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“BANDIRE AFD È UN SUICIDIO. SE LA DEMOCRAZIA VUOLE SPARARSI NELLE PALLE FACCIA PURE” – MASSIMO CACCIARI: “LE IDEE POLITICHE SI COMBATTONO CON LE IDEE, CON LA POLITICA, CON L’ORGANIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ, CON IL BUON GOVERNO. SE LA DEMOCRAZIA NON SA DIFENDERSI CON ARMI POLITICHE, CREPA. A MENO CHE PER DIFENDERSI CESSI DI ESSERE DEMOCRAZIA E SI TRASFORMI IN UNO STATO AUTORITARIO” – “PUOI ANCHE DECIDERE DI ARRESTARE TUTTI QUELLI CHE CANTANO FACCETTA NERA O CHE FANNO IL SALUTO ROMANO. MA SE SI METTE FUORILEGGE CHI STA AL 20% DEI CONSENSI CI SI ASPETTI DI VEDERLI SALIRE AL 30 O 40%...”
1. “SE LA GERMANIA METTE AL BANDO AFD, LA DEMOCRAZIA SI SPARA NELLE PALLE”
Estratto dell’articolo di Nicola Borzi per “il Fatto quotidiano”
massimo cacciari a otto e mezzo 6
Professor Cacciari, cosa pensa delle indagini dei servizi tedeschi su Alternative für Deutschland e del rischio che AfD sia esclusa dai contributi pubblici in quanto considerata di “estrema destra”?
Credo che siano tutti ballon d’essai. Mi parrebbe folle se un partito con il 20% come AfD venisse messa fuori legge. Una cosa è l’ostracismo […], altra cosa sarebbe una messa fuori legge formale che al momento non c’è.
Ma se arrivasse?
Sarebbe l’ennesimo atto che attesterebbe il suicidio delle élite.
alice weidel saluta elon musk al congresso di afd
A Bucarest però Georgescu è stato estromesso.
La Romania è tra i Paesi la cui maturità democratica è tutta da verificare.
L’avanzata delle destre e dei movimenti neofascisti in Europa, ma non solo, è comunque un fatto.
Se esistono norme che vietano l’apologia del fascismo, come di qualsiasi ideologia, si può discutere nel merito del comportamento politico se sia razionale o no metterle in campo.
Puoi anche decidere di arrestare tutti quelli che cantano Faccetta nera o che fanno il saluto romano. Ma se si mette fuorilegge chi sta al 20% dei consensi ci si aspetti di vederli salire al 30 o 40%. Le destre sono al governo in tutta Europa, come si può pensare di metterle fuori legge?
LA GERMANIA EST IN MANO AI NAZISTI DI AFD - 2025
Bandire AfD che in certe aree è in maggioranza o governa è un suicidio. Se la democrazia vuol spararsi nelle palle faccia pure.
Il paradosso di Popper tuttavia predica la tolleranza con i tolleranti e l’intolleranza con gli intolleranti.
Ma una democrazia che non facesse leva sulla propria forza politica e mediatica – atto che appartiene a una logica politica –, ma facesse invece ricorso a strumenti legali per mettere fuori legge partiti di qualsiasi natura finirebbe di essere una democrazia.
Come si contrasta dunque l’ondata di neofascismo?
Le idee politiche si combattono con le idee, con la politica, con l’organizzazione della società, con il buon governo. Se la democrazia non sa difendersi con armi politiche, con la credibilità e l’autorevolezza delle strategie e degli atti che compie, crepa. A meno che per difendersi cessi di essere democrazia e si trasformi in uno Stato autoritario. […]
[…]
cailin georgescu george simion elezioni romania
2. COSA SALVERÀ LE DEMOCRAZIE (NON I DIVIETI)
Estratto dell’articolo di Maurizio Ferrera per il “Corriere della Sera”
[…] Conviene […] cogliere l’occasione per riflettere su una domanda seria: una democrazia liberale può prendere provvedimenti contro chi si propone di minarne i fondamenti?
