DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Giovanna Vitale per la Repubblica
È ancora una volta una chat, ampiamente circolata lungo la direttrice Parlamento-Campidoglio, a svelare le trame grilline attorno alla giunta Raggi durante il suo faticoso esordio. In particolare, il doppio gioco condotto dalla senatrice Paola Taverna - componente del minidirettorio romano, poi sciolto da Beppe Grillo su richiesta della sindaca - nella partita sulle nomine che ha finito per inguaiare la sindaca Virginia Raggi.
La prova starebbe nello scambio di messaggi, che Repubblica è in grado di documentare, avvenuto tra la pasionaria cinquestelle e la giudice Carla Raineri la sera del 31 agosto, quando l’allora capo di gabinetto viene convocata nottetempo a palazzo Senatorio e di fatto defenestrata. Taverna non solo era al corrente della manovra, ma sembra agire per tutelare Raffaele Marra, all’epoca vice-capo di gabinetto e già fedelissimo di Raggi, che la magistrata venuta da Milano vorrebbe invece far fuori su consiglio di altissimi rappresentanti delle forze dell’ordine.
Raineri conosce Taverna a inizio agosto, appena arrivata a Roma. A presentargliela è l’assessore al Bilancio Marcello Minenna, che l’aveva voluta al suo fianco quando, ai primi di luglio, viene arruolato in giunta grazie ai buoni uffici di Luigi Di Maio. I due, tuttavia, entrano presto in rotta di collisione con il “Raggio magico”.
E a fine agosto, allorché Raineri capisce che la sindaca non ne vuol sapere di allontanare Marra, informa Minenna che l’avrebbe sostituito con un ufficiale dei carabinieri di sua fiducia. Il dirigente Consob lo riferisce a Taverna. La quale scrive subito un sms alla Raineri per prendere tempo.
Taverna, 31 agosto, ore 20,38: «Volevo chiederti di attendere ancora qualche giorno per quel discorso. Domani abbiamo un incontro con V. e vorremmo aspettare di sentire cosa ci dice. Ti ringrazio sin da ora. Ho anche parlato con Marcello ed è d’accordo anche lui».
Raineri, 20,40: «Ok aspettiamo domani».
Da quel momento in poi però tutto precipita. Taverna racconta - probabilmente alla stessa Raggi - cosa vuol fare Raineri. E la sindaca, tempo due ore, decide di agire. Alle 23,30 convoca la sua capo di gabinetto in Campidoglio: alla presenza di Marra e di Salvatore Romeo, le dà il benservito. Il pretesto è il parere negativo sulla sua nomina sollecitato sottobanco al presidente dell’Anac Raffaele Cantone, che nell’arco di 48 ore ne riceve richiesta verbale, lo redige e lo fa recapitare in Comune.
La giudice non ci sta a subire una tale umiliazione: sbatte la porta e se ne torna a Milano. Tre giorni dopo Taverna e il compagno senatore Stefano Vignaroli intervengono pubblicamente a favore della sindaca di Roma. L’ormai ex capo di gabinetto spedisce un sms.
Raineri, 3 settembre, ore 17,10: «Desideravo congratularmi con te e Stefano per le belle interviste a sostegno di Virginia! Fra le tante delusioni questa non l’avevo messa in conto!».
Taverna, 17.14: «Parliamoci chiaro. Nessuna intervista se non due righe rubate. Io e il direttorio romano siamo gli unici ad aver mantenuto il punto e saremo i prossimi ad essere impallinati. Poi sei donna troppo intelligente per non capire la mia posizione, dove alla fine sarà tutta colpa mia che fortemente vi ho voluto con buona pace di tutti».
Taverna, 17,18: «Spero ti sia chiaro e se ciò che hai conosciuto di me ti fa pensare differentemente io come penso anche tu vado a dormire con la coscienza a posto».
La Raineri però non replica. L’altra insiste.
Taverna, 18.47: «Mò sono diventata lo sfogatoio di tutti e poi non merito nemmeno risposte?».
Raineri, 18.53: «Che vuoi che ti dica Paola. Ho letto sconcertata! Qualunque commento sarebbe offensivo e preferisco tacere!».
Taverna, 18.59: «Ti sei fatta la tua opinione per due righe di giornale ».
