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“A QUESTA STORIA DEL ‘CAMPO LARGO’ CREDONO A MALAPENA SCHLEIN, BETTINI E BASTA” – MARCELLO SORGI: “I CENTRISTI NO. CONTE SE IL CANDIDATO È SUO. BONELLI E FRATOIANNI SE GLI CONVIENE. MA SI POSSONO CHIEDERE VOTI PER UNA COALIZIONE COSÌ?” – “IL PUNTO È CHE QUELLI CHE I LEADER NAZIONALI CONSIDERANO ‘CACICCHI’, PER GRAN PARTE DEGLI ELETTORI SONO INTERLOCUTORI PIÙ O MENO AFFIDABILI, ED È SU QUESTO CHE MISURANO IL LORO GIUDIZIO SULLA POLITICA. QUANDO LI VEDONO ANDAR VIA, SUBISCONO UNA SORTA DI DISORIENTAMENTO…”

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Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”

 

pasquale tridico giuseppe conte

Non bisogna mai scambiare i risultati delle elezioni locali con quelli nazionali, anche se il colpo subito dal centrosinistra in Calabria (quasi 18 punti in meno degli avversari, con Forza Italia primo partito), dopo quello delle Marche è tale da uscirne tramortiti.

 

Dalla Seconda Repubblica in poi, le elezioni politiche si sono giocate sulla stabilità dei territori […]. Ma ora, la scarsissima (sempre più) partecipazione al voto – vicina al 40 per cento – fa sì che a votare vadano solo quelli dei partiti vincenti. E la vittoria è scritta prima che questi stessi elettori si rechino a votare.

 

PASQUALE TRIDICO ELLY SCHLEIN

Gli altri, o vanno solo alle manifestazioni (ma non in Calabria dove sono da tempo demotivati), o restano a casa. C’è, nel loro silenzio, una forma di protesta verso i “loro” partiti, che tanto se ne fregano (ieri il comunicato della Direzione del Pd era sui dazi di Trump).

 

E c’è una mancanza di leader locali, di quelli che fanno la campagna elettorale all’antica, andando di paese in paese, stringendo migliaia e migliaia di mani, facendo promesse realistiche come ha fatto Giani, che domenica prossima vincerà le elezioni in Toscana, e non lunari, come Tridico che le ha straperse in Calabria.

 

DJANI UNCHAINED

Il punto è che quelli che i leader nazionali (da D’Alema, che coniò la definizione che resiste da vent’anni, a Schlein) considerano “cacicchi”, per gran parte degli elettori sono interlocutori più o meno affidabili, ed è su questo che misurano il loro giudizio sulla politica.

 

Quando li vedono andar via, seppure per effetto della legge sul divieto del terzo mandato, subiscono una sorta di disorientamento, specie se il successore non ha tempo di farsi conoscere, come appunto Tridico.

 

GOFFREDO BETTINI

Infine s’è capito chiaramente che in questa storia del “campo largo” nel Pd credono a malapena Schlein, Bettini (l’inventore) e basta. I centristi no. Conte se il candidato è suo. Bonelli e Fratoianni se gli conviene. Ma si possono chiedere voti per una coalizione così

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