I fascismi novecenteschi si affermarono sulla scia dell’inazione dei governi in carica, che consentirono loro di sfruttare le garanzie liberali e le elezioni democratiche per impadronirsi del potere. C’è chi teme possa succedere di nuovo in Germania. E proprio per evitare uno scenario simile, al romeno Georgescu è stato impedito di ricandidarsi alle elezioni di ieri.
PER UN EFFETTO OTTICO, AL CONGRESSO DI AFD COMPAIONO I BAFFETTI SUL VOLTO DI ELON MUSK
Attenzione però. Le limitazioni dei diritti fondamentali rischiano di creare precedenti , che possono poi essere invocati da leader con vocazione autoritaria. Pensiamo all’Ungheria di Orbán.
Nei primi Anni Novanta il personaggio era vicepresidente dell’Internazionale Liberale. A Budapest era stato parte della Commissione che aveva stabilito il divieto per gli esponenti del vecchio partito comunista di accedere alle cariche politiche.
Dopo una rapida conversione al populismo nazionalista, durante il suo secondo mandato (2010-2014), Orbán iniziò a fare a pezzi la Costituzione per tenere a bada tutti gli oppositori, compresi quelli liberali, del «nuovo Stato» ungherese. Se George Simion (il nuovo candidato dell’estrema destra) dovesse conquistare la presidenza, anche la Romania potrebbe imboccare la via ungherese.
VIKTOR ORBAN IN VISITA DA DONALD TRUMP A MAR-A-LAGO
Scrivendo durante la Seconda guerra mondiale, il filosofo della società aperta Karl Popper mise in guardia contro il «paradosso della tolleranza» che caratterizza i regimi democratici.
Per proteggere se stessa, la democrazia ha il diritto/dovere di difendersi, imponendo restrizioni a movimenti e organizzazioni che si propongono di sovvertirla.
La fermezza di Popper è stata successivamente «sfumata» da altri grandi pensatori liberali. Per John Rawls, ad esempio, le restrizioni sono legittime solo nei confronti di gruppi effettivamente mobilitati a sopprimere i diritti e la democrazia. Una società liberale dovrebbe essere capace di intervenire prima, integrando gradualmente le persone intolleranti attraverso politiche inclusive.
Anche Norberto Bobbio era di questa opinione: reprimere gli intolleranti è «eticamente povero» e rischia di essere politicamente inopportuno. «L’intollerante perseguitato ed escluso non diventerà mai un liberale». È chiaramente il caso di Georgescu e dei suoi seguaci, che dopo l’annullamento delle elezioni si sono ulteriormente radicalizzati.
Come seguire praticamente il richiamo alla prudenza di Rawls e Bobbio? Con una doppia strategia. Una società democratica funziona bene se i suoi cittadini sono tolleranti «consapevoli»: credono nelle istituzioni liberal-democratiche e hanno le competenze per farne uso.
La crescente manipolazione delle informazioni, la cultura della post-verità, la declinante attitudine al pensiero critico stanno erodendo la capacità di resistenza di questo gruppo di cittadini. Ne sono chiari sintomi la sfiducia nella politica, il calo della partecipazione, la vulnerabilità rispetto a interferenze e ingerenze straniere (la Russia era intervenuta pesantemente per far vincere Georgescu in Romania). […]
La seconda strategia va indirizzata contro gli intolleranti «inconsapevoli»: i tanti elettori della destra radicale che votano più in base a paure di natura economica e sociale che a credenze di principio. L’elettorato di AfD (e più ancora quello di Alleanza per l’Unione della Romania, il partito di Simion) è composto dai ceti più colpiti dalle crisi dell’ultimo quindicennio. Nei loro confronti, le politiche inclusive di cui parla Rawls devono avere una robusta componente materiale. Ossia misure di protezione e investimento sociale capaci di sottrarre questi elettori alla spirale di impoverimento che li spinge verso le sirene populiste.
Nel programma di Ursula von der Leyen c’è l’obiettivo di creare un vero e proprio «scudo democratico» contro le minacce illiberali. In Romania, potrebbe essere già troppo tardi, […]
proteste a monaco di baviera contro afd
MANIFESTAZIONE CONTRO TRUMP, PUTIN E I NAZISTI DI AFD A BERLINO
MILITANTI DI AFD
ALICE WEIDEL - AFD
PROTESTE CONTRO AFD
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