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Tonia Mastrobuoni per "la Stampa"
Il caso dei due marò ha esordito ieri nel primo tribunale internazionale con un duro botta e risposta tra il rappresentante del governo italiano e la controparte indiana.
PROCESSO MARO AVVOCATO BETHELEHM AMBASCIATORE AZZARELLO
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone «non sono stati ancora tecnicamente incriminati di alcun reato» dalla giustizia indiana, eppure l'India «dimostra di disprezzare il giusto processo» considerandoli «già colpevoli con un atteggiamento che esemplifica al meglio l' impasse attuale», ha sostenuto l' ambasciatore Francesco Azzarello nell' intervento di apertura della prima udienza al Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos) di Amburgo.
Girone, ancora trattenuto in India senza un capo d' imputazione, è «ostaggio» di Delhi, secondo Azzarello. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha twittato che «l' Italia è unita con i fucilieri Girone e Latorre».
Il governo italiano ha avviato la procedura di arbitrato internazionale il 26 giugno scorso e chiede «misure cautelari» urgenti a tutela dei marò, finché non si sarà espressa la Corte arbitrale dell' Aja. Il 21 luglio scorso, Roma ha chiesto al Tribunale Internazionale della città anseatica - come misure «urgenti» - che Latorre possa restare nell'attesa in Italia, anche per curarsi dell' ictus che lo ha colpito mentre era all' ambasciata, a Delhi.
Inoltre, chiede che Girone possa rientrare in Italia, ma anche che vengano sospese le procedure della giurisdizione a carico dei fucilieri in India, fino alla conclusione del procedimento arbitrale.
Durante l' udienza di ieri, Azzarello ha sottolineato che «la frustrazione, lo stress, il deterioramento delle condizioni mediche delle persone direttamente e indirettamente coinvolte, minacciano un grave danno ai diritti dell' Italia. Per questo bisogna risolvere la situazione con urgenza».
giulio terzi ammiraglio giampaolo di paola
Ma la risposta del governo indiano è stata altrettanto dura. «Descrivere il sergente Girone come un "ostaggio" è del tutto inappropriato e offensivo ed è dimostrato dal fatto che a entrambi i marò è stato consentito di tornare due volte in Italia», hanno obiettato.
Oggi italiani e indiani risponderanno alle rispettive richieste e ci sarà spazio per le repliche. La decisione dell' Itlos sulle richieste italiane è attesa non prima del 24 agosto.
MASSIMILIANO LATORRE CON LA FIGLIA
Il governo italiano punta su Sir Daniel Bethlehem, capo del team legale internazionale, ex direttore del Servizio affari giuridici del ministero degli Esteri britannico (2006-2011) e da molti anni membro del Comitato consultivo del «British Institute of International and Comparative Law».
I consulenti legali dei due governi riprenderanno oggi a duellare continuando ad esporre le loro ragioni. Salvo colpi di scena la decisione non è attesa prima della fine di agosto.
Davanti al Tribunale del mare della città anseatica, l' Italia ha citato anche la vicenda dell' Arctic Sunrise, la nave rompighiaccio di Greenpeace sequestrata nel settembre del 2013 dai russi dopo un blitz di protesta su una piattaforma di Gazprom nell' Artico. L' equipaggio, composto da 28 attivisti, tra cui l' italiano Christian D' Alessandro, fu arrestato.
Portati a Murmansk e condannati a 2 mesi di reclusione, gli attivisti furono trasferiti in strutture di detenzione a San Pietroburgo il 12 novembre e rilasciati su cauzione di 45 mila euro, senza poter lasciare la Russia.
Nel documento delle «Richieste italiane di misure cautelari» si ricorda che nel caso dell' Arctic Sunrise, il Tribunale, chiamato in causa dai Paesi Bassi contro la Russia, prese atto che la detenzione dell' equipaggio prolungata, in attesa della soluzione alla controversia, avrebbe provocato un «danno» all' Olanda. Il Tribunale riconobbe inoltre il carattere di «urgenza» e che «ogni giorno passato in detenzione è irreversibile».
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