1. LA MADRE DI TUTTE LE BATTAGLIE TRA LE FORZE POLITICHE SARÀ QUELLA SULL'ELEZIONE DEL NUOVO CAPO DELLO STATO E IL GOVERNO NON POTRÀ CHE ESSERE IL FRUTTO DI UN ACCORDO OPPURE DI UNO SCONTRO ALL'ULTIMO VOTO SUL NUOVO INQUILINO DEL COLLE 2. BERLUSCONI DA MAGGIO PUÒ RITROVARSI UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ALLA ZAGREBELSKY, ESPRESSIONE DI UN "ACCORDO DI FATTO" TRA PD E GRILLINI, PROPRIO MENTRE FINISCE LA TREGUA GIUDIZIARIA REGALATAGLI DA NAPOLITANO E SI RIACCENDONO I MOTORI DEI PROCESSI SENZA CHE NESSUNO POSSA EVITARE CHE VADANO A SENTENZA 3. RE GIORGIO INTANTO PUÒ FARE DUE COSE SOLTANTO: ASPETTARE IL SUCCESSORE OPPURE…

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DAGOREPORT

Il primo di aprile parrebbe avventuroso o deliberatamente ingannevole verso i lettori cercare una traccia tra le forze politiche e le istituzioni, la traccia di un percorso possibile per uscire dalla peggiore crisi al buio della politica italiana, mentre il Paese affonda nella depressione economica. Eppure, bisogna provare a mettere insieme i pezzi, anche se si tratta di cocci, di illusioni già perdute (Bersani Pierluigi) e di illusioni da perdere presto (Berlusconi Silvio).

Ecco i paletti da mettere lungo la traccia, tenendo presente che siamo all'interno di una fase anomala e irrituale derivante dal fatto che le elezioni hanno prodotto tre minoranze e che l'accavallarsi di elezioni ‘'non risolutive'', tentativo impossibile di formare un governo ed elezione del nuovo Presidente della Repubblica hanno avuto il solo effetto di provocare il cosiddetto ingorgo istituzionale, nel quale oggi sono tutti insabbiati.

E tenendo ovviamente presente che oggi la priorità delle priorità, la madre di tutte le battaglie tra le forze politiche e' proprio quella sull'elezione del nuovo Capo dello Stato e che il governo non potrà che essere il frutto di un accordo oppure di uno scontro all'ultimo voto sul nuovo inquilino del Colle.

Uno. I tempi: l'elezione del Capo dello Stato non inizia il 15 di aprile nelle Camere riunite in seduta comune. Da quel giorno parte la procedura che prevede le riunioni dei Consigli regionali per decidere i delegati che rappresenteranno le Regioni alle votazioni.

Poiché il Friuli Venezia Giulia ha in calendario le elezioni per il rinnovo del proprio Consiglio il 19 e il 20 di questo mese e ci vorrà poco meno di una settimana per la proclamazione degli eletti e la successiva scelta dei delegati da mandare all'elezione del Capo dello Stato, ecco che siamo a ridosso di maggio ed a quel punto e' prevedibile che le votazioni inizino alla Camera nei primi giorni del mese prossimo. Giorgio Napolitano, attuale presidente, resta in carica sino al 15 di maggio.

Due. Si prolunga così la fase di decantazione decisa dal Quirinale con la trovata dei "saggi a loro insaputa". Si può svelenire il clima, oppure no. Intanto, tra lo sconcerto di tutti, resta in carica Monti Mario, che per primo (in un soprassalto di verità) aveva detto che non vedeva l'ora di andarsene. Tuttavia non è la prima volta che rimane in carica per gli affari correnti un governo non più legittimato da un voto parlamentare. È accaduto più volte nel passato, e gli esempi parlano di governi simili rimasto in carica anche per quattro o cinque mesi.

Tre. Napolitano resta in carica con pieni poteri, salvo quello di sciogliere le Camere e di indire nuove elezioni. Può fare due cose, e due soltanto:

a) aspettare, procrastinando sin dove serve il lavoro dei saggi e passare la palla al suo successore, insieme al documento che i dieci avranno preparato.

b) fare la mossa del cavallo e spiazzare tutti, Pd, Pdl e Grillo Beppe, completando il suo settennato in senso totalmente presidenzialista: farsi consegnare entro questa settimana o all'inizio della prossima il documento dei dieci su pochi condivisi obiettivi da far approvare in Parlamento e dare l'incarico a Renzi Matteo, affidandogli la responsabilità di fare un governo all'insegna di quelle larghe intese che il sindaco di Firenze avrebbe voluto sin dal giorno dopo le elezioni: in fondo Renzi ha preso milioni di voti alle primarie del Pd, pur classificandosi al secondo posto.

