
FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA…
1. MARINO CONTRO NIERI, SI APRE LA CRISI CON SEL - SMERIGLIO CRITICA SABELLA: «RISPONDA SUL G8 DI GENOVA». IL SINDACO: «CHI LO ATTACCA STA CON LA MAFIA»
Alessandro Capponi per il "Corriere della Sera"
alfonso sabella ignazio marino
Il terremoto non dà scosse d’avvertimento, arriva a metà pomeriggio e lascia macerie nei rapporti interni alla maggioranza: il sindaco Ignazio Marino «congela» le deleghe al vicesindaco Luigi Nieri, Sel si spacca (due verso la maggioranza, Battaglia e Azuni, due verso l’opposizione, Peciola e Cesaretti) e minaccia di uscire dalla coalizione; del destino di Alfonso Sabella, assessore alla Legalità, non è dato sapere: ieri avrebbe minacciato le dimissioni ma adesso è molto più probabile che rimanga, inizialmente proposto come vicesindaco da Marino.
alfonso sabella assessore alla legalita per ignazio marino
Un terremoto politico, appunto: alle nove della sera in Campidoglio sembra tornare la calma, con Nieri che viene dato regolarmente al suo posto. Certo, non è facile prevedere se ci saranno altre scosse ma è difficile, al momento, scommettere sul contrario. La crisi che in qualche modo si è aperta, infatti, è un dato di fatto: non solo perché Nieri è (è stato) «congelato» ma soprattutto perché con il Pd a ranghi ridotti — gli effetti collaterali dell’inchiesta Mafia Capitale hanno già dimostrato che è difficile, pur contando su Sel, portare a casa il voto in aula Giulio Cesare — e con Sel pronta alla battaglia, sembra traballare tutta la coalizione.
Il «caso» che fa deflagrare la maggioranza è legato a fatti di quattordici anni fa, G8 di Genova: è ad Alfonso Sabella, infatti, all’epoca capo dell’ufficio ispettorato del Dap che Sel chiede chiarimenti. Perché Sabella, di Genova 2001, dice che «c’era una regia, la politica voleva il morto». Il vicepresidente della Regione, Massimiliano Smeriglio, pone «dodici domande, le stesse che dovrebbe poter fare una commissione d’inchiesta parlamentare».
La reazione di Ignazio Marino è, inizialmente, questa: «Parole offensive. Questa per me è una gravissima azione nei confronti della mia giunta, esigo un chiarimento dal presidente della Regione Zingaretti e da Sel. Schierarsi contro Sabella significa schierarsi con la mafia». Replica Smeriglio: «Massima fiducia in Sabella. La chiarezza aiuterà tutti ad essere più forti».
Luigi Nieri Nicola Zingaretti Imma Battaglia e Andrea Santoro
Fine? Macché, è l’inizio: Marino comunica a Nieri (vicesindaco di Sel, che pure ha sempre sposato la linera del Campidoglio, a volte contro quella del suo partito) l’intenzione di salutarlo, sia pure con la formula delle deleghe «sospese». Poi il sindaco — nel tentativo di far sentire vicinanza a Sabella — rilascia dichiarazioni via via sempre più critiche verso Sel: «Nessuno si deve permettere di criticare l’azione di un uomo che ha rischiato per tutti noi la sua vita inseguendo, identificando e arrestando persone come Giovanni Brusca. Se non abbiamo rispetto per queste persone allora forse è meglio che lasciamo il Paese».
luigi nieri gianluca peciola niky vendola
Così mentre il caporguppo di Sel, Gianluca Peciola, dice che «è Marino che ci sta cacciando dalla maggioranza», Luigi Nieri prova ad unirsi al coro pro Sabella: «Personalità fondamentale». E Peciola: «Non vorremmo che Marino stesse attuando su Roma il modello Renzi, per cancellare l’”anomalia” di Sel al governo della città». Nicola Zingaretti: «Smeriglio ha chiarito l’equivoco. Massima fiducia in Sabella».
