emmanuel macron edouard philippe gabriel attal

“MACRON, PRESIDENTE RADIOATTIVO, DIMETTITI” – ANCHE I SUOI EX CAPI DI GOVERNO LO CRITICANO: PHILIPPE GLI CHIEDE DI LASCIARE L’ELISEO E DI ORGANIZZARE ELEZIONI PRESIDENZIALI NEL 2026 – LO SCONCERTO DI ATTAL: “NON CAPISCO PIU’ IL PRESIDENTE” – IL TOY BOY DELL’ELISEO, CHE HA SEMPRE RIPETUTO CHE RESTERÀ FINO ALL’ULTIMO QUARTO D’ORA, CIOÈ ALLA PRIMAVERA 2027, SEMBRA PIÙ PROPENSO A SCIOGLIERE DI NUOVO LE CAMERE (SECONDO IL SETTIMANALE “LE CANARD ENCHAINE”: “SE LE TRATTATIVE FINALI DI LECORNU FALLISSERO, LE NUOVE ELEZIONI LEGISLATIVE SI DOVREBBERO TENERE IL 16 E 23 NOVEMBRE") – IN CASO DI DIMISSIONI LA FRANCIA CORREREBBE IL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN - DAGOREPORT

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DAGOREPORT- MACRON, SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO?

https://www.dagospia.com/politica/dagoreport-macron-fai-sciogli-parlamento-ne-vai-presidente-francese-449719

 

 

Stefano Montefiori per corriere.it - Estratti

 

edouard philippe macron

Le 48 ore di trattative supplementari e disperate del premier dimissionario Lecornu scadono stasera, e l’accordo in extremis, la «piattaforma di azione e di stabilità per il Paese» chiesta da Macron, appare lontana.

 

E persino Édouard Philippe, il primo premier della presidenza Macron, quello dell’età d’oro prima di un declino inarrestabile e di una serie poco fortunata (Castex, Borne, Attal, Barnier, Bayrou, Lecornu) ora chiede al capo di Stato di farsi da parte: «Non dimissioni immediate e brutali, no», concede Philippe, con crudele premura.

 

Ma anche l’ex amico e tuttora alleato in parlamento dice che Macron se ne deve andare, sia pure in modo programmato, «immediatamente dopo che sia stata approvata una legge sul budget», organizzando elezioni presidenziali anticipate a inizio 2026.

 

L’attacco di Philippe, peraltro non del tutto a sorpresa perché i rapporti tra i due sono gelidi da tempo, arriva dopo che l’altro ex premier Gabriel Attal e capo del partito macronista Renaissance aveva ammesso sconsolato «non capisco più il presidente».

 

(...) Sono i sostenitori, amici e alleati di Macron a fuggire per primi adesso che il Titanic sta affondando, perché qualcuno di loro spera di avere ancora un futuro politico e per non bruciarlo occorre prendere le distanze, nel modo più chiaro possibile, da un capo di Stato che appare sempre meno in grado di gestire la politica interna.

gabriel attal emmanuel macron

 

«Radioattivo», è l’aggettivo che viene adesso associato al presidente, per esprimere un isolamento ormai subìto, quando a lungo quello stesso isolamento veniva rivendicato e sbandierato come l’orgoglio di fare sempre di testa propria.

 

La mossa di Philippe è pesante, perché se anche un politico giudicato moderato, ragionevole e equilibrato come lui chiede a Macron di andarsene, le dimissioni del presidente non possono essere più relegate a folle ipotesi avanzata da irresponsabili forze antisistema. E infatti Jean-Luc Mélenchon, capo della sinistra radicale della France insoumise, esulta: «Il nostro bersaglio è il presidente della Repubblica. E ci stiamo avvicinando all’obiettivo che ci siamo dati, ovvero la sua partenza». Mélenchon traccia un quadro impietoso e di parte, certo, ma non lontano dal vero: «Édouard Philippe vuole essere candidato alle presidenziali anticipate, l’altra sera è stato Gabriel Attal a mandare al diavolo il presidente... Il suo partito non esiste più. Ogni ora che passa consuma Macron un po’ di più».

 

MACRON PHILIPPE

Il campo macronista è così allo sbando che un’altra degli ex premier, Elisabeth Borne, artefice della contestatissima riforma delle pensioni che fece protestare in strada centinaia di migliaia di francesi inferociti, e che è sempre stata difesa come un totem irrinunciabile, adesso suggerisce di fare marcia indietro: «Bisogna sapere ascoltare e cambiare idea», dice, dichiarandosi favorevole alla «sospensione» chiesta dai socialisti.

 

È un passo nella direzione della sinistra moderata, certo, ma la nomina di un premier di sinistra appoggiato dal centro macronista sembra ormai fuori dalla realtà. E» i primi a votare contro facendo cadere anche il prossimo governo sarebbero i deputati della sinistra rivale, quella di Mélenchon.

 

sebastien lecornu emmanuel macron

Macron ha sempre ripetuto che resterà fino all’ultimo quarto d’ora, cioè alla primavera 2027, e visto il suo carattere gli appelli degli ex amici a dimettersi potrebbero renderlo ancora più determinato a resistere. Si rafforza l’altro possibile sbocco, elezioni anticipate per una nuova Assemblea. Per sciogliere l’attuale, secondo la Costituzione, il capo dello Stato deve consultare i presidenti delle due Camere. E ieri sera Macron ha ricevuto all’Eliseo Yaël Braun-Pivet (Assemblea nazionale) e Gérard Larcher (Senato).

sebastien lecornu emmanuel macronmacron melenchonGOGOL BARDELLA - MEME BY EMILIANO CARLI MARINE LE PEN - JORDAN BARDELLA - EMMANUEL MACRON - MEME BY EDOARDO BARALDI macron lecornu