DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL…
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
HiIlary si cura e Donald gode, perché se la candidata democratica e una parte del suo staff avevano creduto tacendo sulla malattia di riuscire a non dare alcuno spazio di vantaggio all'avversario, è accaduto l'esatto contrario.
Per la verità gode anche Matt Drudge, dal suo sito Drudge report che festeggia i vent'anni con un miliardo di visualizzazioni e il quarto posto stabile fra i media americani, sopra la Disney, alla Cnn, alla Fox, a chiunque, a dimostrazione della potenza di Internet, con grande disdoro di giornali e tv.
Drudge, ignorando bellamente le accuse di sciacallaggio, l'aveva detto da mesi che la Clinton è malata, che tossisce in continuazione, perde l'equilibrio, e anche il filo del discorso, che è costantemente accompagnata da un omone con una specie di siringa in mano, che evita da nove mesi i giornalisti. Ora rincara la dose sostenendo che non di semplice polmonite si tratta.
Democratici dello staff e giornali amici molto imbarazzati replicano che si tratta dello stress da campagna elettorale, osservazione banale ma legittima, tanto più quest'anno che i due contendenti stanno sui 70 anni di età, e così disinvoltamente passano dal denunciare la teoria della cospirazione a denunciare la fatica della candidatura presidente. Farlo il presidente, ammesso di riuscire ad essere eletti, non è meno faticoso e non procura meno stress di una campagna elettorale.
Il punto non è la bugia, peccato del politico che gli americani hanno deciso di derubricare da mortale o veniale proprio con una bugia clamorosa e pubblica del marito di Hillary Clinton, il presidente Bill. Nel 1998 andò in televisione a giurare di non aver mai avuto alcun rapporto con Monica Lewinsky, e poi andò come andò.
Ma qui la rete di opacità e menzogne che circonda la candidata è diventata ben altro,è quella arroganza da corte dei Borgia che fa negare qualunque mancanza trasformandola in attacco all'altro , che fa nascondere una verità banale come una polmonite pretendendo che non ci sia proprio niente che non va, e attaccando personalmente chiunque suggerisca qualcosa di diverso. Se questo diventa un metodo da presidente …...
Gliel'ha detto bene David Axelrod, ex collaboratore di Obama e consulente democratico, ora commentatore della Cnn: gli antibiotici cureranno la polmonite ma c'è una cura per un'insana coltre di privacy che crea in continuazione problemi non necessari? E c’è una cura contro l’arroganza?
Alla coltre di privacy e all'arroganza contro l'avversario ha sicuramente contribuito il marito Bill, che invecchia male e si sente ancora il presidente dell'età dell'oro, quando tutto era perdonato perché l'economia marciava.
Oggi tira un'altra aria. In realtà è stato proprio lui ad avviare le gaffes micidiali in un discorso nel quale stigmatizzava quelli del carbone, i minatori, i proletari, che sono quelli che amano Trump e non amano Hillary, liquidandolì come gente che non conta, evidentemente perchè si è scordato che è nato in un sordido buco di trecento abitanti in Arkansas che si chiama Hope, figlio di un venditore ambulante alcolizzato morto in un incidente d’auto, mentre la madre, infermiera che si giocava tutto al casinò, era incinta di lui.
Subito dopo è arrivata la micidiale tirata della signora Clinton che si sentiva a casa a un party organizzato da Barbra Streisand e altri suoi fan holliwoodiani, di quelli che dalle loro piscine di Bel Air mandano a dire che se vince Trump lasciano il Paese. Li la candidata ha detto la frase che non si deve dire, non se siamo a due mesi dalle elezioni, non se vuoi tentare di prenderti voti dell’avversario, non se ti candidi a presidente, come è ovvio, di tutti: ha detto che tutti quelli che votano Donald Trump sono un branco di miserabili razzisti sessisti omofobi irredimibili.
