
DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA…
A MARIO DRAGHI SONO BASTATI CINQUE MINUTI PER POLVERIZZARE URSULA VON DER LEYEN APPECORONATA A TRUMP E I SOVRANISTI DE' NOANTRI - DAL PALCO DEL MEETING DI RIMINI, L'EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SBERTUCCIA I NO-EURO: "ANCHE IO QUANDO SCRISSI LA MIA TESI DI LAUREA SOSTENNI CHE LA MONETA UNICA ERA UNA GRAN SCIOCCHEZZA. È INSOSTENIBILE ARGOMENTARE CHE STAREMMO MEGLIO SENZA. IL MIO EUROPEISMO NON PARTE DAI GRANDI PRINCIPI CHE LO HANNO ISPIRATO. QUANDO MI PARLANO DI VISIONE MI TORNANO SEMPRE IN MENTE LE PAROLE DI HELMUT SCHMIDT 'SE CERCHI UNA VISIONE VAI DALL’OCULISTA'" - LE BORDATE DI DRAGHI ALLA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA SUCCUBE DI TRUMP ("ABBIAMO DOVUTO RASSEGNARCI AI DAZI IMPOSTI") E ALLA PREMIER, CHEERLEADER DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO...
“DA RAGAZZO DICEVO CHE LA MONETA UNICA ERA UNA SCIOCCHEZZA”. LA BATTUTA DI DRAGHI CHE PARLA A DESTRA
Estratto dell'articolo di Alessandro Barbera per “La Stampa”
mario draghi al meeting di rimini 2025
Racconta chi ha discusso del suo intervento a Rimini, che l’ex premier non avesse nessuna voglia di fare un discorso di sapore politico. Poi Bernard Scholz, uomo forte del Meeting, lo ha convinto diversamente.
E così, dopo aver letto il testo scritto sull’Europa e i suoi limiti – il canovaccio è ormai lo stesso da qualche mese - si è seduto per una chiacchierata solo apparentemente spontanea. La scusa per lanciare il messaggio è un aneddoto sul giovane Mario Draghi.
«Non provengo da un ambiente culturale particolarmente europeo. Quando scrissi la mia tesi di laurea sostenni che la moneta unica era una gran sciocchezza». Il pubblico – l’auditorium è pieno – ride. Draghi prosegue nel ragionamento: «Il mio europeismo non parte dai grandi principi che lo hanno ispirato. Quando mi parlano di visione mi tornano sempre in mente le parole che usava spesso un cancelliere tedesco, Helmut Schmidt, quando gli chiedevano quale fosse la sua: «Se cerchi una visione vai dall’oculista».
mario draghi al meeting di rimini 2025
Draghi si definisce «un europeista pragmatico, con i piedi molto per terra». Racconta – non lo aveva mai fatto – come ha lavorato al rapporto sulla competitività dell’Unione commissionato da Ursula von der Leyen. «Si può dire che è stato realizzato con tre gambe: i funzionari della Commissione di Bruxelles, interviste ad imprenditori europei, e il contributo di tre premi Nobel, fisici e ingegneri». [...]
In tutto il ragionamento di Draghi si intuisce la volontà di uscire dalla guerra dei mondi fra europeisti e antieuropeisti, ovvero fra sinistra e destra, progressisti e conservatori.
mario draghi al meeting di rimini 2025
Trump e la Cina per Draghi uguali sono: una minaccia per la sopravvivenza dell’Europa. Per questo dobbiamo stringerci tutti insieme per far avanzare l’Unione. Ma con pragmatismo: «Carlo Azeglio Ciampi raccontava spesso che lo sconsigliavano di contribuire alla nascita dell’euro per non perdere la sovranità monetaria, ma già allora la lira dipendeva dal marco tedesco».
I maliziosi trovano sempre nelle citazioni dell’ex presidente della Repubblica il sapore dell’antica ambizione quirinalizia di Draghi. Sia come sia, il messaggio è anzitutto a destra: indietro non si può tornare, non ci conviene. [...]
LA LEZIONE EUROPEA DI DRAGHI UNO SCHIAFFO ALL’UE E A MELONI
Estratto dell'articolo di Giulia Merlo per “Domani”
LA RESA DI URSULA VON DER LEYEN A DONALD TRUMP SUI DAZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Mario Draghi è salito sul palco del Meeting di Rimini accolto da un lungo scroscio di applausi. Poi, con il suo consueto tono serafico, ha sputato fuoco contro l’attuale Unione europea e le scelte dei suoi leader, a partire dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
L’incipit è stato dritto e fulminante: «Per anni l’Unione europea ha creduto che la dimensione economica, con 450 milioni di consumatori, portasse con sé potere geopolitico e nelle relazioni commerciali internazionali. Quest’anno sarà ricordato come l’anno in cui questa illusione è evaporata».
