
DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA…
Stenio Solinas per "il Giornale"
Da dove cominciamo? Per esempio da quel presidente del¬la Repubblica, Felix Faure si chiamava,che alla fine dell'Ot¬tocento morì d'infarto all'Eli¬seo mentre la sua amante gli fa-ceva un servizietto orale...
Op¬pure, saltando avanti di mezzo secolo, dalla pubblicazione del¬la torrida Histoire d'O, firmata da Pauline Réage, il cui vero no¬me era Dominique Aury, aman¬te segreta del morigerato Jean Paulhan, l'uomo che in Fran¬cia incarnava la dignità lettera¬ria di Gallimard.
E che dire, an¬cora negli anni Sessanta del No¬vecento, della coppia Catheri¬ne e Alain Robbe- Gril¬let, specializzata in sa¬domasochismo, lette¬rario e no, partouzes, scambismo, voyeuri¬smo riversati in ro¬manzi a chiave e rego¬lamenti di conti priva¬ti scritti a beneficio del lettore pubblico?
Per non parlare delle «ragazze di Madame Claude», prostitute eleganti al servizio della politica al tem¬po di Pompidou ( gran¬de presidente, ma chiamarsi così...), del¬la figlia segreta, Maza¬rine il suo nome, di un altro presidente con l'ossessione della dinastia dei Medici e dei cardinali di Francia, «le florentin» era il so¬prannome, Mitter¬rand il cognome... E poi?
Ah sì, la moglie divorziata di Jean-Ma¬rie Le Pen che posava nuda su Playboy France, la «puttana del¬la Repubblica», alias l'amante del ministro socialista Roland Dumas, le memorie libertine in forma di romanzo di Valery Gi¬scard d'Estaing, la figlia top mo¬del di Dominique de Villepin, il rivale politico che Sarkozy avrebbe voluto «appendere a un gancio da macellaio», che porta via la fidanzata, top mo¬del anch'essa, all'icona del ma-chismo (?) Johnny Depp...
Con¬tinuiamo o ci fermiamo qui? Cosa volete che siano gli ultimi pettegolezzi letterari su Domi¬nique Strauss- Kahn, per un Pa¬ese che conta fra le sue glorie il marchese de Sade e che non ha mai rinunciato a coniugare il sesso con la politica e la cultura anche quando non c'entrava niente? Nel 1958, Il riposo del guerriero di Christiane Roche¬fort venne pubblicizzato con la fascetta: «Il libro che ha fatto ar¬rossire la signora de Gaulle». Ah, la France.
Provinciali, noi italiani politi¬camente ci arrabattiamo in fe¬sticciole en travesti, l'infermie¬ra e la poliziotta, a volte la magi¬strata, qualche nipotina, ma nulla che abbia l'allure e la gran-deur di ciò che si pratica oltral¬pe. Dove comunque a gestire il gioco sono più le donne che gli uomini: il maschio traccerà pu¬re il solco, ma la semina e il rac¬colto sono prerogative femmi¬nili.
Senza Cécilia, Sarkozy diffi¬cilmente sarebbe divenuto pre¬sidente della Repubblica, sen-za presidenza della Repubbli¬ca, difficilmente Carla Bruni sa¬rebbe divenuta madame Sarkozy... Per entrare all'Eli¬seo, François Hollande ha do¬vuto aspettare che la sua com-pagna Ségolène Royal fallisse nell'impresa, e quando c'è riu¬scito si è ritrovato al fianco Valérie Trierweiler, una che ogni due per tre ci tiene a far sa¬pere che, di fatto, è comunque lei la «première dame».
Provinciali, noi italiani abbia¬mo un orizzonte erotico- politi¬co limitato: veline, travestiti, co-se così... La Francia, invece. Sì, Strauss-Kahn finì nella polvere per una cameriera, ma nulla ci toglie dalla testa che nell'indi¬gnazio¬ne contro la sopraffazio¬ne del denaro e del potere a dan¬no del lavoro e del bisogno ci fosse anche l'arrière-pensée della caduta di stile...
Ma co¬me, il principe dei libertini che se la fa con la colf! Non è chic, non c'è nulla di intellettual¬mente agréable. Dal marito di una delle donne più ricche di Francia, erede di un nome che è anche un patrimonio cultura¬le ( suo nonno, Paul Rosenberg, è stato il mercante d'arte di Pi¬casso e di Matisse), era lecito aspettarsi, che so, una violenza sessuale a giornaliste, scrittri¬ci, esponenti politiche, magari nello stesso ambito familiare, prima la madre, poi la figlia, co¬me infatti era avvenuto, ma la mammy di colore, quel horreu¬r...
à anche per questo forse che Marcela Jacub, filosofa e scrit¬trice, è volata in soccorso, a mo¬do suo naturalmente, e Belle et Bête, il libro in cui racconta la storia di lei, la bella, appunto, e di lui, la bestia, il porco, insom¬ma, riporta il tutto nell'impero dei sensi intellettuale, lì dove la Francia e i francesi si muovono con disinvoltura, il combinato disposto dove il sesso, l'intelli¬genza, il potere e il denaro met¬tono in scena la ronda dell'amore.
Del resto, è questo ti¬po di fantasia ad agita¬re i cuori transalpini. Noi italiani provincia¬li ci limitiamo a fare sesso, loro fanno cul¬tura. In un divertente film di un po' d'anni fa, Les bronzés, Gli ab¬bronzati, la cosa era evidente.
Un gruppo di francesi in vacanza al mare, ansie da cor¬na, gelosie e ripicche sentimentali, grandi discorsi e teorizzazio¬ni su coppia aperta, chiusa, eterosessuali¬tà , bisessualità , omo¬sessualità ... Alla sera, tutti lì con l'orecchio incollato al muro ad ascoltare nella came-ra accanto, i rantoli della femmina e del maschio italiani mentre si rotolavano con gioia sulle lenzuola. Sem¬plici pagani, non libertini intel¬lettuali.
Poi,certo, c'è la sfida, l'alzare sempre più in alto l'asticella del proibito. Più in alto anche come obiettivo, non solo come trasgressione. Rachida Dati, per esempio, attualmente in corsa per fare, l'anno prossi¬mo, il sindaco di Parigi. Ragaz¬za¬madre al tempo in cui era mi-nistro della Giustizia, è in causa per il riconoscimento del figlio. Il padre sarebbe un Desseigne, ovvero il simbolo della Francia miliardaria.
Visto da queste al¬tezze, l'affannarsi di Valérie Trierweiler contro il suo giorna¬le, Paris Match, reo di fotogra¬farla senza il suo permesso, fa sorridere e sa di parvenu. Ma co¬me, sei arrivata all'Eliseo e lasci messaggi d'insulti sulla segrete¬ria del tuo direttore? Sì, perché lei vorrebbe essere première dame e giornalista allo stesso tempo, il che dimostra che il giornalismo più che un lavoro è un'ossessione.
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