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MANTOVANO CONTRO NORDIO, LA LEGA CONTRO FRATELLI D’ITALIA: FORZA ITALIA CONTRO… FORZA ITALIA: QUALE MIGLIORE MOMENTO PER RENZI DI RIPRENDERE L'ARTE IN CUI ECCELLE: IL ROTTAMATORE CHE INCRINA ALLEANZE, SEMINA ZIZZANIA, RIBALTA COALIZIONI DI GOVERNO? - OBIETTIVO, FORZA ITALIA QUANTO MAI SPACCHETTATA SENZA SILVIO. SOSTIENE MARINA B. CONTRO MELONI, RICEVE L’APPOGGIO DI LICIA RONZULLI, GELMINI FILO-NORDIO MOLLA CALENDA - ESSENDO UN TATTICO E NON UNO STRATEGA, MATTEONZO STA ALLA FINESTRA. NESSUNO SA COSA ACCADRÀ DOMANI: MARINA E PIERSILVIO POTREBBERO CHIUDERE LA BARACCA POLITICA DEL PADRE E VENDERE MEDIASET; UN MANIPOLO DI SENATORI RONZULLIANI POTREBBERO PASSARE NELLE FILA DI ITALIA VIVA; MAGARI LA SORA GIORGIA, CON FORZA ITALIA SOTTO LA SOGLIA EUROPEA DEL 4%, POTREBBE LANCIARE UN’OPA SUL PARTITO. TUTTO PUÒ ACCADERE...

MATTEO RENZI GIORGIA MELONI

RENZI

Se lo conosci, lo eviti: l'ha capito perfino Calenda.

Jena per La Stampa

 

DAGOREPORT

E Renzi che fa? “Slitta a destra”, deglutisce il neo magro Calenda, facendola semplice, troppo semplice. In realtà, tra destra e sinistra, Matteonzo ha sempre puntato sul suo ombelico. E dato che oggi, con una Italia più morta che Viva, non conta niente, il “Bomba” si sta applicando a mettere in atto la sua unica qualità politica: quella del rottamatore. 

bin salman renzi

 

Non possedendo l’attitudine per costruire una leadership a causa del suo ego espanso, avendo rimpiazzato l’assenza di un’ideologia o di un ideale con la furberia, il guastatore è l’unica arte politica in cui eccelle: incrinare alleanze, seminare zizzania, ribaltare coalizioni di governo. 

 

Un lavoro di interdizione che si affianca al suo impegno di lobbysta per il munifico principe dell’Arabia Saudita Bin Salman, gironzolando nelle varie capitali per portare a Riad l’Expo 2026, dimentico il tapino toscano che nella gara c’è anche un Paese che ha proposto la città di Roma.

MATTEO RENZI E CARLO NORDIO - PRIMA PAGINA DEL FATTO QUOTIDIANO 2 DICEMBRE 2022

 

Attenzionando gli scazzi quotidiani all’interno della coalizione di governo, il senatore semplice di Rignano sull’Arno ha capito al volo che la “riforma della giustizia” secondo Nordio, con l’Anm che denuncia il tentativo di delegittimare la magistratura e il Governo che accusa la magistratura di delegittimare la politica, era giunto il suo magico momento di destabilizzare una maggioranza di governo quanto mai spacchettata e attaccabrighe. 

 

meloni mantovano

Una coalizione dove troviamo il 50 per cento di Fratelli d’Italia che per tradizione tifa per il giustizialismo manettaro (per loro la Santanché non dovrebbe esistere al banco del governo) che si sposa con quella metà di Forza Italia che si riconosce in Silvio Berlusconi martire delle toghe rosse. 

MATTEO RENZI ALFREDO ROMEO PIERO SANSONETTI

 

Mentre l’altro alleato, Matteo Salvini, non perde occasione di infilzare la premier quando la vede che è costretta a barcamenarsi tra le uscite provocatorie del suo ministro della Giustizia e i suggerimenti dell’ex giudice, ora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che mantiene un filo diretto con il capo dello Stato nonché presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.

 

ANTONIO TAJANI E CARLO NORDIO

La prima mossa di Renzi nel varco scoperto della riforma giustizia è stato l’accordo con l’imprenditore Romeo per assumere la direzione editoriale de “Il Riformista” e avere così a disposizione qualche colonna di piombo da sparare ai magistrati fiorentini che si accaniscono con la sua amata Fondazione Open (“Carriere separate sì, ma tra quelli bravi e no. Quelli di Firenze? Hanno Kata sulla coscienza”); dopodiché ha pensato bene di traslocare dalla Commissione Sanità (scelta all’inizio legislatura per spingere sul varo della Commissione Covid) alla Commissione Giustizia “per seguire da vicino il ddl Nordio”.

