MARONI ATTACK! - COMINCIA STASERA IL DOPO-BOSSI: MARONI SARÀ L’UNICO A PARLARE ALLA RIUNIONE BERGAMASCA “ORGOGLIO PADANO” - DOPO GLI ABBRACCI E LE LACRIME, BOBO RIGIRA IL COLTELLO NELLE DIMISSIONI DEL TROTA: “SONO IL PRIMO ATTO DI PULIZIA, MA NON BASTA. A UMBERTO AVEVO DETTO DI STARE ATTENTO A RENZO. MA LUI NON CAPIVA E IL ‘CERCHIO MAGICO’ HA PROVATO A FARMI FUORI. VIA GLI IMPREPARATI E SPAZIO AI QUARANTENNI: COTA, ZAIA, TOSI” - PER LA SEGRETERIA, TOSI STRONCA LA CANDIDATURA DI ZAIA: C’È SOLO MARONI…

1 - LEGA: ACCORDO TRIUMVIRI, A BERGAMO PARLA SOLO MARONI
(ANSA) - I triumviri della Lega Nord riuniti oggi nella sede di via Bellerio, secondo quanto si è appreso, avrebbero raggiunto un accordo secondo il quale questa sera a Bergamo alla manifestazione 'L'orgoglio padano' parlerà solo Roberto Maroni. "Al 90% sarà così" ha sottolineato il deputato Giacomo Stucchi, fra gli organizzatori.

Resta ancora l'incognita sulla presenza di Umberto Bossi. Per il triumvirato, di cui oltre a Maroni fanno parte Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago, invece "é molto probabile - ha sottolineato Stucchi - che Maroni parli a nome di tutti".

2 - MARONI, FATTO PRIMO ATTO PULIZIA MA NON BASTA
(ANSA) - "Primo atto delle pulizie di primavera ma non basta di certo. Adesso avanti tutta": su Facebook Roberto Maroni commenta così la vignetta di Giannelli pubblicata dal Corriere della Sera in prima pagina sul passo indietro di Renzo Bossi.

3 - ROBERTO MARONI A VANITY FAIR: «A UMBERTO L'AVEVO DETTO "ATTENTO A RENZO". E INTANTO CERCAVANO DI FARE FUORI ME»
Da "Vanity Fair"


«Gli dicevano cose non vere su di me, sulla Lega, sui soldi, e lui ci ha creduto in buona fede perché, se ti fidi di qualcuno, gli credi. Negli ultimi mesi il nostro rapporto era teso anche perché cercavo di metterlo in guardia, gli dicevo che non era come gliela raccontavano. Ma lui non mi ha dato ascolto, pensava ce l'avessi con loro. Era un gruppo di persone che Umberto aveva intorno, molto vicine, e che a gennaio hanno cercato di farmi fuori. Non ci sono riuscite. Oggi lui ha capito che avevo ragione io e torto gli altri».

Sono le parole di Roberto Maroni a Vanity Fair - in edicola dall'11 aprile - a cui il probabile nuovo leader della Lega racconta un passato dominato (suo malgrado) dal «Cerchio Magico» e un futuro dove per «il Trota» non c'è posto. Anche se non lo nomina esplicitamente, è chiaro che Maroni ce l'ha con quel «Cerchio magico» che negli ultimi anni ha fatto di tutto per boicottare la sua antica amicizia con Umberto Bossi: «L'ho conosciuto anche prima della seconda moglie (Manuela Marrone, ndr). Più che amico, un fratello maggiore». Ministro dell'Interno in quota Lega fino a pochi mesi fa, Maroni è stato prima con Bossi il fondatore del movimento, suo delfino annunciato, poi allontanato dai nuovi fedelissimi, ora papabile nuovo leader.

A Vanity Fair racconta anche il cambiamento che l'ictus del 2004 ha provocato in Bossi: «Aveva sempre tenuto separato il partito da parenti e amici. E se ora dice: "Ai ragazzi dovevo preferire la Lega", vuol dire che si è reso conto dell'errore».

Lei è d'accordo?
«Assolutamente. Io ho tre figli che non fanno e non faranno mai politica. Mia figlia è un'insegnante elementare precaria, è una sua scelta. Gli altri due studiano ancora. E tenerli lontano dai riflettori, per me, è una priorità».

Lei su Renzo aveva mai detto qualcosa a Bossi?
«Sì. C'erano già stati episodi che dovevano metterlo in allarme. Non gravi come quello che sta venendo fuori, ma i segnali c'erano».

Come s'immagina la Lega senza Bossi?
«Bossi resta, farà il presidente, non ha alcuna intenzione di mollare. Certo c'è bisogno di un ricambio generazionale: per fortuna abbiamo tanti giovani in gamba, la futura classe dirigente del partito».

C'è posto, tra loro, per Renzo il Trota?
«Forse non ci siamo capiti. Io parlo di quarantenni con vent'anni di Lega alle spalle, esperienza di amministrazione, equilibrio, maturità: i Tosi, i Cota, gli Zaia. Io stesso sono stato buttato a 37 anni a fare il parlamentare e dopo due anni ero ministro dell'Interno: mi sarei potuto schiantare se non avessi avuto, oltre alla fortuna, la capacità. La Lega deve tornare a essere il partito dove chi ha meriti emerge».


4 - TOSI, ORA NOMINARE IL PIU' BRAVO, PER ME E' MARONI
(ANSA) - "Se incominciamo a dire che deve essere veneto, allora la Lombardia può replicare che è grande il doppio". Così all'ANSA il sindaco di Verona, Flavio Tosi, riguardo alla candidatura a segretario del governatore Luca Zaia, lanciata dal segretario veneto Giampaolo Gobbo. Tosi, parlando a margine dell'inaugurazione dell'ufficio elettorale dell'ex assessore pidiellino Vittorio Di Dio, che in questa campagna elettorale è candidato nella lista civica del sindaco veronese, ha spiegato che "il ragionamento più logico é di dire di nominare il più bravo. La scelta del movimento non può essere quella di dire che ognuno si arrocca sulle sue posizioni, sostenendo che il segretario deve essere della sua regione. Deve essere il migliore".

Quindi Maroni? "La mia idea è quella lì, lo sanno tutti - ha risposto Tosi - però, ripeto: che sia il congresso a decidere il segretario migliore. Possono esserci anche più candidati, non è mica un'ipotesi sbagliata".

 

ROBERTO MARONI MARONI CALDEROLI VINCINO SU MARONI E BOSSILA LEGHISTA MANUELA DAL LAGO RENZO BOSSIUmberto Bossi e sua moglie Manuela Marrone VINCINO SU MARONI E BOSSIGIANNELLI SUL CORRIERE - BOSSI MARONI TROTA