Sin qui il quadro temporale e le due scelte possibili rimaste in capo a Napolitano Giorgio. Ma tale quadro va bilanciato con quanto sta già succedendo o potrà succedere nel frattempo all'interno delle tre minoranze partorite dal voto, e persino all'interno della quarta, più minoritaria delle altre, cioè Scelta Civica.

Partito Democratico. I dialoganti, cioè coloro i quali non condividevano più la linea del segretario, sono in fermento, anzi in agitazione con l'obiettivo di ritrovarsi tutti insieme al più presto in una sorta di "Margherita reloaded". Sul fronte ex Pci, anche D'Alema Massimo e Veltroni Valter sono già in movimento per ammazzare Bersani Pierluigi e, insieme a Letta Enrico e Franceschini, hanno in animo di fare un documento di "elogio della politica" per rimettere le cose a posto all'interno del centro sinistra, liberarsi di Vendola Niki e comunisti vari e provare a fare un moderno partito socialista europeo. Sempre che nel frattempo non salti il coperchio sulla pentola Monte dei Paschi, sinora tenuta sigillata con i denti con tutto il suo contenuto di intercettazioni ad alto rischio per tutta o quasi l'attuale nomenklatura Pd.

Polo delle Libertà. È sull'orlo di una crisi di nervi e spera solo su di un fatto: che il Pd salti per aria prima. Nessuno punta davvero, salvo Berlusconi Silvio, su di una scommessa elettorale a breve. Se infatti la più breve data elettorale possibile si colloca in autunno, a quel punto le nubi più nere saranno gia' calate nel cielo sopra Arcore.

Berlusconi Silvio da maggio può ritrovarsi un presidente della Repubblica alla Zagrebelsky Gustavo, espressione di un "accordo di fatto" tra Pd e grillini, proprio mentre finisce la tregua regalatagli da Napolitano Giorgio e si riaccendono i motori dei processi senza che nessuno possa evitare che vadano a sentenza.

Movimento 5 Stelle. La base grillina, culturalmente assai disomogenea, esprime ogni giorno di più un disagio profondo rispetto al metodo e al contenuto delle scelte decise dal vertice, disagio che può trasformarsi da un momento all'altro in dissenso profondo.

Scelta Civica. Il fatto che Monti Mario resti al governo qualche settimana in più rimanda di altrettanti giorni la sua dissoluzione. Il premier in carica per gli affari correnti cercherà, speriamo inutilmente, di rifarsi una verginità "terza", Riccardi e' seriamente in difficoltà anche tra i suoi parrocchiani dopo l'elezione di Papa Francesco, mentre gli smontezemolini superstiti stanno già cercando di darsi l'identità mai avuta, chi verso l'area post comunista e chi verso i moderati.

Conclusione, sia pure di giornata. Gli ostacoli maggiori ad una evoluzione positiva del fallimentare quadro politico italiano restano alla fine due: Bersani Pierluigi e Berlusconi Silvio. Il primo al bivio della sua vita politica ha sbagliato strada: avrebbe dovuto fare un monocolore Pd sfidando il Pdl ad una "astensione di responsabilità", come fecero Aldo Moro ed Enrico Berlinguer nei cupi anni settanta del secolo scorso.

Il secondo si è' impiccato ai suoi problemi personali e si è lasciato fagocitare dai "falchi" del suo partito, falchi peraltro mossi solo dalla ricerca di visibilità personale.

Può emergere che in questa situazione i moderati di tutti gli schieramenti facciano un passo avanti provocando prima che sia troppo tardi la spaccatura delle precarie forze politiche di cui sopra? Purtroppo, i cosiddetti moderati italiani sono anche molto poco determinati e inconciliabili uno con l'altro.

Ma gli errori accumulati sinora da una parte e la dura realtà della crisi economica (di fatto il nostro spread, fatte le differenze tra un paese e l'altro, e' gia come quello spagnolo) dall'altra, dovrebbero indurre tutti a cercare strade utili al Paese. Intanto, siamo contenti di non aver dovuto parlare di Pierfurby Casini per tutto l'articolo. È già qualcosa.

 

 

NAPOLITANODALEMA - OCCHETTO - BERSANI - LA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRAI "SAGGI" DI NAPOLITANOnapolitano-grillo by benny.VELTRONI, DALEMA, BERSANILIBERTA E GIUSTIZIA GUSTAVO ZAGREBELSKY jpegVINCINO SU BERSANI DALEMA E DERIVATI MONTEPASCHI MONTI BERSANI NAPOLITANO CASINI ALFANO MONTI CASINI E FINI Casini Volantino per le elezioni