Poi ha snocciolato gli esempi a riprova dello sgretolarsi della leadership europea e ognuno è stato una pugnalata all’azione politica degli attuali vertici: «Abbiamo dovuto rassegnarci ai dazi americani» e all’aumento delle spese militari della Nato, «in forme e modi che probabilmente non riflettono l’interesse dell’Europa», inoltre l’Ue ha avuto «finora un ruolo abbastanza marginale nei negoziati per la pace in Ucraina, nonostante abbia dato il maggior contributo finanziario alla guerra.
mario draghi al meeting di rimini
È rimasta «spettatrice» quando «il massacro di Gaza si intensificava», ha detto, interrotto da un lungo applauso. La sintesi è stata altrettanto brutale: la dimensione economica da sola non assicura più alcun potere geopolitico. [...]
Nel passato il modello politico di difesa collettiva della pace e il mercato unico europeo sono stati le grandi innovazioni dell’Ue ed è «insostenibile argomentare che staremmo meglio senza». Ma «quel mondo è finito e molte delle sue caratteristiche sono state cancellate». Che fare allora? La risposta di Draghi è univoca: l’organizzazione politica deve «cambiare» e «adattarsi alle nuove esigenze».
VIGNETTA ELLEKAPPA - TRUMP E L'ACCORDO SUI DAZI CON URSULA VON DER LEYEN
Con due dimensioni fondamentali: quella del mercato interno, di cui vanno «ridotte le barriere interne» in modo che la produttività del lavoro in Ue possa essere del 7 per cento più alta; quella tecnologica, ovvero quella dei semiconduttori e dei chip, da cui nessun paese può permettersi di essere escluso.
Il tono di Draghi è molto duro nei confronti del presente e in alcune considerazioni potrebbe sembrare che risuonino le posizioni degli euroscettici di Lega e Fratelli d’Italia. In realtà, pur evidenziando le stesse criticità, la soluzione dell’ex premier è opposta: serve più Europa, non meno, ma deve essere in grado di riformarsi.
«È insostenibile dire che staremmo meglio senza l’Ue» e la sfida ora è «discontinuità negli obiettivi, nei modi e nei tempi di lavoro», uscendo dalle macchinose liturgie europee e rimuovendo le barriere non necessarie, ritrovando unità d’azione. Un esempio: la presenza di cinque leader europei (tra cui anche Giorgia Meloni) alla Casa Bianca nel bilaterale per l’Ucraina come «manifestazione di unità che vale più di tante riunioni a Bruxelles».
L ISOLA DEI PATRIOTI - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
Lo sprone di Draghi è rivolto alla politica e alla sua organizzazione ormai inadeguata al presente: il settore privato si è adattato al nuovo, «il settore pubblico è rimasto indietro» e il cambiamento «va fatto ora che abbiamo ancora il potere di disegnare il nostro futuro», trasformando l’Ue da «comprimaria ad attore protagonista». Con uno slogan lanciato al pubblico di Rimini: «Trasformate il vostro scetticismo in azione».
L’intervento di Draghi deve essere risuonato forte e fastidioso come il trillo di una sveglia nelle orecchie dei vertici dell’Unione, ma è stato anche una chiara presa di distanza dalle posizioni antieuropeiste delle destre europee. Le criticità dell’Ue esistono e sono molte ma vanno risolte ricostruendo la casa comune, è la lettura pragmatica dell’ex premier, così da scongiurare il rischio di venire travolti da un mondo in cui rischia di prevalere la legge del più forte. [...]
Ora l’attesa è per le reazioni della politica, di cui ogni anno il Meeting di Rimini è termometro in vista dell’ultimo quadrimestre dell’anno. I centristi di Italia viva e gli europeisti di Forza Italia hanno subito accolto le sollecitazioni di Draghi, che invece rischiano di essere indigeste per la premier Giorgia Meloni, a suo agio nell’ottica di un’Ue subalterna agli Stati Uniti di Donald Trump, e per il vicepremier Matteo Salvini che preferisce il sovranismo all’integrazione europea. [...]
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