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Ernesto Menicucci per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"
Da una parte il Salva Roma. Dall'altra la «battaglia» su Acea. Sono i due fronti aperti di Ignazio Marino, chiuso per tutto il giorno a palazzo Senatorio per tirare giù la road map del piano di rientro collegato al provvedimento di palazzo Chigi. Con lui, soprattutto, i due «fedelissimi» Luigi Fucito, capo di gabinetto, e Liborio Iudicello, segretario generale.
Molto più sfumato il ruolo sia del ragioniere Maurizio Salvi, sempre più in uscita (il 31 marzo scade la proroga al suo mandato), sia quello di Daniela Morgante, assessore al Bilancio. Il decreto, però, non è stato ancora controfirmato dal Capo dello Stato e, di conseguenza, non è ancora in Gazzetta Ufficiale. Uscito il decreto, e capita la partita sulla Tasi, si farà il bilancio 2014: c'è tempo fino al 30 aprile.
L'altra questione riguarda l'Acea. Marino, all'Assemblea degli azionisti del 14 aprile, vorrebbe arrivare alla riduzione del Cda da 9 a 5 componenti e il cambio del management (presidente Cremonesi, ad Gallo). E, nella maggioranza, circolano anche i nomi di possibili sostituti: il ritorno dell'ex ad Andrea Mangoni (ma lui, a chi è capitato di parlarci, l'ha smentito), oppure l'ex direttore dell'area industriale Reti di Acea (e poi ad di Marco Polo) Francesco Sperandini (oggi in Gse, Gestione servizi energetici), oppure la «promozione» di Alberto Irace, dirigente di piazzale Ostiense.
Di sicuro, Marino vorrebbe cambiare tutti i membri del Cda in quota al Comune: anche Andrea Peruuzy, dalemiano, col quale i rapporti sono molto freddi già da qualche settimana. Per il sindaco, ci sono un paio di ostacoli da superare. Il primo è la reazione negativa dei soci privati di Acea.
Non solo Caltagirone, ma anche i francesi di GdF-Suez. Il sindaco ha cercato il consigliere d'amministrazione Giovanni Giani e avrebbe voluto fissare a breve un appuntamento. Giani, però, ha rimandato: appuntamento alla settimana prossima, dopo il Cda del 10 marzo che approverà il Bilancio e dopo che il sindaco avrà visto Caltagirone. L'altra questione da risolvere è sul piano legale: il sindaco, come azionista di maggioranza, può cambiare il Cda in corsa, senza incorrere in cause, risarcimenti o interventi della Corte dei Conti per danno erariale?
Perché è chiaro che una «revoca surrettizia» del management, attuata senza giusta causa, rischia di tirarsi dietro contenziosi infiniti e costosi. L'avvocato Gianluigi Pellegrino, che ha impostato la lettera del sindaco, ha già chiesto dei pareri legali ad alcuni studi molto importanti. Ma anche l'azienda, da parte sua, si sta preparando e si è rivolta ad uno degli studi più importanti d'Italia. Si affilano le armi, insomma. A meno che, prima del 14 aprile, si arrivi ad un accordo «bonario»: fuori Cremonesi, ma Gallo resta. Si vedrà .
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