MAL COMUNE MEZZO GAVIO - LE INDAGINI CHE RIGUARDANO FILIPPO PENATI SI CONCENTRANO ANCHE SU UN ALTRO PERSONAGGIO: IL BANCHIERE MATTEO ROCCO - TRA LE OPERAZIONI SOSPETTE A CARICO DI ROCCO (PASSATO A GESTIRE IL PATRIMONIO DI GAVIO) I PM SONO CONVINTI CHE SI ANNIDINO LE TANGENTI SERRAVALLE - IL BANCHIERE AVREBBE INTESTATO ALCUNE OPERAZIONI AI FAMILIARI PER INCASSARE DELLE PLUSVALENZE, PER UN TOTALE DI 5 MLN €...

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Sandro De Riccardis per "la Repubblica"

Una plusvalenza tira l'altra. E dietro quella "mega" da 179 milioni di euro incassata dal gruppo Gavio per la vendita del 15% di Serravalle alla Provincia di Milano, guidata allora da Filippo Penati, i pm di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia stanno passando al setaccio alcune «operazioni sospette» del banchiere Matteo Rocco, indagato per concorso in corruzione, perquisito lo scorso 13 dicembre proprio per l'operazione Serravalle.

Nelle sue movimentazioni - tra cui un'operazione con i Gavio che gli ha garantito un guadagno di 500mila euro in cinque mesi - la procura pensa di aver individuato la strada per arrivare alla tangente che il gruppo di Tortona avrebbe pagato alla politica. Un possibile riscontro del «sovrapprezzo da pagare a favore di Penati e Vimercati» denunciato da Piero Di Caterina, il grande accusatore dell'ex politico Pd. Un'ipotesi presa in considerazione dai pm.

Matteo Rocco, 57 anni, nel 2005 è condirettore della sede di Lugano della Banca San Paolo Suisse (gruppo Intesa), quando sui conti di Argo Finanzaria (Gavio) presso l'istituto svizzero arrivano i soldi della plusvalenza da Astm (Autostrade Torino Milano), altra società di Gavio. Già prima della perquisizione, la procura scopre che Rocco ha lasciato la banca ed «è consigliere di amministrazione di Astm e gestore del patrimonio della famiglia Gavio».

Su di lui, nel decreto di perquisizione, i pm scrivono lo scorso dicembre che «appare ragionevole ritenere che sia persona di fiducia, responsabile delle attività di investimenti e finanza della famiglia Gavio, e che in tale ruolo abbia gestito la movimentazione "riservata" all'estero di fondi profitto della vendita delle azioni della Milano-Serravalle».

Ora la procura ha ricostruito - in relazione al banchiere passato alla corte dei Gavio - la movimentazione di oltre cinque milioni di euro, formalmente riferibili alla madre e ad altri parenti, ma per la procura riconducibili proprio a lui. Al Nucleo di polizia tributaria arrivano «due segnalazioni di operazioni sospette a carico di Rocco e della madre da parte dell'Unità di Informazione Finanziaria della Banca d'Italia».

Indicano una plusvalenza da 500mila euro realizzata grazie ai Gavio e a «due polizze oggetto di scudo fiscale per cinque milioni ». I finanzieri scoprono che Rocco ha acquistato da Argo «a un prezzo particolarmente di favore, inferiore al 50% di quello espresso dall'assemblea dei soci », un pacchetto di 16.944 azioni della Banca Popolare di Vicenza (titolo non quotato). Paga 29,509 euro ad azione. Sei mesi dopo Rocco rivende al prezzo di mercato di 61,54 euro ad azione.

Acquista il 18 dicembre 2009, rivende il 25 aprile 2010, incassa una plusvalenza di 500mila euro in meno di sei mesi. I soldi per l'acquisto del pacchetto di titoli arrivano «da due bonifici esteri di 250mila e 225mila disposti dallo stesso Rocco - annotano i finanzieri - sulla base di un rapporto in essere presso la Bank Julius Baer&co» di Zurigo. «La causale del sospetto - scrivono ancora i militari - è data, oltre che dalla provenienza dei fondi da una banca svizzera ma di diritto lussemburghese, dall'elevato scostamento tra il prezzo unitario di acquisto e quello di vendita delle azioni, specialmente in relazione al tempo trascorso tra le due operazioni. Tale scostamento induce a ritenere l'acquisto sospetto».

La seconda «segnalazione di operazioni sospette» riguarda F. P., madre 82enne del banchiere, e si riferisce a «due polizze oggetto di scudo fiscale per un importo complessivo di 5 milioni e 40mila euro». Una delle due «prevede come persona assicurata » la donna, quali beneficiari in caso di morte «il padre di Matteo Rocco (al 50%) e Maria Chiara Arona (al 50%)» che la Guardia di Finanza ipotizza essere «figlia di Enrico Arona, rappresentante legale di Astm». La seconda polizza indica ancora come assicurata la madre di Rocco, e i tre figli del banchiere come beneficiari in caso di morte.

Operazioni che la procura riconduce interamente a Matteo Rocco, perché «il profilo reddituale di F. P. - scrive la Finanza - non risulta tale da poter giustificare il possesso dei titoli, utilizzati per la sottoscrizione delle due polizze, in precedenza depositati presso istituti esteri in Svizzera e San Marino».

Da gennaio, quando la Finanza informa la procura di Monza delle novità, gli investigatori potrebbero aver trovato altri elementi a supporto dell'ipotesi della famosa tangente alla politica staccata dalla maxi plusvalenza della vendita di Serravalle, un'operazione che per i periti della procura «da un punto di vista pubblico, non aveva alcun senso».

 

Marcellino GavioMARCELLINO E BENIAMINO GAVIOPIERO DI CATERINA GIORDANO VIMERCATI E FILIPPO PENATI Matteo RoccoAutostrada Serravalle