DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Ugo Magri per “la Stampa”
sergio mattarella e ignazio la russa all altare della patria 25 aprile 2023
Nessun affronto, nessuna offesa personale. Quando Sergio Mattarella incontrerà Ignazio la Russa, questo pomeriggio al Quirinale per lo scambio di auguri con gli alti papaveri della Repubblica (senza brindisi però, senza assembramenti a rischio Covid e forse anche senza la premier, se non sarà guarita dall'influenza), il presidente tenderà la mano con un largo sorriso alla seconda carica dello Stato. Entrambi sono persone di mondo.
giorgia meloni ignazio la russa sergio mattarella
Impossibile sapere se si siano già sentiti al telefono dopo che, lunedì mattina, La Russa aveva confessato pubblicamente le vere finalità della riforma costituzionale: trasformare il Garante in un notaio o giù di lì. Né è dato sapere quanto Giorgia Meloni abbia gradito questa ammissione che le dà brutalmente torto («La nostra riforma non tocca i poteri del presidente», aveva detto e ripetuto la premier). Sia come sia, Mattarella non se l'è presa: così assicurano sul Colle dove le parole di La Russa vengono considerate un'opinione non soltanto legittima ma anche autorevole […] In un certo senso, è stata fatta chiarezza.
giorgia meloni scherza con mattarella, la russa, tajani e fontana
[…] è del tutto escluso che il capo dello Stato voglia replicare al suo vice […] Altrettanto certo è che Mattarella, rivolgendosi alle massime cariche, si terrà alla larga dal premierato per ragioni abbastanza semplici da intuire. […] Trattandosi di una riforma che lo riguarda in prima persona, non desidera passare alla storia come […] colui che difende le proprie prerogative quando in gioco c'è molto di più: cioè l'Italia e la nostra imperfetta democrazia.
Non è intervenuto finora e non interverrà in futuro sull'argomento […] sebbene ce ne sarebbe da dire e da precisare. Un esempio? Non è storicamente esatto quanto va sostenendo La Russa, secondo cui gli inquilini del Colle si sono troppo "allargati" rispetto al perimetro originario fissato dalla Costituzione: il primo governo "tecnico", guidato da Giuseppe Pella, fu voluto nientemeno che da Luigi Einaudi e risale addirittura al 1953 […] I poteri del Colle da allora non sono mai aumentati.
[…] Mattarella sceglie il silenzio per rispetto del Parlamento dove sono in corso audizioni di giuristi, di ex presidenti della Consulta, e la sfilza di giudizi critici sulla riforma segnala quanto sia aperto il dibattito perfino a destra, tutt'altro che una caserma. La politica dovrà fare il suo corso, tentare di imbavagliarla sarebbe inutile oltre che controproducente. Ecco perché, dalle parti del Quirinale, si accetta con spirito rassegnato perfino il "fuoco amico": quello di chi, anche tra i "Dem", vorrebbe trasformare Mattarella in un testimonial della sinistra lanciandolo all'assalto del premierato. Senza rendersi conto che la vera forza del presidente, il segreto della sua popolarità […] sta proprio nel ruolo "super partes" […] Chi lo fa pendere di qua o di là ne indebolisce il prestigio; e […] gli reca soltanto danno.
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