DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Venghino signori venghino, che c'è lo spettacolo grande in città, sotto il tendone e per le strade. Non è un anno normale il 2016, non sembrano elezioni, tra mail deglutite e mai risputate, Islam terrorista che non si deve chiamare per nome, giudici di origine messicana ricusati, complotti diabolici puntualmente sputtanati da qualche hacker di buona volontà.
DONALD TRUMP MOSTRA LE MANI E GARANTISCE SUL SUO PISELLO
Che sarebbe la vita del cronista senza il sano contributo di un hacker? Il solito Guccifer 2.0, che si dichiara rumeno di nazionalità, ma che tutti sanno essere al soldo dei servizi russi, entra come se fossero burro nei computer degli staff impegnati nella campagna democratica, svela un contro piano o piano di boicottaggio ordito dal comitato elettorale, dal costo di circa un milione di dollari, per ridicolizzare, boicottare, trasformare in boomerang la convention di Cleveland, Ohio, che comincia tra dodici giorni, il 18 luglio.
Diciamo che se il piano svelato da Guccifer corrisponde al vero, il ridicolo si abbatte sugli organizzatori, perché sembra davvero di stare al circo, tra bombolette di abbronzatura spray color cacca, finti diplomi universitari rilasciati naturalmente da Trump, manine piccole come quelle di Trump, e voi sapete nella vulgata a che cosa d'altro piccino corrispondono delle manine in un uomo, da battere, clap clap, a comando.
Il progetto di contro convention consta secondo The Smoking Gun a cui Guccifer invia graziosamente, di 22 pagine, più migliaia si rapporti, mail, scambi di vedute; parte tra poco, l'11, con la prima riunione preparatoria repubblicana, coinvolge un gruppo folto di volontari, sedici dirigenti, costo preventivato di ottocentomila dollari, Tra gli hits un finto live show nel quale Jerry Springer, ex sindaco di Cincinnati, intervistava i delegati dei candidati in odore di nomination, che all'epoca della prima stesura del piano erano ancora tre, con Trump anche Ted Cruz e John Kasich.
Poi distribuzione di kit di pronto intervento negli hotel e nei luoghi delle convention per tutti coloro che fossero colti da malore alla notizia della nomination di Tump. Tra le idee più serie, ma anche più controverse, uno sciopero dei lavoratori dei fast food che vogliono salari minimo orario più alto, oppure sciopero nei luoghi che circondano la convention che si tiene alla Quicken Loans Arena.
Un secondo kit di pronto soccorso di chiama “Trumpocalypse Survival kit”, è una borsa da shopping con busta per vomitare, una molletta per il naso, Tylenol, l'antidolorifico più comune, Alka Seltzer; segue un giornale che somiglia al repubblicano, e ora trumpiano, New York Post di Murdoch, con un editoriale firmato da Trump dal titolo “come parlare alle donne”.
Autisti in limousine verranno spediti all'aeroporto ad accogliere delegati con cartelli di emoticon con la faccia di Trump. Ancora un kit, “Go Trump Yourself” ,diventa tu Trump, che comprende un abbronzante spray, tintura per capelli, un fischietto per cani, e battimano in plastica con piccole dita. Alle colazioni per i giornalisti il contro piano democratico si propone di offrire cibo dei Paesi offesi da Trump nel corso della campagna, dai tacos messicani a pita e hummus arabi.
Un ennesimo kit “Successful Businessman Starter Kit”, come avviare un'attività di imprenditore di successo, comprende assegno da 40 milioni di dollari di “your dad”,papà, e diploma della controversa università Trump. Grandi riproduzioni in cartone dei leader del Gop che diserteranno la convention dovrebbero essere piazzati in giro per la città, Il resto è lasciato a libera improvvisazione dei partecipanti al progetto, in testa volontari e funzionari che si vestano da candidato nominato repubblicano e facciano “TrumpThings”, cose alla Trump.
Chiamati in causa per aver ideato un progetto politico a dir poco creativo, i democratici dello staff della Clinton e del comitato elettorale tacciono. L'hacker ha fornito ampia documentazione del suo furto id materiale, negare non si può. Certamente i democratici contano su una simpatia diffusa e sull'indulgenza della stampa, che detesta il repubblicano. Potrebbero sbagliarsi, già il New York Times oggi attacca duro sulla credibilità del candidato Clinton post mezza assoluzione Fbi per le mail.
Ma il punto è un altro. Davvero è tutto qui l'armamentario, la potenza di fuoco, del partito di governo contro l'avversario? The character assassination è sicuramente una formula forte, ma necessita di ben altri strumenti che il colore di una faccia. Sono attacchi che appartengono alla prima fase delle primarie, a ridimensionare nel ridicolo e nell'impolitico un personaggio potenzialmente pericoloso, ritenuto eversivo. Oggi fanno ridere, appunto, e rischiano di far ridere gli elettori che dovrebbero far riflettere.
Se Trump rispondesse inviando a Filadelfia, dove si terrà a fine mese la convention democratica, filmati sul cadavere scempiato dell'ambasciatore Stevens trascinato per le strade di Bengasi, o mandasse per ristoranti e bar le non poche signore che hanno accusato l'altro Clinton, ex presidente e futuro possibile first gentleman, di stupro, o facesse girare automobili con grandi megafoni che ripetano le parole del capo del Fbi sull'imperdonabile mancanza di giudizio dell'ex segretario di Stato nel sottrarre posta riservata, dirottarla su un conto personale a tutti accessibile, anche ai nemici degli Stati Uniti? Per ultimo ride Guccifer 2.0.
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