Per capirci, il classico argomento di calunnia personale all'italiana di cui è specialista la sinistra, eredi i grillini,e apprendista la destra. Non passa però negli Stati Uniti, nemmeno se a raccogliere quelle frasi sono tutti i giornalisti amici che già si sono abbastanza compromessi nello schierarsi con la Clinton. Non si dice che metà del Paese fa schifo, poi tocca chiedere scusa, e la gravita della gaffe raddoppia. Ma il nervosismo democratico era palpabile perché i numeri di vantaggio nei sondaggi calavano mentre i colpi di tosse della candidata aumentavano.
In fondo nelle folli elezioni del 2016 tutti sono vittime dello stesso abbaglio, della stessa incapacità di riconoscere la realtà, ovvero che l'incubo si è materializzato e Donald Trump sarà anche un cialtrone, avrai il toupè o il trapianto rosa, soffrirà di tutte le arroganze del riccone bullo, le sue idee politiche saranno anche insopportabili, ma è il candidato repubblicano a meno di due mesi dalle elezioni per volontà popolare, nessuno può farci niente, e con lui bisogna fare i conti.
Invece Hillary Clinton e famiglia si sono comportati come se fossero l'espressione del candidato unico, gli eredi al trono di Obama, della monarchia del politically correct che nessuno cosa mettere in dubbio, basta pensare che la Georgetown University da quest'anno consente accesso privilegiato ai discendenti di schiavi neri, non se sono anche i più bravi, proprio solo perché sono discendenti di schiavi.
HILLARY CLINTON COLPI DI TOSSE
Il candidato unico ritiene di poter tenere private e nascoste le sue condizioni di salute, ma non è così perché molto più di una bugia conta per gli americani che il presidente goda di buona salute indipendentemente dalla sua età e che non ti faccia fare in giro per il mondo cattive figure, che sia sempre all’altezza, e con la lucidità, del compito. Bush senior sicuramente si giocò la rielezione perché commise due errori micidiali dichiarando che non avrebbe mai aumentato le tasse e che appena rieletto avrebbe messo mano alla legge sull'aborto.
Ma la sua sorte fu segnata quando a Tokyo si sentì male a un pranzo di Stato e vomito addosso al premier giapponese, così venne fuori che assumeva un pesante ansiolitico, e ciao rielezione.
Per tutte queste ragioni, per la coltre che circonda la Dynasty, per l'opacità fatta di bugie sulle email, di bugie sulla Libia, di bugie sulla morte dell'ambasciatore Chris Stevens, di bugie sull’organizzazione delle primarie,di bugie sulla salute, Hillary Clinton ha perso oggi una buona parte del vantaggio di cui godeva. Anche perché contemporaneamente Donald Trump ha migliorato le sue performance, riuscendo a diventare più presidenziale senza perdere la carica di rabbia che è quella della gente che gli sta dietro.
Questo non significa assolutamente che la Clinton sia sostituibile, perché bisognerebbe obbligarla con la forza, e perchè è troppo tardi, non c'è materialmente il modo e lo spazio perché il Comitato nazionale democratico scelga un sostituto, ci sono Stati già organizzati con le schede stampate, insomma sono balle della stampa, peraltro non di quella americana, a partire dalla surreale ipotesi di Michelle Obama, mentre quella ragionevole, cioè il vice di Obama, Biden, non è più praticabile. Dovrebbe accadere qualcosa di clamoroso, per esempio un malore durante uno dei tre dibattiti diretti televisivi, il primo dei quali è tra poco, il 26 settembre.
Hillary Clinton andrà avanti e se da eletta si dimostrerà non in grado di fare il presidente, allora toccherà al suo vice. Ma chiunque sostenga che il video del malore a Ground Zero l’11 settembre, impietosamente divenuto virale, non abbia modificato la storia delle elezioni, o non capisce o mente. Los Angeles Times, sondaggio quotidiano: Trump + 3.
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