOTESI MOSCOVICI - L'INTENZIONE DI "MONSIEUR LE PRESIDENT" SEMBRA QUELLA DI RIPROVARCI SENZA ANDARE ALLE URNE: SARÀ IL QUINTO CAPO DEL GOVERNO IN APPENA POCO PIÙ DI UN ANNO E MEZZO. L'OBIETTIVO DEL PROSSIMO ESECUTIVO È L'APPROVAZIONE IN PARLAMENTO DELLA LEGGE DI BILANCIO ENTRO DICEMBRE - LO STOP ALLA RIFORMA PENSIONISTICA PER CONVINCERE I SOCIALISTI: DAGOREPORT

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MACRON CONVOCA I LEADER DEI PARTITI ALL'ELISEO 

EMMANUEL MACRON ALLE PRESE CON LECORNU - MEME BY EMILIANO CARLI

(ANSA-AFP) - PARIGI, 10 OTT - Secondo fonti concordanti, Emmanuel Macron ha invitato i leader dei partiti, ad eccezione di quelli del Rassemblement National e di La France Insoumise, all'Eliseo alle 14:30. Il capo dello Stato ha promesso di nominare un primo ministro entro "venerdì sera", in seguito alle dimissioni a sorpresa di Sébastien Lecornu di lunedì.

 

IL GOLLISTA BORLOO O UN LECORNU BIS? MACRON PROVA A SCIOGLIERE IL REBUS

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

Emmanuel Macron - crisi politica in Francia

Entro le 20 di stasera Emmanuel Macron dovrebbe nominare un nuovo premier, stando alle parole pronunciate mercoledì in tv dal dimissionario Sébastien Lecornu, confermate subito dopo dall’Eliseo.

 

(...)

 

Ieri è circolata molto l’ipotesi Jean-Louis Borloo, che sarebbe un ritorno alla riserva della Repubblica (come Barnier e Bayrou): 74 anni, ministro ai tempi di Chirac e Sarkozy, gollista con riconosciuta «sensibilità sociale», tornato alla vita pubblica dopo anni di salute precaria, Borloo sarebbe gradito al ministro Bruno Retailleau (l’uomo che ha fatto deragliare il suo stesso governo a poche ore dalla nascita), che ieri mattina gli ha parlato e che considera Borloo «un’ipotesi di rottura, che soddisfa la condizione di non essere né macronista né di sinistra».

 

sebastien lecornu emmanuel macron

Sembrava il candidato ideale, le reti tv all news lo davano già per l’uomo della situazione, solo che lui ha chiamato l’agenzia Afp per dire di non saperne nulla e di non avere «alcun contatto con l’Eliseo».

 

L’ipotesi di un’apertura alla sinistra moderata è ancora sul tavolo ma non sembra così praticabile, perché i socialisti non sembrano poi così desiderosi di bruciarsi, e perché i vari nomi — il segretario Olivier Faure, l’ex premier Bernard Cazeneuve, il presidente della Corte dei conti Pierre Moscovici — non otterrebbero il via libera delle altre forze politiche.

 

JEAN-LOUIS BORLOO

La grande manovra che si gioca sotto traccia è l’unione delle destre, più che mai vicina visto che non sono più tempi di «cordone sanitario» anti-Marine Le Pen, e il «modello Meloni» viene evocato sempre più spesso. Ma a breve termine, intanto, chi mandare a Matignon? Un po’ per mancanza di alternative, un po’ perché alla fine il semi-sconosciuto premier dimissionario è sembrato scontare colpe non sue, non si esclude il clamoroso ritorno e il varo di un Lecornu 2.

 

MACRON SEMPRE PIÙ SOLO LA TENTAZIONE DEL TECNICO ALLA GUIDA DEL GOVERNO

Anais Ginori per “la Repubblica” - Estratti

 

(…)

EMMANUEL MACRON TRA I GARGOYLES DI NOTRE DAME A PARIGI

Come sempre, la strategia di Macron resta indecifrabile anche per i più vicini. Pochi scommettono su un'apertura a sinistra, anche se circolano ancora i nomi dell'ex premier socialista Bernard Cazeneuve, già in corsa e poi scartato, e dell'ex segretario del sindacato Cfdt, Laurent Berger.

 

Un'altra figura evocata con insistenza è Pierre Moscovici, oggi presidente della Corte dei conti, apprezzato per la sua competenza economica e la credibilità internazionale, capace di rassicurare Bruxelles e i mercati finanziari. Ma anche su questo nome, riferiscono fonti vicine all'Eliseo, Macron appare esitante.

pierre moscovici mario draghi

 

Neppure il profilo centrista di Jean-Louis Borloo, 74 anni, già ministro con Chirac e Sarkozy, sembra convincerlo. Borloo gode però dell'appoggio del capo dei Républicains Bruno Retailleau, l'uomo che ha fatto cadere il governo Lecornu.

 

 

Figura di compromesso, «né di sinistra né macroniana», Borloo rappresenterebbe il candidato ideale per una coabitazione pragmatica. Intanto Retailleau ha posto condizioni rigide per un eventuale sostegno al prossimo governo, niente sospensione della riforma delle pensioni, una linea che rende difficile l'intesa con i socialisti.

 

EMMANUEL MACRON

Macron potrebbe, come spesso accade, sorprendere tutti. Scegliere un tecnocrate neutrale, un volto poco noto, o al contrario tornare a un fedelissimo della sua cerchia. Non è escluso nemmeno un clamoroso ritorno di Lecornu, che pure ha assicurato di non voler restare a Matignon, sede del governo, dopo aver condotto con disciplina «da soldato» le consultazioni.

 

L'obiettivo del prossimo esecutivo è garantire l'approvazione in parlamento della legge di Bilancio entro dicembre ed evitare nuove elezioni, chieste invece con forza dal Rassemblement National e dalla France Insoumise.

 

Per Macron, e per la Francia, la priorità è anche rassicurare Bruxelles. Dal Lussemburgo, dove ha partecipato all'Eurogruppo, il ministro dimissionario dell'Economia Roland Lescure ha provato a dare rassicurazioni.

 

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