DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA…
1 - BREVIARIO...
Antonello Caporale per "la Repubblica" - "à come se Fornero chiedesse le dimissioni della bilancia perché il suo peso non le piace", Renato Brunetta, deputato Pdl
2 - MASTRAPASQUA E NORI RESISTONO: NIENTE DIMISSIONI...
Enr. Ma. per il "Corriere della Sera"
Simul stabunt, simul cadent. Paradossalmente l'attacco del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, al presidente e al direttore dell'Inps, dei quali ha in pratica chiesto le dimissioni, ha avuto come effetto di ricompattare Antonio Mastrapasqua e Mauro Nori, che ormai da mesi non facevano che duellare. Ora, appunto, o resisteranno insieme o cadranno entrambi.
Da ieri lo scontro non è più tra il superpresidente superprotetto da Gianni Letta e il manager sponsorizzato dalla Cisl di Raffaele Bonanni, bensì tra Fornero e il vertice Inps. Tra Fornero, che dietro non ha un partito, e Mastrapasqua e Nori, che hanno invece le spalle ben coperte, come si è visto ieri dal coro di reazioni a loro sostegno. Certo Fornero è un ministro di gran prestigio e che gode della piena fiducia del premier.
Ma Monti non può non tener conto degli umori della sua maggioranza e, in certa misura, degli stessi sindacati. Nessuna sorpresa quindi che Mastrapasqua e Nori, pur decidendo di non replicare, abbiano fatto sapere informalmente che non hanno alcuna intenzione di dimettersi. E nessuna sorpresa che, in serata, i collaboratori di Fornero spiegassero come le eventuali dimissioni siano rimesse alla sensibilità dei due, ma che il ministro non forzerà la situazione.
Del resto per commissariare l'Inps non sembrano esserci motivazioni sufficienti, ma soprattutto non c'è il consenso politico. Il pasticcio degli esodati, culminato nel plateale incidente di ieri, lascia però sul campo macerie che prima o poi andranno rimosse. L'Inps, anzi il SuperInps, visto che ora incorpora anche Inpdap ed Enpals, è l'organismo più importante di tutta la pubblica amministrazione e non può essere governato da un vertice in guerra al suo interno e con il ministro vigilante e con la Ragioneria generale. Fornero spera in ciò e nel fatto che lo stesso Monti dovrà necessariamente occuparsi della faccenda, magari quando il clamore di questi giorni si placherà .
Nel frattempo la commissione di tre esperti nominata dalla stessa Fornero per studiare la riforma della governance dell'Inps, presieduta dal bocconiano Giovanni Valotti, dovrebbe presentare la sua proposta (il termine scade infatti il 30 giugno). Se si decidesse, come gli stessi partiti, sia di centrodestra sia di centrosinistra, hanno chiesto con la mozione approvata alla Camera il 9 maggio, una governance più «collegiale», cioè il ripristino del Consiglio di amministrazione, potrebbero crearsi le premesse per ridimensionare Mastrapasqua e mettere alle strette Nori.
Cacciarli, come vorrebbe Fornero, appare molto più difficile. Il decreto salva Italia proroga il Super presidente, al timone dell'Inps dal 2008, fino alla fine del 2014. Inoltre, gli stessi partiti che hanno chiesto un mese fa la nuova governance, ieri, tra Fornero e il duo Mastrapasqua-Nori, hanno scelto quest'ultimo.
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