mattarella renzi conte merkel macron

A CHE PUNTO È IL GOVERNO - GLI AUGURI DI NATALE A MATTARELLA SI SONO TRASFORMATI IN CONSULTAZIONI INFORMALI. A CONTE È STATO COMUNICATO CHE SE NON TROVA LA PACE CON GLI ALLEATI, È FUORI - NON DEVE OCCUPARSI (SOLO) DI DI MAIO, RENZI E ZINGA, MA DI MERKEL E MACRON. LUI SI È NASCOSTO DIETRO IL DITO DELL'EUROPA, MA LA SUA TASK FORCE È MORTA (E NESSUNO A BRUXELLES GLIEL'AVEVA CHIESTA) - SUL MES ASPETTA IL PARLAMENTO, CON FORZA ITALIA E PARTE DELLA LEGA PRONTI A VOTARLO, MA HA CEDUTO PURE SUI SERVIZI. AI PRIMI DI GENNAIO CEDERÀ LA DELEGA A…

DAGONEWS

conte renzi

 

Le consuete telefonate per gli auguri di Natale si sono trasformato per Mattarella in consultazioni informali con i leader dei partiti. La chiacchierata con il premier è stata particolarmente ''severa'': Conte deve trovare una pacificazione con le forze politiche che compongono la sua maggioranza. Se non è in grado, non può continuare a occupare la sua poltrona.

 

Il messaggio è chiaro: i suoi danti causa non sono Di Maio e Zingaretti, ma Merkel e Macron. Il compito dell'avvocato di Padre Pio (tutto) non è placare gli animi intorno ai tavoli della fantomatica verifica, ma dimostrare in Europa di essere in grado di gestire i soldi del Recovery Fund. Renzi, in quanto ex premier, ha i suoi canali con le cancellerie straniere, e ha fatto arrivare chiaro e forte il momento di debolezza e incapacità del caro Giuseppi.

 

ANGELA MERKEL EMMANUEL MACRON

Il quale da Vespa ha provato a nascondersi dietro Bruxelles per la sua smania di creare una task force alle proprie dipendenze: ''È l'Europa che ci chiede di fare una struttura, lo dice pagina 33 delle linee guida della Commissione''. Ovviamente è falso: nel testo si dice che ''un ministero o un'autorità dovrebbe avere la responsabilità generale dei piani di ripresa e resilienza''. Quindi non serve una struttura ad hoc, basta affidare la responsabilità a un ministro o un gruppo di ministri.

 

 

 

Costretto ad ammettere che la task force è ''superata'', sono spariti anche i sei manager. La gestione sarà politica.

giuseppe conte sergio mattarella

 

L'ultimo passaggio è la delega ai servizi segreti. Conte avrebbe accettato un compromesso: la lascerà a gennaio – con l'occasione delle sospirate nomine dei vice-direttori dell'intelligence – affidandola però a un tecnico di sua fiducia.

 

Sul MES sanitario, invocato dai renziani e da una parte del Pd, non cede: deve essere il Parlamento a votarlo. La novità è che oltre a Forza Italia, ci sarebbe pure qualche leghista pronto a votarlo, smarcandosi dalla linea Borghi/Bagnai. Sono gli stessi che spingono per un governo Draghi con dentro la Lega giorgettizzata. E che rischiano di spaccare il partito già in fibrillazione su molti fronti.

 

 

salvini giorgetti