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Francesca Sforza per “La Stampa”
Sul campo la situazione non smette di essere preoccupante, e per molti versi confusa. I negoziati sono evidentemente in stallo: da parte ucraina si succedono ogni giorno messaggi che alternano aperture e rivendicazioni, volontà di dialogare e condizioni unilaterali. Il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak ha ribadito che Kiev non accetterà un cessate il fuoco che comporti «cessioni territoriali» a Mosca.
andrzej duda volodymyr zelensky
La Russia tace, e l'informazione ufficiale ignora con sistematica precisione qualsiasi invito o accusa provenga dal presidente di Kiev. E però, a tratti, si guarda al futuro, come ieri al parlamento ucraino, dove il presidente polacco Andrzej Duda è intervenuto - primo leader straniero a farlo - e in un discorso che gli è valso una lunga standing ovation finale, ha promesso che farà di tutto perché l'Ucraina diventi europea al più presto possibile.
Ora, come ha detto il presidente Zelensky, «La situazione nel Donbass è estremamente difficile», poiché la Russia ha intensificato gli attacchi a Sloviansk e Severodonetsk negli ultimi giorni: «Le forze armate ucraine stanno frenando questa offensiva. Ogni giorno che i nostri difensori ostacolano i piani offensivi della Russia, interrompendoli, è un contributo concreto all'avvicinarsi del giorno che tutti noi non vediamo l'ora arrivi e per cui lottiamo: il Giorno della Vittoria».
Il presidente polacco Duda ha preso atto della situazione sul terreno, ha ricordato come la Polonia resterà sempre al fianco dell'Ucraina, sia sul fronte dell'accoglienza dei profughi che del sostegno militare: «Dopo Borodyanka e Mariupol - ha detto - il mondo non dovrebbe mantenere con la Russia una politica come se nulla fosse». Impossibile, in altre parole, immaginare un ritorno al "business as usual" con Mosca, e importante, invece, allargare lo spazio europeo all'Ucraina.
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Su questo però, il presidente francese Macron è stato piuttosto chiaro: impossibile prevedere un'adesione di Kiev prima di dieci o venti anni. La notizia - riportata con una certa enfasi dall'agenzia russa Tass - era già stata contestata dallo stesso Zelensky, e lascia intravedere una prossima spaccatura all'interno dell'Unione Europea.
Da una parte i sostenitori di un ingresso veloce - in prima fila appunto i polacchi e le repubbliche baltiche - dall'altra chi pensa che le tappe di adesione debbano essere uguali per tutti, senza eccezioni.
La Francia lo ha detto chiaramente, ieri di nuovo ribadita da Clément Beaune, ministro per l'Europa appena riconfermato, con altri lo direbbero se qualcuno glielo chiedesse - Olanda e Danimarca. La Germania, proprio ieri, si è ufficialmente allineata con la Francia: «È anche un fatto di equità nei confronti dei sei Paesi dei Balcani occidentali che sono candidati all'adesione all'Ue da molti anni, e Kosovo e Bosnia-Erzegovina che vogliono candidarsi», ha detto il cancelliere Scholz in un'intervista alla Faz. Altri ancora, come Spagna e Italia, preferiscono non parlarne ma lo pensano.
emmanuel macron Clement Beaune
Macron, che in questa fase sta faticosamente cercando di riallacciare un dialogo con Mosca, si trova nella situazione di dover allo stesso tempo rassicurare gli alleati occidentali e non spezzare l'esile filo della conversazione con Putin. Ieri, per esempio, ha avuto una telefonata con la vicepresidente americana Kamala Harris, in cui ha ripetuto il suo sostegno al popolo ucraino di fronte all'invasione russa «ingiustificata e non provocata».
E in un video alla 75esima assemblea dell'Oms ha chiesto di sostenere la risoluzione presentata dall'Ucraina che condanna l'aggressione russa: «Condanniamo con la più grande fermezza l'aggressione militare della Russia, con la complicità colpevole della Bielorussia. Le conseguenze di questa crisi sono devastanti, sul piano sanitario, per quanto riguarda le popolazioni, le strutture e il personale sanitario che sono presi di mira.
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Chiedo a tutti i membri dell'Oms di sostenere la risoluzione presentata dall'Ucraina», ha detto. «Questa guerra - ha aggiunto - non ci deve comunque far dimenticare le altre emergenze tra le quali la pandemia». Il presidente francese, tra i più decisi sostenitori della linea dialogante, è stato definito da alcuni analisti americani "il poliziotto buono" rispetto a quello "cattivo" impersonato dagli Stati Uniti. Ma come osservavano anche Oltreoceano, «il poliziotto buono è pur sempre un poliziotto».
macron putinMEME SULL INCONTRO TRA MACRON E PUTINandrzej duda volodymyr zelensky
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