19.00: «Ma cosa vuoi che ti dica. Va bene così».
19.01: «Pensa di me quello che vuoi. So di essere stata sempre una persona corretta».
19.15: «Io ho una responsabilità enorme nei confronti del Movimento 5S nazionale».
19.16: «Carla sono sufficientemente provata e penso anche tu. Lasciamo stare che è meglio».
19.17: «Mo la stronza sono io. Va beh meglio che taccia anch’io».
Raineri 19.22. «Direi che è proprio meglio lasciar stare. Mi chiedo soltanto perché ci avete così tanto voluti! (il riferimento è a lei e a Marcello Minenna ndr) Io non vi avevo mai cercati! Non si chiamano i magistrati e le persone oneste a condividere centri di malaffare!».
Taverna, 19.24 «Condividere i centri di malaffare?».
Raineri, 19.24: «Proprio così! Cara Paola dopo quello che è successo l’unica cosa decente da fare era prendere le distanze dalla sindaca non certo sostenerla!».
Le due non si sentiranno mai più.
MARRA SCARICA RAGGI
Ilaria Sacchettoni per il Corriere della Sera
Dal carcere, l' ex braccio destro di Virginia Raggi, chiede di tornare in possesso dei suoi cellulari con la famosa chat «Quattro amici al bar», come l' avevano intitolata i neo amministratori capitolini: lui stesso, la sindaca, Daniele Frongia e Salvatore Romeo.
È la prima importante mossa difensiva di Raffaele Marra che, oltre all' accusa di corruzione condivisa con il costruttore Sergio Scarpellini, risponde anche di concorso in abuso d' ufficio per la nomina del fratello, Renato Marra, al dipartimento al Turismo. Ecco, quella chat, secondo Marra, proverebbe che lui non c' entra con la promozione del fratello ma è chiaro che la mossa appare un via libera all' inevitabile scaricabarile con la sindaca.
Una nuova strategia che s' inaugura nel momento in cui il superburocrate si mostra più vulnerabile. Accade, infatti, che l' inchiesta dei carabinieri del nucleo investigativo di via in Selci proceda spedita anche su altri fronti. Ad esempio quello delicatissimo della ricostruzione dei beni a Malta, dove vivono la moglie e l' altro fratello, Catello. E dove le autorità stanno rispondendo alle rogatorie in merito a beni, società e titoli a lui riconducibili. Significa approfondire la provenienza di quelle somme che Marra ha investito in case, ad esempio. Ma vuol dire anche rischiare l' accusa di riciclaggio.
Marra ora ha fretta. Vuole indietro l' archivio dei cellulari, chiede gli venga messa a disposizione la documentazione per potersi difendere, cerca di tornare in possesso di quella chat per utilizzarla a proprio vantaggio. Come è emerso nei giorni scorsi, fra quei messaggini, ci sarebbe anche la prova del ruolo giocato da Virginia Raggi nella promozione del fratello. I magistrati Barbara Zuin e Paolo Ielo non si opporranno e il suo difensore, Francesco Scacchi, potrà fare dell' archivio-chat l' uso che vuole.
Fra le tante conversazioni c' è anche quella che allude al salto di qualità retributivo di Renato Marra una volta promosso a capo del dipartimento al Turismo: «Mi dovevi dire questa cosa dei 20 mila euro, così mi metti in difficoltà», diceva la sindaca Virginia Raggi in chat all' ex braccio destro. La promozione sarebbe stata orchestrata da Marra ma chi diede corso alla nomina? Sul punto sono in corso verifiche che si estendono anche ad altri funzionari capitolini.
È stato l' assessore Adriano Meloni infatti a indicare altre nomine sospette, malgrado l' Anac non ne avesse trovate. Ieri Virginia Raggi ha risposto ai cronisti a margine della cerimonia d' inaugurazione del Capodanno cinese: «Chiedetemi di oggi e non di quello che sarà domani». «Nessun consigliere staccherà la spina alla Raggi» ha detto il capogruppo capitolino dei Cinque Stelle, Paolo Ferrara. L' avvocato Alessandro Mancori - che a Sky aveva detto di non poter escludere a priori l' ipotesi di un patteggiamento - ieri ha annunciato che l' interrogatorio non sarà domani ma alla fine della prossima settimana.
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