NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Giovanna Vitale per “la Repubblica - Roma”
LA PROSSIMA ROMA FRANCESCO RUTELLI
Due candidati sindaci in platea: Stefano Fassina, nella prima parte della giornata; Alfio Marchini, nella seconda, più fotografato di una rockstar. Sul palco, invece, il sogno proibito del Pd (che fatica a ritrovarsi dopo la traumatica caduta di Marino, riapparso alla convention di Rutelli in ordine sparso e non troppo in salute): il prefetto Franco Gabrielli.
È lui che scalda i cuori della "Francesca" riunita allo Spazio eventi dietro piazza di Spagna, lui che strappa applausi e risate, lui che fa ringalluzzire un pubblico stremato da decine di interventi di professori e imprenditori, rappresentanti di associazioni e politici, che fanno quasi a gara per dimostrare chi la sa più lunga, su Roma. "La prossima", come da titolo del convegno organizzato da Rutelli per «una ripartenza della città», che la vecchia è ormai andata, distrutta da due fallimenti che hanno un nome e pure un cognome: Alemanno e Marino.
Hanno voglia di guardare al futuro, i militanti dem: «Magari fosse Gabrielli il nostro candidato sindaco», sospira Claudio Poverini, iscritto al circolo di Tor de Schiavi. Ma il sogno sembra destinato a rimanere tale: «Non sono venuto a portarle via niente», sorride il prefetto guardando Marchini, seduto in prima fila ma venuto «solo per ascoltare, non è tempo di comizi», questo.
francesco rutelli franco gabrielli
«Ho solo accettato l' invito di un vecchio amico per portare un contributo dal mio osservatorio», premette Gabrielli per sgombrare il campo da ogni equivoco. E però «certo che me l' hanno chiesto di candidarmi », conferma le avance, «mi pare lo chiedano a tutti, ormai c' è questa sorta di ricerca affannosa », minimizza. «Ma io non voglio. Tra l' altro, anche se abito a Roma da 19 anni, non sono residente qui e dunque», di nuovo rivolto a Marchini, «non potrei neanche votarla».
Ride di gusto la platea, mantenendo il più religioso silenzio quando il prefetto parla dei problemi della città, delle periferie dove «c' è un fortissimo senso di insicurezza: degrado, sporcizia, poche divise e pattuglie», della «infernale macchina amministrativa che andrebbe riformata », del Giubileo organizzato senza aver mai sentito il Papa: «Ma essere assillanti con il Santo Padre non porta bene», scherza Gabrielli.
Fra il pubblico, molti più reduci che combattenti, quelli che a Roma fecero l' impresa: governare con le giunte di centrosinistra una città che ora tutti vogliono ingovernabile. Dagli ex vicesindaci Tocci e Causi, agli ex assessori Morassut e D' Alessandro; Ileana Argentin in pieno endorsement per Marchini («Mio padre ha sempre votato per lui, io invece scelsi Marino, ma mi sono pentita: Ignazio a un certo punto doveva dire basta, noi come Pd non potevamo far altro che cacciarlo»); e poi Lobefaro, Piva, la De Petris.
i ragazzi del teatro di tor bella monaca
Un' intera generazione di 50-60enni che Renzi ha rottamato, esiliandoli dal Pd e dalla scena nazionale, ma che nei territori - e la capitale non fa eccezione - insistono e resistono, convinti che tocchi di nuovo a loro. Nel mezzo, ben posizionata, la cosiddetta società civile. Qui e là i renziani, da Bonaccorsi a Nobili. Più in disparte gli ex consiglieri dem - Panecaldo, Grippo, Di Biase e Ferrari - con l' aria da orfanelli in cerca di un padre.
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Rutelli si presta: se li coccola, esulta per i 2.200 partecipanti registrati, annuncia gruppi di lavoro. «Dobbiamo creare una spina dorsale civica, programmatica, per l' avvenire della città. Non possiamo restare ostaggio di discussioni interne ai partiti», detta la linea. Con un' avvertenza: «Questo è un contributo destinato al Pd se ne farà un momento di ripartenza, ma se non ce la dovesse fare queste energie andranno incanalate in un soggetto civico ». Che però già c' è. E si chiama Marchini. Tutt' altro che un caso.
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