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IL RISVEGLIO DELLA "MUMMIA" DEL QUIRINALE - “SBRIGATEVI O CI PENSO IO”, MATTARELLA, INFURIATO PER LO STALLO, DA' L'ULTIMATUM AI PARTITI: POI SOLUZIONE ISTITUZIONALE O INCARICO ESPLORATIVO (IN POLE LA PRESIDENTE DEL SENATO CASELLAT). ESCLUSE NUOVE ELEZIONI
ELISA CALESSI per Libero Quotidiano
Non concederà altro tempo. O in questo week-end le forze politiche maturano un qualche accordo, ciascuno rinunciando a qualcosa, o il presidente della Repubblica cercherà altre soluzioni, a questo punto di emergenza.
Quello che pare certo, al Quirinale, è che l' opzione del voto anticipato almeno a breve non c' è. Né a giugno (c' è un Consiglio europeo molto importante il 28 e 29 giugno), né in autunno (c' è la legge di stabilità).
Quindi, o le forze politiche maturano un accordo o cercherà lui una soluzione di responsabilità.
È questa la valutazione che si fa al Quirinale alla fine del secondo giro di consultazione.
Una riflessione da cui traspare una certa irritazione, mista a delusione, per come sono andati questi due giorni di incontri. Perché le forze politiche, in particolare il M5S, solo il giorno prima avevano assicurato a Mattarella che l' accordo era a un passo, che Silvio Berlusconi avrebbe fatto il famoso passo di lato.
Mentre il presidente si è trovato di fronte tutt' altro. Aveva concesso tempo ai partiti proprio perché gli avevano dato garanzie di una trattativa in corso.
Invece il tempo concesso non solo non ha portato a nulla di nuovo, ma ha peggiorato la situazione. Tanto che ora, si dice al Quirinale, siamo persino più indietro di quando si era cominciato. Nasce da queste valutazioni il duro comunicato che il presidente della Repubblica ha letto ieri, alla fine del secondo giro di consultazioni.
C' È URGENZA Nel discorso pronunciato nella loggia della Vetrata, dopo aver incontrato i presidenti delle due Camere e il presidente emerito Giorgio Napolitano, la novità è in una parola: «urgenza».
Dopo aver fotografato con spietato realismo lo stallo della situazione («dall' andamento delle consultazioni emerge con evidenza che il confronto tra i partiti politici per dar vita in Parlamento ad una maggioranza che sostenga un governo non ha fatto progressi»), Mattarella ha messo in chiaro che il Paese non può perdere tempo.
E non intende perderlo lui. Ci sono «scadenze imminenti» (il Consiglio Europeo del 28 e 29 giugno) e «tensioni internazionali» (la crisi siriana) che richiedono, subito, un governo nella pienezza dei suoi poteri, ha spiegato il presidente.
«Ho fatto presente alle forze politiche la necessità per il Paese di avere un governo nella pienezza delle sue funzioni.
Le attese dei cittadini, i contrasti nel commercio internazionale, le scadenze imminenti nell' Unione europea, l' acuirsi di tensioni internazionali in aree non lontane dall' Italia richiedono con urgenza che si sviluppi e si concluda positivamente il processo per arrivare ad un governo nella pienezza delle sue funzioni».
Dunque, ha concluso, «attenderò alcuni giorni, trascorsi i quali valuterò in quale modo procedere per uscire dallo stallo». Alla fine del primo giro, fanno notare sul Colle, non aveva parlato di urgenza.
«Alcuni giorni» vuole dire martedì o al massimo mercoledì, visto che lunedì sarà a Forlì per ricordare Roberto Ruffilli, il professore ucciso dalle Br. A quel punto, se non dovessero emergere novità, userà gli strumenti che la Costituzione gli consente.
LE DUE IPOTESI E che sono due: un incarico esplorativo oppure un pre-incarico. Il primo si dà a cariche istituzionali, dunque al presidente del Senato o della Camera, i quali continuano il lavoro svolto dal capo dello Stato, ma in una situazione meno formale.
luigi di maio sergio mattarella
Il secondo si dà in genere all' esponente politico che si ritiene abbia più chance per formare un governo (nel 2013 fu dato a Pier Luigi Bersani che però fallì).
Al momento al Quirinale non si propende né per l' una, né per l' altra ipotesi. Se lo stallo dovesse restare, è verosimile che si andrebbe verso un incarico esplorativo, perché più «neutro». In questo caso, le chance maggiori potrebbe averle il presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati. Per due ragioni: è la carica subito sotto il capo dello Stato e incarna un accordo tra Forza Italia e M5S, la cui assenza è la principale ragione attuale dello stallo.
maria elisabetta alberti casellati
maria elisabetta alberti casellati
renzi mattarella
CASELLATI AL QUIRINALE
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