DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Cesare Zapperi per la Stampa
Si vedranno stasera a cena Berlusconi, Salvini e Meloni, a palazzo Grazioli, per concordare una linea unitaria per arrivare domani alle consultazioni al Quirinale parlando con una voce sola. Ma non sarà facilissimo. Perché al di là delle posizioni ufficiali ribadite in pubblico anche ieri, è dietro le quinte che si tengono i contatti incrociati e che si valutano scenari divergenti e in parte opposti.
Da una parte c' è Salvini, che continua a mantenere stretti rapporti con Di Maio (si sono parlati a lungo venerdì) e che oggi con grande interesse ascolterà quello che il leader del M5S dirà nell' intervista Lucia Annunziata a «In mezz' ora in più», visto che sarebbero attese «novità» o in un senso - apertura all' offerta di un governo a tempo - o nell' altro, chiusura su tutti i fronti.
Nel primo caso, sembra che in privato il leader della Lega abbia proposto all' interlocutore un esecutivo da fare assieme con un premier che non sia lui stesso ma nemmeno Di Maio, una figura di garanzia per tutti insomma. Allo stato però sembra che i 5 Stelle siano ancora fermi sul veto nei confronti di FI, e allora si torna al nodo iniziale: può Salvini rompere con Berlusconi? In casa Lega sussurrano che sì, potrebbe avvenire se fosse lo stesso leader azzurro a dichiararsi indisponibile o a dividersi dall' alleato (il che non dispiacerebbe troppo al Carroccio) dicendo sì a un governo del presidente, ipotesi totalmente scartata da Salvini.
luigi di maio berlusconi salvini meloni
Il fatto è che in FI al momento non si ha intenzione di rompere l' alleanza. In una dichiarazione con il visto del Cavaliere, il fedelissimo Sestino Giacomoni afferma che FI è «forza responsabile» che chiede due cose: un governo che faccia quello che si aspettano gli italiani, e che sia guidato «da chi ha vinto le elezioni», ovvero un esponente di centrodestra. In teoria le posizioni collimano, in pratica i discorsi che si fanno ad Arcore sono diversi.
Se infatti Giacomoni aggiunge che le formule per far nascere il governo «le valuterà il capo dello Stato», Mariastella Gelmini va oltre e parla di «ora della responsabilità» e di necessario ascolto di quello «che ci dirà Mattarella» per «uscire dallo stallo». Berlusconi infatti è convinto che andare al voto con questa legge sarebbe una pazzia, perché «non si avrebbe ancora una volta una maggioranza», e quindi non disdegnerebbe l' ipotesi di un governo del presidente (sostenuto da tutti o quasi) con figure o tecniche di area dei vari partiti o indicate in totale autonomia da Mattarella per modificare il Rosatellum, mettere in sicurezza i conti e poi eventualmente tornare a votare. Ma dato che FI da sola (anche in accordo eventuale col Pd) non avrebbe i voti per sostenere un governo di questo genere, no è prevista una rottura con Salvini, che a livello elettorale sarebbe pagata carissima.
Per questo, pur guardando in direzioni diverse, allo stato nel centrodestra sono costretti a muoversi insieme, aspettando di capire se arriveranno segnali dal M5S o se Mattarella farà un appello ai partiti davanti al Paese, chiamandoli alla «responsabilità», tanto da cambiare il quadro. Appello che metterebbe in difficoltà Meloni e Salvini, il quale si porta avanti nella battaglia contro il Pd attaccando Gentiloni che aveva detto come in questo momento servano immigrati all' Italia ma con flusso regolare: «Chiamate un medico», è il commento postato su Twitter.
Berlusconi con Salvini e Fedriga a Trieste berlusconi salvini 1BERLUSCONI SALVINI
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