DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
MARINE LE PEN A CASA SANTANCHE
Anais Ginori per “la Repubblica”
Avviso ai presenzialisti di talk show televisivi: è possibile astenersi per qualche settimana da telecamere e microfoni. Sono quasi due mesi che Marine Le Pen non si fa intervistare dai giornalisti, record assoluto nella sua carriera da leader.
Non ha fatto un fioretto, piuttosto vuole cambiare la sua immagine in vista delle elezioni presidenziali del 2017. Dopo la batosta alle elezioni regionali, in cui il Front National è arrivato primo in tre regioni salvo essere poi perdente ovunque al ballottaggio, Le Pen ha capito che qualcosa doveva cambiare.
MARINE LE PEN E MATTEO SALVINI
Il partito che fu di suo padre, ormai estromesso, continua a provocare rigetto quando si avvicina al potere. Una delle prime lezioni dell’ultima sconfitta è stata che la sovraesposizione non sempre giova, anzi.
E quindi a dicembre, con l’arrivo delle feste, la leader del Fn ha preso tre settimane di vacanze nella casa di famiglia in Bretagna, fatto inedito per una stakanovista come lei. Poi a gennaio, quando è tornata al lavoro, i telespettatori non l’hanno rivista nei talk show a colazione o a cena, aprendo i giornali.
La presidente del Fn è diventata la grande assente dell’arena mediatica permanente di cui era una delle principali vedette. Nonostante la sua riconosciuta abilità per i mezzi di comunicazione, si è imposta una ferrea “dieta” che le permetterà, dicono i suoi collaboratori, di girare la Francia, incontrando da vicino i cittadini, preparando il programma per la campagna elettorale delle presidenziali. Il blackout dovrebbe durare fino all’estate, anche se ora il Fn fa capire che qualche apparizione, seppur breve, ci sarà.
Al suo posto, Le Pen manda negli studi televisivi altri dirigenti per dare un’idea più plurale del partito. Non tutti, va detto, hanno la verve e bucano lo schermo come lei. Comunque sia, la leader frontista è decisa a modificare la sua strategia per non ritrovarsi alle presidenziali nella situazione di favorita al primo turno e poi perdente annunciata del ballottaggio. Nei sondaggi le idee del Fn guadagnano consensi ma il 56% dei francesi continua a pensare che il partito sia «un pericolo per la democrazia».
Questo weekend Le Pen ha riunito i suoi fedelissimi in un albergo nella banlieue di Parigi. Un seminario a porte chiuse sul tema “La conquista del potere”. Al centro delle discussioni la linea economica del partito, il punto debole del Fn anche perché due tendenze si oppongono: quella nazionalsocialista incarnata dal vicepresidente Florian Philippot e quella neoliberista di Marion Maréchal Le Pen, che discende dal nonno Jean-Marie.
Su molte misure - dalle nazionalizzazioni al protezionismo, al Welfare – il programma non è ancora chiaro. Ma il punto più controverso è la proposta di rinunciare all’uscita dall’euro. Una parte del Fn vorrebbe archiviare il ritorno alla moneta nazionale che spaventa l’elettorato più anziano e la maggioranza degli imprenditori. In attesa di un cambio radicale, la leader frontista ha già messo le mani avanti: se venisse eletta presidente, l’eventuale addio all’euro sarà deciso dai francesi attraverso un referendum.
marine le pen in egitto con il patriarca copto
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