 

nordio salvini

Da qui è iniziata la campagna filo-Nordio di Matteonzo per destabilizzare gli equilibri politici della Sora Giorgia. Sul “Riformista” del 15 luglio scorso, Renzi non ha peli sulla lingua: “Mantovano contro Nordio sul concorso esterno in uno scontro tra i magistrati che siedono al tavolo più importante di Palazzo Chigi. La Lega contro Fratelli d’Italia: Salvini fiuta l’occasione di recuperare la china nei sondaggi e vede in difficoltà l’alleato senior. Per questo gli ex padani attaccano gli ex missini sapendo che entrambi hanno un passato non propriamente garantista. Ma se la partita Lega contro Fratelli d’Italia ci sta, la vera sorpresa è Forza Italia contro… Forza Italia. Eh già perché la timidezza di Tajani sui temi della giustizia non nasce solo dal suo carattere accomodante: nasce soprattutto dalla paura di disturbare il manovratore, cioè la Premier, paura che dalle parti di Forza Italia è diventata ormai la bussola per qualsiasi decisione politica”. 

CARLO NORDIO SERGIO MATTARELLA

 

E voilà, su un vassoio d’argento arriva la grande occasione per Renzi di entrare nel cuore di Forza Italia. Quando Meloni, sollecitata a Palermo dai giornalisti che le chiedevano un commento alla lettera inviata a il Giornale in cui la figlia di Berlusconi attacca magistrati e giornalisti che perseguitano il padre “anche da morto” con “l’accusa più delirante, quella di mafiosità”, replica tosta che “Con tutto il rispetto, non posso considerare Marina Berlusconi un soggetto politico della coalizione”, Renzi stappa lo champagne.

 

GIORGIA MELONI MARINA BERLUSCONI - MEME BY EDOARDO BARALDI

“A me non è piaciuta la risposta che Meloni ha dato su Marina Berlusconi”, tuona senza mezzi termini, intervistato da Bruno Vespa alla rassegna Forum in Masseria a Manduria. Il leader di Italia Morta, in totale fibrillazione da rottamazione, aggiunge: “Marina Berlusconi ha il mio rispetto umano e politico per quello che ha scritto nella sua lettera al Giornale: accanirsi contro un uomo che non c’è più, lo dico io che non l’ho mai votato, è ingiusto. La Procura porti la legalità a Firenze e non si metta a riscrivere la storia per motivi politici contro Berlusconi”.

 

licia ronzulli in senato con renzi

Dichiarazione che è stata subito applaudita da una che vede la Meloni come un interista oggi vede Lukaku: “Se Matteo Renzi decide di passare in maggioranza e di aprirsi a no, perché no? Se sposa il nostro programma, ci può essere una compatibilità politica. Le nostre porte sono aperte. In Forza Italia è arrivata Caterina Chinnici che era del Pd. Renzi deve capire cosa vuole fare da grande, ma sulla giustizia e sul salario minimo, ad esempio, la pensiamo allo stesso modo”. Così a In Onda Estate (La7) Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato, risponde a una domanda della vicedirettrice de La Stampa, Annalisa Cuzzocrea, che le chiede chi tra Giorgia Meloni e Matteo Renzi abbia maggior interesse ai voti di Forza Italia. 

salvini ronzulli

 

Licia, come oppositrice della tirannia di Giorgia, fa impallidire Schlein e Conte messi insieme. Con i sondaggi riservati che non vedono la presenza di Antonio Tajani tra i leader preferiti di Forza Italia del dopo Berlusconi, la vispa Ronzulli prepara le armi per deporre “l’ostaggio della Meloni” al congresso di Forza Italia che sarà anticipato ad aprile 2024, prima del voto di giugno delle Europee. 

 

Intanto, la Ronzulli ha ripreso a dialogare con il suo vecchio compagno di sconquassi Salvini, che ne ha piene le scatole dell’arroganza della Giorgia in modalità Marchesa del Grillo (vedi l’ultimo scazzo: Giorgetti, su diktat di Salvini, che caccia Lazzarini da Ita sostituendolo con Turicchi, facendo incazzare i fratellini d’Italia).

mariastella gelmini carlo calenda

 

Intanto Renzi, indefesso, lavora ai fianchi. Ed ecco l’ex forzista passata ad Azione, Mariastella Gelmini, che in un’intervista al Corriere della Sera, “promuove” la riforma di Nordio. A quel punto  si sveglia il povero Calenda per scagliarsi contro il suo separato in casa: “Credo che Italia Viva stava, da prima della rottura, tenendosi le mani libere per fare un ragionamento con la maggioranza di governo. Io lo suppongo da quello che vedo, la difesa a oltranza di Santanchè anche di fronte all'evidenza di un comportamento incompatibile col fatto di essere ministro”. Da qui la sentenza sui movimenti politici di Renzi: “I segnali confermano uno slittamento verso la destra”.

 

Berlusconi Renzi

Essendo un tattico e non uno stratega, Matteonzo sta alla finestra e continua la sua missione di guastatore giorno per giorno, per vedere intanto che effetto che fa. Del resto nessuno sa cosa accadrà domani: Marina e Piersilvio potrebbero chiudere la baracca politica del padre e vendere Mediaset; oppure un manipolo di senatori ronzulliani potrebbero attraversare il Rubicone e passare nelle fila di Italia Viva; magari alla Sora Giorgia, una volta visti i sondaggi in vista delle europee con Forza Italia sotto la soglia del 4 per cento, potrebbe lanciare un’Opa sul partito. Tutto può accadere…

Berlusconi Renzi