''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO…
MATTARELLA CASTIGA TUTTI – PRIMA DÀ UNA BOTTA A TRUMP, SENZA MAI NOMINARLO: “SI REGISTRA LA DIFFUSIONE DI ATTEGGIAMENTI CHE, SE APPLICATI ALLA CONVIVENZA ALL'INTERNO DELLE NOSTRE SOCIETÀ NAZIONALI, MERITEREBBERO L'APPELLATIVO DI TEPPISTICI. RESTA OSCURO COME COMPORTAMENTI RITENUTI GENERALMENTE RIPROVEVOLI ABBIANO LA PRETESA DI ESSERE CONSIDERATI FATTI POLITICI”. POI AI PRO-PAL ITALIANI CHE SCENDONO IN PIAZZA PER GAZA E IGNORANO LA TRAGEDIA IN UCRAINA: “LA SCINTILLA DI SPERANZA SI ESTENDA ANCHE ALL'UCRAINA DOVE LE SOFFERENZE DI BAMBINI, DONNE, UOMINI PROCURATE DALLA SPIETATEZZA DELL'AGGRESSIONE RUSSA NON ACCENNANO A DIMINUIRE…”
Estratto dell’articolo di Ugo Magri per “La Stampa”
SERGIO MATTARELLA A SANT'EGIDIO
La pace non si improvvisa. Va coltivata «giorno dopo giorno» con pazienza, con perseveranza, con costanza, attraverso «molto lavoro», non a intermittenza o con la pretesa di ottenerne in cambio visibilità e «superflui riconoscimenti». Ecco perché Sergio Mattarella, parlando dei veri protagonisti di pace, non cita quei potenti della Terra che ambiscono al premio Nobel da esibire come un trofeo.
Elogia invece quanti si danno da fare «lontano dai riflettori» per costruire ponti, per sviluppare il dialogo, per alleviare le conseguenze dei conflitti: dai peace-keeper impegnati sul campo ai mediatori religiosi di ogni fede, dai «movimenti popolari» contro le guerre alle comunità come quella di Sant'Egidio che promuovono a Roma l'incontro internazionale dal titolo ambizioso "Osare la pace".
SERGIO MATTARELLA A SANT'EGIDIO
Il presidente ieri vi ha preso parte insieme con la regina Matilde del Belgio, con il presidente della Conferenza episcopale italiana Matteo Zuppi, con il presidente dei rabbini europei Pinchas Goldsmith, con il Grande imam Ahmad Al-Tayyeb, con il fondatore della Comunità Andrea Riccardi e tante altre personalità, ciascuno recando il proprio messaggio.
[…] Mattarella formula una domanda: «Che cosa induce a usare immani risorse per bruciarle sull'altare della guerra e non invece per costruire la pace? ». Fu il nazionalismo a causare le tragedie del Novecento. Sembrava un incubo del passato ed ecco invece riemergere nel nostro secolo la stessa volontà di potenza.
«Si registra», denuncia il capo dello Stato, «la diffusione di atteggiamenti che, se applicati alla convivenza all'interno delle nostre società nazionali, meriterebbero l'appellativo di teppistici. Resta oscuro», segnala quasi incredulo, «come comportamenti ritenuti generalmente riprovevoli, se non severamente censurabili, se relativi alle normali relazioni umane, abbiano la pretesa, nelle relazioni internazionali, di essere considerati fatti politici».
Il presidente si astiene dal citare esempi di bullismo che, tuttavia, sono sotto gli occhi di tutti, chiunque li può riconoscere. E c'è di peggio, secondo Mattarella: mentre la prepotenza dilaga nel mondo, «alla parola "dialogo" viene attribuito, anziché il carattere della fortezza, il segno di una debolezza, di una remissività». Dovrebbe essere l'esatto contrario.
VOLODYMYR ZELENSKY - SERGIO MATTARELLA
L'auspicio è che la «scintilla di speranza» (copyright di papa Leone XIV) dal Medio Oriente «si estenda anche all'Ucraina dove le iniziative negoziali stanno stentando ancora a prendere concretezza mentre le sofferenze di bambini, donne, uomini procurate dalla spietatezza dell'aggressione russa non accennano a diminuire». Chi desidera che la pace diventi una realtà condivisa, e non «un sogno per illusi», si mobiliti per Gaza e pure per Kiev.
Papa Leone XIV e Sergio Mattarella al Quirinale
sergio mattarella
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