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Da "Repubblica.it"
L'Italia è un paese con "squilibri macro-economici eccessivi". E' quanto si legge nel rapporto pubblicato oggi dalla Commissione Ue che alza il livello di allerta sull'Italia da paese con semplici squilibri macroeconomici a paese con squilibri eccessivi. Solo Croazia e Slovenia sono considerati insieme alla Penisola paesi con squilibri eccessivi, mentre non lo è più la Spagna.
Grecia, Portogallo, Cipro e Romania, in quanto paesi sotto programma di aiuti, non sono stati presi in considerazione da Bruxelles in questa analisi. Bruxelles punta il dito in particolare sulla limitata produttività del lavoro, che è ritenuta una delle cause principali dell'alto debito pubblico e della scarsa competitività dell'Italia: "Entrambi derivano in ultima istanza dalla perdurante lenta crescita della produttività e richiedono urgenti interventi". Peggio, secondo la Commissione gli aggiustamenti strutturali sono insufficienti.
In particolare per ridurre il debito pubblico l'Italia ha bisogno di "surplus primari molto alti, e al di sopra dei livelli storici", e "di una crescita robusta del Pil per un periodo prolungato". Bruxelles riconosce che raggiungere questi obiettivi "sarà una sfida molto difficile" per l'Italia. Anche perché la manovra 2014 "appare insufficiente", nonostante "nel 2013 l'Italia abbia fatto progressi verso il raggiungimento dell'obiettivo di medio termine". Anche per questo il Paese finirà sotto stretto monitoraggio della Commissione che farà frequenti rapporti all'Eurogruppo.
Un primo piano è atteso per aprile. Per Olli Rehn, commissario Ue agli Affari economici, "fronteggiare le sfide dell'economia italiana richiede azioni politiche decise e un forte impegno, incoraggiamo il nuovo governo a compiere tali azioni per rafforzare la crescita e creare posti di lavoro.
Vogliamo sostenere l'Italia in questo percorso", anche perché se il Paese non dovesse prendere "misure adeguate" e mancasse "ripetutamente" l'impegno a definire un piano di correzione "sufficiente" rischierebbe una sanzione finanziaria fino allo 0,1% del Pil (circa 1,5 miliardi di euro).
Germania.
Bruxelles ha anche bacchettato Berlino perché un surplus troppo alto nella bilancia commerciale tra import ed export è un segno di alta competitività , ma scarsa domanda interna e risorse economiche non distribuite bene. L'Ue chiede dunque a Berlino "misure per rafforzare la domanda interna e il potenziale di crescita".
Tali misure "che avranno effetti sulla domanda interna", spiega la Commissione, sono già "contenute nell'accordo di coalizione del nuovo Governo". E, infatti, immediata è arrivata la replica di Berlino che "non vede alcun segno" per sostenere che l'export della Germania "rechi danno all'eurozona".
Francia.
Nel mirino della Commissione è finita anche la Francia a causa della bassa competitività , persistente calo dell'export, costo del lavoro elevato e target di riduzione del deficit che non sarà rispettato. Tuttavia, secondo Bruxelles, si tratta ancora di squilibri macroeconomici non eccessivi. Per l'Esagono la raccomandazione specifica riguarda la riduzione del deficit. Come per l'Italia, anche per la Francia scatta il monitoraggio stretto della Commissione che farà rapporto all'Eurogruppo.
Gli altri.
Olli Rehn ha sottolineato come gli Stati membri abbiano "fatto dei progressi nel fronteggiare le sfide economiche ma si tratta di passi avanti che variano da paese e paese che in alcuni casi devono essere rafforzati". E' una indicazione che riguarda soprattutto i tre paesi che oggi fanno parte dei "vigilati speciali" (Italia, Croazia e Slovenia) perché i loro squilibri sono considerati "eccessivi", tali da creare un problema anche all'Eurozona di cui fanno parte. Dieci paesi hanno degli squilibri macro-economici che possono essere considerati sotto controllo per i quali sono necessarie misure specifiche: Belgio, Bulgaria, Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Ungheria, Olanda, Svezia, Finlandia, Regno Unito. Tre non hanno squilibri: Danimarca, Lussemburgo e Malta. I paesi sotto salvataggio, come detto, non fanno parte dell'analisi.
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