Il punto centrale, però, non è in Regione ma in Campidoglio: è là che i rapporti con Sel si sono fatti tesi, e che secondo indiscrezioni c’è già chi lavora all’allargamento della maggioranza (verso De Palo, Dinoi...). I danni causati dal terremoto politico, dunque, sono ancora tutti da valutare.
2. «LUIGI, TI DEVI FARE DA PARTE» IL COLLOQUIO GELIDO IN CAMPIDOGLIO. MA VENDOLA FERMA TUTTO
Ernesto Menicucci per il "Corriere della Sera - Roma"
Una scossa di terremoto, in Campidoglio: Marino si schiera in difesa di Alfonso Sabella, attacca Sel e inizialmente «congela» le deleghe al vicesindaco Luigi Nieri. La «crisi» in qualche modo è aperta: in serata Nieri viene dato regolarmente al suo posto in Campidioglio, ma la tensione con Sel è ormai altissima.
È la paura più diffusa, nel centrosinistra: «È come se ci fosse un pulsante con l’autodistruzione a tempo: basta un soffio, per farlo esplodere», dicono dalle parti del Nazareno dove ieri hanno assistito tra il turbato e il perplesso alla bufera scatenata da Ignazio Marino con la sua risposta a Smeriglio.
Una reazione fuori misura, che si spiega in due modi. Il primo, è la minaccia di dimissioni avanzate da Sabella. Che, al sindaco, non le ha mandate a dire: «Adesso basta. Voglio un’ampia copertura politica. Altrimenti non vado avanti». La seconda motivazione affonda tutta nel carattere del primo cittadino: umorale, pronto alle drammatizzazioni, uomo dalle asprezze improvvise, spesso nascoste dietro il sorriso di circostanza. Marino è così. Lo ha dimostrato, in questi quasi due anni di mandato, in mille situazioni e dichiarazioni.
Ieri, per difendere il «suo» Sabella, per poco Marino non ci rimette la maggioranza. Ed era pronto a sacrificare il suo vice Luigi Nieri, col quale aveva un sodalizio inossidabile che, nel tempo (e dopo qualche inciampo dell’esponente di Sel), è sempre più lento. Letto Smeriglio, Marino va tutte le sue furie. E prende l’occasione per «giubilare» il suo vice. Il sindaco prima ci parla al telefono, poi di persona: «Luigi, se Sel non modifica la sua posizione devi rimettere le deleghe».
Ha già in mente il «piano B», Marino: «Vi posso dare un tecnico di area vostra per il Personale, e promuovo Sabella vice. Altrimenti uscite dalla maggioranza». Nieri prova ad obiettare: «Lasciami almeno la delega come assessore».
Ed è lì che Marino diventa spietato: «Non sei stato capace di gestire la trattativa sul salario accessorio...», gli dice, gelido. Sotto gli occhi del sindaco scorrono le agenzie: è di ieri la notizia che 44 senatori (tre del Pd) firmano l’interrogazione di Andrea Augello (Ncd) per riaprire le trattative sul salario accessorio.
Verso le sei del pomeriggio, Marino pensa di avere dalla sua almeno due consiglieri di Sel: Gemma Azuni e Imma Battaglia. All’ora dell’aperitivo, Nieri è fuori dalla giunta e la crisi, al Campidoglio, è dietro l’angolo. Sel convoca una conferenza stampa (poi disdetta), ma inizia il lavoro dei «ricucitori». Nicola Fratoianni, luogotenente di Nichi Vendola parla col sindaco e gli dice, in sintesi, che se esce Nieri è guerra. Sul gruppo, invece, interviene Loredana De Petris, che ricompatta i quattro di Sel: tutti con Nieri, fino a prova contraria. Il caso, almeno per la serata, rientra. Ma, ad ogni refolo di vento, al Campidoglio ormai «si balla».
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